Una vittoria che vale tanto per la stagione in Basketball Champions League e per il morale. Un successo di cui però la Dinamo Sassari non si può accontentare. Insomma, una tappa di una crescita che coach Piero Bucchi sta provando a poco a poco a costruire. I punti raccolti contro il Paok Salonicco sono la testimonianza di un lavoro ancora in corso ma che potrebbe regalare definitivamente quella competitività tanto attesa.
Quadro
Niente facili entusiasmi, certo. La vittoria contro i greci riapre il discorso europeo per la Dinamo, che in attesa della gara tra Malaga e Dijon rimane a pari punti con i francesi e con Salonicco. L’unico rimpianto dei sassaresi è non aver pareggiato o ribaltato quella differenza canestri (-20 all’andata) che poteva regalare ancora più tranquillità ai biancoblù in vista dello scontro ormai senza dubbi decisivo contro il JDA del 13 dicembre, quando però Sassari avrà ancora una volta il PalaSerradimigni dalla propria parte. Una roccaforte in cui al momento sono passati solo Malaga in Europa e la Virtus Bologna in campionato. Non c’è niente di scontato, ma le partite sul percorso sassarese in Italia contro Milano, domenica 4 dicembre, e Tortona, sabato 10, potrebbero aiutare i sassaresi che per forza dovranno alzare il loro livello di intensità e di concretezza in queste settimane per portare a casa i due punti.
Vigoria
Intensità che è stata la chiave di volta della gara. Per impatto del quintetto e della panchina quella vista è stata probabilmente una delle migliori facce della squadra di Bucchi, che ha trovato da tutti i componenti un aiuto decisivo per la vittoria. Gentile e Nikolic si sono divisi i propri compiti, hanno aiutato e sono stati aiutati da un Robinson intelligente nelle scelte al tiro e in regia il più delle volte e freddissimo dalla lunetta. Freddo dalla linea della carità ma abile nel capire come gestire i possessi è stato soprattutto lo sloveno, che ha giocato la sua miglior prova in maglia sassarese. Con l’ex Burgos e lo statunitense in campo insieme, Sassari ha trovato nell’ultimo periodo il bilanciamento ottimale per resistere agli ultimi assalti di un Paok capace di tornare dal -14 grazie al talento di Polley e Riley. È stato ancora una volta Bendzius a mettere insieme le giocate decisive con cinque punti ravvicinati che hanno indirizzato la partita, nonostante i greci si siano poi arresi solo a otto secondi dal termine grazie a un Riley quasi indifendibile negli ultimi quattro minuti di partita e non solo. Per far confluire gli sforzi verso la vittoria finale, il contributo più evidente è stato però quello di uno Stephens alla prima doppia doppia in maglia Dinamo. La dinamicità difensiva del giocatore, la presenza a rimbalzo, la reattività sui cambi e la prontezza nel collaborare con i compagni sulle diverse scelte sul pick&roll avversario, è stata la carica per una prova offensiva completa, suggellata da una schiacciata che Renfro ha fatto sicuramente fatica a dimenticare e che ha dato prova delle potenzialità dell’intesa con Robinson.Â
I ventitré assist finali, i 12 recuperi ma anche le 12 perse (ben sotto le oltre 18 di media registrate in Bcl) fotografano al meglio la partita di una Dinamo Sassari che ha saputo darsi una mano in difesa e cercarsi in attacco, sfruttando quando ha potuto il campo aperto e le proprie nuove caratteristiche. Un successo in cui tutti sono risultati importanti e che nel momento più importante ha visto venir fuori quelle energie che contro una Pesaro con tanta fiducia erano mancate appena pochi giorni prima. Energie che saranno fondamentali nello scontro con un’Olimpia Milano ferita dalle delusioni scottanti in Eurolega, indebolita dagli infortuni, ma che in campionato sta trovando i modi di restare sempre una spanna sopra le altre sfidanti insieme alla Virtus Bologna. Contro le Scarpette Rosse sarà una partita diversa ma un’altra tappa fondamentale per mostrare con continuità il vero volto della Dinamo.
Matteo Cardia














