Mani educate, fisicità per giocare spalle a canestro che non pesa sulla mobilità nelle altre situazioni difensive e offensive, voglia di dimostrare di essere arrivato al momento di poter essere definitivamente protagonista su due palcoscenici, quello italiano e quello europeo. La Dinamo Sassari ha atteso e corteggiato a lungo Vasilis Charalampopoulos e alla fine lo ha convinto ad approdare sull’Isola. In un luogo in cui il greco potrebbe rappresentare uno dei perni di una squadra che con la firma di Tyree si può dire ormai completa.
Aspirazioni
Charalampopoulos in Italia è arrivato ormai due stagioni fa, quando la Reyer Venezia aveva deciso di puntare su un profilo che aveva scelto di lasciare una Grecia che probabilmente stava diventando stretta. Non per assenza di competitività e qualità, ma probabilmente per costruirsi una propria strada lontano da una casa che portava con sé determinate pressioni. Perché Charalampopoulos in Grecia è stato visto come un giocatore dalle enormi potenzialità. E la carriera tra le selezioni nazionali giovanili, compresa di medaglia di bronzo agli Europei Under 16 e una d’oro negli Europei Under 20, e la precocità nel calcare i parquet di casa e quelli di Eurolega con il Panathinaikos, avevano fatto pensare a un possibile nuovo giocatore di livello per il movimento. E così è parso anche quando per trovare maggiore spazio rispetto ai minuti concesso tra campionato di casa e EL, l’ala cresciuta nell’Egaleo decise di vestire prima la maglia del Paok, giocando anche la Bcl, poi quella del Lavrio, squadra che dopo la conclusione del contratto con il Pana scelse di puntare su di lui. Un anno a oltre 7 punti di media e 3 rimbalzi porta alla chiamata dell’altra grande di Grecia, l’Olympiakos. Quattro anni di contratto siglati nell’estate 2019, una storia che inizia con un prestito allo Ionikos Mikayas e un richiamo alla base a gennaio successivo dopo i buoni numeri fatti registrare. Un infortunio ne rallenta la crescita, ma Charalampopoulos si guadagna la conferma nell’anno successivo, dove viene impiegato soprattutto in Eurolega anche se per pochi minuti. L’estate porta però alla separazione e alla necessità di cambiare aria. La Reyer lo firma, ma lo cede temporaneamente dopo poche partite alla Fortitudo. A Bologna la stagione si conclude con la retrocessione, ma il greco fa vedere buone cose (9 punti di media con il quasi il 50% dal campo). Pesaro allora decide di scommettere su quello che doveva essere un crack ma probabilmente aveva bisogno di sentire meno aspettative.
Futuro
Sotto la gestione di Repesa, Charalampopoulos lascia che si mostrino quelle caratteristiche da all-around player che hanno poi convinto la Dinamo Sassari a intavolare una trattativa lunga e importante. Quello nelle Marche diventa il passaggio fondamentale, per far capire che le diverse qualità sono ancora tutte presenti. Più di nove punti di media in stagione regolare, con il 52% da due e il 46% da tre e quasi 5 rimbalzi a gara. E soprattutto una continuità che è stata determinante per Pesaro sia nella prima parte di annata, quando la Vuelle aveva il vento a favore, che nella fase finale, quando è stato necessario un colpo di reni per raggiungere i playoff. Duecentoquattro centimetri di altezza e quasi 110 chili di peso: cifre che potrebbero far pensare a un’ala grande, ma che in realtà nascondono la capacità del giocatore di occupare sia lo spot di tre che di quattro. Sassari cercava un tre più fisico rispetto al confermato Filip Kruslin, su cui poter giocare situazioni di post-up e avere così un’ulteriore soluzione nel proprio arco. Senza però che questo non comportasse meno garanzie dai 6,75 o in transizione. Che offrisse, dunque, una chance di variare le combinazioni offensive e non solo. Se Charalampopoulos confermasse quanto fatto vedere nell’ultima annata, il nome scelto rispecchierebbe l’idea iniziale tracciata. L’ala greca offre la possibilità di creare situazioni di isolamento spalle a canestro, con il giocatore che si è mostrato capace alternare il tiro in allontanamento al semigancio mancino. La prontezza nel giocare in un sistema come quello visto a Pesaro sottolinea però anche la competenza di Charalampopoulos nel sfruttare le proprie carte in transizione, aspetto fondamentale per una Sassari che potrebbe correre tanto sfruttando i suoi piccoli, ma anche nel saper cercare lo spazio ideale per armare la mano dall’arco. Dall’altro lato, una muscolatura diventata più importante rispetto agli inizi, ha forse fatto perdere in rapidità di piedi il giocatore. Una perdita compensata però dalla capacità di allungare lo scivolamento con passi lunghi palesatasi più volte anche nei cambi difensivi contro avversari più piccoli e da un tempismo che è rimasto immutato o quasi. E anche da dei fondamentali nelle letture che aiuteranno Sassari a tappare le falle qualora si creeranno.
Così come per diversi altri volti della squadra sassarese creata su idee e studio della coppiata Bucchi-Pasquini, la stagione di Charalampopoulos in Sardegna potrebbe essere quella della definitiva consacrazione. Una spinta in più per il classe ‘97 che potrebbe risultare determinante in una Dinamo che spera di confermarsi in campionato e di tornare a crescere in Europa.
Matteo Cardia














