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Dinamo Sassari | Lucidità e ritmi alti: le possibili chiavi della sfida con Venezia

Jamal Jones in azione durante Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Gevi Napoli Basket | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Per la Dinamo Sassari quella contro la Reyer Venezia non è mai una gara come le altre, si sà. Uno scontro che negli ultimi anni della pallacanestro italiana ha sempre regalato emozioni e che negli ultimi mesi ha aggiunto ancora più fascino e ricordi con l’arrivo in Laguna di un Marco Spissu che si sta confermando giocatore di alto livello tra Italia ed Eurocup. Lunedì 26 dicembre, alle 18, arriva l’incontro sotto il vischio e in un momento di risalita in classifica per entrambe le squadre. Ingrediente fondamentale per avere un’altra gara da ricordare in un Taliercio che sarà sicuramente caldo.

Ritmi

Come la Dinamo di Piero Bucchi, anche la Reyer di coach De Raffaele, alla settima stagione da capo allenatore degli orogranata, ha avuto qualche difficoltà all’inizio della stagione. Soprattutto in Italia si è evidenziata quella mancanza di amalgama che ha portato a qualche passo falso in più del dovuto in campionato, colmato però da diverse prestazioni positive in Eurocup, dove al momento Venezia è terza nel girone A. E che ancora influenza una squadra che con il passare del tempo si sta però conoscendo sempre di più e che in Lba cerca proprio come i biancoblù la terza vittoria consecutiva. La Reyer sembra trovarsi più a suo agio con ritmi più blandi in attacco, con alcuni giocatori però – su tutti Spissu e Granger, senza dimenticare Freeman – che sembrano avere la capacità e la licenza per scelte più improvvise in grado di spezzare gli equilibri. Stesso discorso si potrebbe fare anche in difesa, visto che anche contro il Prometey la squadra veneta ha sofferto maggiormente le transizioni e i ritmi alti imposti dalla formazione ucraina in alcuni frangenti. Ritmi e intensità che diventano così una possibile chiave per la formazione guidata da Piero Bucchi, che già a Malaga ha dimostrato di saper imporre il proprio spartito.

Profondità e cattiveria agonistica

Il roster della Reyer presenta diverse possibili scelte. Oltre a un quintetto per quattro quinti nuovo rispetto alla passata stagione, con il solo Watt ancora centro titolare, la panchina può vedere i soliti Brooks, Bramos, De Nicolao pronti a dare più che una mano. Nomi, soprattutto gli ultimi due, che in un match come quello contro Sassari intriso di ricordi potrebbero avere una scossa in più, anche se è da capire se l’ex Panathinaikos sarà della gara o meno. Senza dimenticare poi uomini come Tessitori, arrivato con voglia di riscatto dalla Virtus Bologna o Riccardo Moraschini, sempre più importante nelle rotazioni. Una profondità, a cui si aggiunge il non citato Willis, che aiuta senz’altro i veneti a gestire al meglio le proprie energie su ambo i lati. E anche una possibilità che la Dinamo, come confermato da coach Piero Bucchi nella conferenza stampa di presentazione (qui le parole), non può avere viste le defezioni di Treier e Gentile ancora acciaccati. Senz’altro però Sassari ha ritrovato quella vocazione al sacrificio e all’alta intensità che potrebbero essere determinanti. La difesa fu fondamentale nel primo successo targato Bucchi della scorsa stagione e così potrebbe essere anche in questa uscita. Anche perché dalla prontezza sul proprio lato del campo può nascere quell’inerzia che può aiutare i biancoblù a esprimersi meglio offensivamente. Sicuramente tanta attenzione dovrà essere fatta sul perimetro, visto che la Reyer è la squadra che tira meglio in campionato da tre (40,6%). Il lavoro più importante dovrà essere fatto sugli esterni. Su Spissu sarà cruciale il lavoro di Robinson, mentre su Granger (28 punti nell’ultima gara contro Reggio Emilia) sia Kruslin che Dowe potrebbero alternarsi vista la maggiore fisicità dell’uruguaiano. Occhio però anche a un Watt che rimane la prima voce ai punti della squadra (oltre 14 punti di media con il 68% da due) e su cui Stephens e Diop dovranno lavorare attentamente anche lontano dal pitturato. Le pedine fondamentali tra i biancoblù però potrebbero essere ancora una volta Bendzius e Jones. Il lituano si confronterà con un Willis in crescita in attacco e a rimbalzo, ma che sembra ancora alla ricerca del suo momento migliore. Lo statunitense invece si sta dimostrando sempre più affidabile in attacco ed è da un suo approccio positivo che potrebbero passare parte delle sorti dell’incontro. Anche il lavoro sotto i tabelloni sarà l’altra possibile chiave di lettura della sfida. Venezia concede quasi undici rimbalzi offensivi ogni 40’, dato su cui il Banco è sembrato nettamente in crescita nelle ultime uscite (11 contro Tortona, 10 contro Napoli). Da cattiveria agonistica e reattività nascono seconde opportunità che anche psicologicamente possono essere determinanti soprattutto per gli spazi che si aprono sull’arco. E il fattore mentale, in un campo come quello veneziano, può essere fondamentale. La Dinamo lo sa bene.

Matteo Cardia

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