Una sfida sulla carta impossibile ma che all’interno dei playoff può prendere un’altra piega. Perché come nel primo turno, l’atmosfera della post-season cambia le consapevolezze e le forze fisiche e mentali di una squadra. E allora, anche se tutto dice che Milano e Bologna, sponda Virtus, si incontreranno in finale, è lecito credere che la Dinamo Sassari possa complicare i piani di una squadra costruita ancora una volta per vincere, non solo in Italia, ma anche in Europa.
Macchina quasi perfetta
Ettore Messina e Christos Stavropoulos hanno costruito una squadra in grado di competere su tutti i fronti. Completa nel backcourt, così come nel frontcourt, con giocatori come Mitroglou e Shields pronti ad affermarsi su alti livelli, il rientrante Nicolò Melli e uomini d’esperienza e valore come Rodriguez, Hines e Datome, con un gruppo chiuso da un buon pacchetto di italiani. Gli infortuni prima e i casi di doping di Moraschini prima e dell’ala greca poi hanno complicato gli scenari, così come gli infortuni dell’ex Trento, di Datome, dello stesso Melli e di Delaney. Difficoltà che hanno minato il cammino in Eurolega, dove in alcuni tratti le Scarpette Rosse avevano giocato il basket migliore, almeno per intensità difensiva, dividendosi lo scettro di prima della classe con il Barcellona. Solo l’Efes, poi diventato campione, e le diverse problematicità hanno bloccato la squadra di Messina, che dopo l’eliminazione dai playoff di EL ha recuperato forze mentali e fisiche da dedicare ai playoff del campionato, raggiunti da seconda della classe. E la serie con Reggio Emilia ha dimostrato che tutto sembra stia tornando al proprio posto: 90,3 punti di media a partita segnati, appena 68,6 quelli subiti, in un quarto di finale giocato sul velluto dopo una sola gara uno con qualche difficoltà , viste le prove dell’ex Cinciarini e di Thompson. Percentuali alte sia da due – con oltre il 68% – che da tre – con più del 45% – sono state accompagnate da un utilizzo equilibrato delle rotazioni e soprattutto da una fiducia in continua crescita. Eppure, il primo turno dei playoff è stato affrontato da Messina senza mai poter utilizzare Melli, che rientrerà solo con Sassari. Una squadra che è stata una delle poche capaci di far male al gruppo di cui anche Gianmarco Pozzecco è diventato punto di riferimento in panchina.
Dove far male
Al PalaSerradimigni, nell’ultima sfida il risultato è stato 92-90 per i biancoblù, con il canestro di Robinson a decretare la vittoria a pochi decimi di secondi dal termine. Una sfida in cui la Dinamo aveva giocato un gran primo tempo, subendo il ritorno dell’Armani nella seconda parte dell’ultimo periodo, quando le Scarpette Rosse avevano messo al proprio posto qualche regola difensiva, soprattutto in transizione. È infatti in campo aperto che Sassari aveva fatto male maggiormente a Hines e compagni, incapaci di fermare l’inerzia di un gruppo capace sia di far male da lontano che di andare sotto canestro, cercando e trovando spesso la soluzione giusta nei primi secondi dell’azione anche a difesa schierata. Un modo di approcciare e di intendere la gara che potrebbe tornare utile anche nella sfida dei playoff, dove però la squadra di Messina probabilmente proverà ad aumentare i giri della propria difesa, anche grazie al fatto di avere una partita sulle gambe in meno. Tuttavia, Sassari nella serie con Brescia ha dimostrato di sapere il fatto suo e di poter mantenere ritmi molto alti e di avere tanta fiducia dalla propria parte. La uomo in difesa è stata una delle chiavi della serie contro Brescia ma non è escluso che con Milano venga riutilizzata la zona fronte dispari per confondere i piani avversari. Un’altra voce fondamentale sarà quella dei rimbalzi. Nell’ultima sfida la Dinamo riuscì ad arginare la potenza della squadra meneghina sotto le plance, vincendo 37 a 36 la contesa. Dalla protezione del ferro e dal lavoro di tutti – la partita fu chiusa da Bilan con 8 rimbalzi, Bendzius 9 e Burnell 7 – passa una buona parte della serie.
Scelte
Messina nella serie con Reggio Emilia ha tenuto fuori due volte su tre Troy Daniels – anche lui reduce da un infortunio patito a inizio maggio – preferendogli Jerian Grant, scelta che potrebbe ripetersi anche contro i sardi. L’assenza di Melli ha portato a un maggiore utilizzo di Ben Bentil, lungo poliedrico e tutta energia capace di giocare spalle a canestro ma anche lontano dal ferro. E l’impressione è che difficilmente l’ex vice di Popovich rinuncerà al ghanese, primo marcatore della squadra – 14,7 punti a partita – nella serie contro Reggio. Per contrastare al meglio Miro Bilan, uno dei fulcri dell’attacco biancoblù, Messina potrebbe però rischiare e rispolverare Kaleb Tarczewski, fuori dalle rotazioni insieme a Kell, chiamato a dare una mano anche in occasione della partita dello scorso 4 aprile. Scelte che però saranno basate anche sull’intensità dell’intera serie. La Dinamo sa già su chi contare e dovrà cercare di continuare a far vedere quanto dimostrato tra gara 2 e gara 3 contro Brescia a livello di gioco, oltre che la forza mentale di gara 4. Milano cercherà di infastidire il lungo croato ma anche di complicare la vita a Burnell, ritrovatosi definitivamente nella serie con la Germani, oltre che di negare a Bendzius la possibilità di prendere fiducia dall’arco. Così, tante responsabilità potrebbero cadere ancora una volta sui piccoli che potrebbero risultare decisivi, sia sul lato offensivo ma soprattutto offensivo: Robinson e Logan furono già decisivi una volta, non è detto che non possano esserlo almeno una seconda.
Matteo Cardia














