Si riparte da qui, là dove il Tago finisce la sua corsa nell’Oceano Atlantico. Chi la corsa la vorrebbe invece far iniziare da Lisbona è la Dinamo Sassari che proprio nella capitale portoghese ha trovato un successo che dovrà avere il sapore della ripartenza dopo le tre sconfitte con Bonn, che è costata la mancata partecipazione alla Champions League, e le due in campionato contro Scafati e Milano.
Sorrisi
Contro uno Sporting mediocre, che ha avuto comunque il merito di eliminare lo Charleroi nel preliminare, e in un Pavilhao Joao Rocha tutt’altro che caldo e pieno in ordine di posto, la Dinamo Sassari non ha comunque mai dato l’impressione di perdere la prima gara del Gruppo D della FIBA Europe Cup. Troppo importante ripartire, “Avere bisogno di una buona partita” per usare le parole di Justin Bibbins nel post gara, rispetto a una mancanza di motivazione data dal valore degli avversari o dell’appeal della quarta competizione continentale in ordine di importanza. Il Banco ha preso le redini della gara sin dai primissimi minuti, sfruttando un Bibbins che ha provato a far vedere che la gara di Milano è stata un episodico passaggio a vuoto. Certamente gli avversari erano di altro lignaggio rispetto agli esterni delle Scarpette Rosse, ma l’ex Nanterre è piaciuto per voglia e ritmo di gioco: la partita vera sembrava poter durare pochi minuti (così come era accaduto al Forum ma con parti inverse), ma lo Sporting, anche per via delle rotazioni allargate di Markovic, ha trovato fiducia al tiro rientrando in gara con un parziale di 14-0, chiudendo a -9 all’intervallo. A chiudere i conti di fatto è stato Michal Sokolowski che con un filo di gas (3/5 al tiro dal campo ma 6/6 ai liberi) ha dato il colpo di grazia agli avversari. Dinamo così nuovamente in controllo, con tanto spazio dato anche ai più giovani, con Vincini, Veronesi e Trucchetti a guadagnarsi importanti minuti su un palcoscenico europeo.
Nei e speranze
Premessa: difficile dare valutazioni su una gara che ha visto la Dinamo sempre in controllo, ma qualche neo è emerso nella gara di Lisbona. Il parziale di 14-0 subìto nel secondo quarto ha denotato un po’ troppa rilassatezza dovuta al punteggio, una situazione fisiologica certo, ma forse un po’ troppo spazio è stato dato ai tiratori portoghesi. Tra percentuali non altissime e un coinvolgimento ancora non sufficiente di Renfro in attacco, la Dinamo ha comunque portato a casa la partita in maniera facile con l’unica vera preoccupazione chiamata Matteo Tambone. L’ex Pesaro e Varese ha infatti subìto la più classica delle scavigliate che l’ha costretto alla panchina nel quarto finale: un suo infortunio sarebbe una cattiva notizia negli equilibri e nelle rotazioni all’interno di una gara, ma anche perché nel terzo parziale la guardia sembrava aver ritrovato il tiro che ultimamente era mancato. Si riparte dai due punti e dalla vittoria riassaporata: per la truppa di Markovic ora qualche allenamento in Sardegna in vista del ritorno al Pala Serradimigni contro la GeVi Napoli nel terzo turno di Serie A. Di fronte l’ex Treier, che in Campania sembra essersi ritagliato un discreto spazio, ma anche la stella Pangos, i vari Toté, Copeland e Manning che sono apparsi tra i più in forma nelle prime due uscite ufficiali, nonostante le sconfitte con Pistoia e Trieste. Si affronteranno due squadre che sono ancora a quota zero in campionato, in una gara in cui anche le componenti mentali e la voglia di sbloccare la classifica faranno la differenza. Serviranno conferme in casa Dinamo, sperando che il click della vittoria ritrovata sia sufficiente per trovare la prima gioia anche in campionato.
Matteo Porcu