Un’altra vittoria, la seconda consecutiva e contro una squadra che aveva ancora speranze di qualificarsi alle Final Eight mancate in questa stagione. La Dinamo Sassari dimostra di avere quel carattere cercato a lungo nel proprio cammino, frutto anche di una disponibilità di uomini a referto che consente di mischiare le carte e di dare respiro ai giocatori più importanti. Brindisi così si è dovuta arrendere, 111-93 il risultato finale, di fronte alla fiducia in sé stessa e alla voglia di vincere della squadra di Piero Bucchi, che ora guarda da vicino la zona playoff.
Controllo
La conferma di Dowe in quintetto è stata l’unica parziale novità nel quintetto base schierato inizialmente dal coach dei sassaresi, che aveva chiesto particolare attenzione in difesa alla squadra per limitare gli esterni brindisini. Quanto studiato sul lato offensivo ha da subito funzionato, soprattutto perché Sassari ha avuto pazienza in alcune situazioni e in altre ha aggredito il ferro, soprattutto con l’ex Prometey. Solo qualche distrazione difensiva, con alcune transizioni concesse e alcune situazioni perimetrali, hanno sporcato leggermente la prova della squadra rientrata negli spogliatoi sul 51-44. L’inizio del terzo periodo con Burnell e Perkins, i più costanti insieme a Reed tra gli avversari, ha fatto pensare a un altro tipo di gara, al pericolo di dover rifare tutto daccapo. Ma in quel momento Sassari è nuovamente venuta fuori, con una determinazione sia in difesa che in attacco simile a quanto vista contro Reggio Emilia nel voler dare una vera e propria svolta alla gara. Una reazione univoca tra quintetto e panchina, con Jones a iniziare l’opera, Bendzius, Kruslin e Dowe a continuarla, Treier e Gentile a concluderla, facendo toccare alla squadra il +17 sul finire del quarto. Un divario poi allargatosi ulteriormente in un ultimo quarto di gioco affrontato in pieno controllo.
Positività
Quella di domenica 15 gennaio al PalaSerradimigni è stata la prova migliore in stagione dall’arco (58,6%) dei sassaresi, che in totale hanno sfiorato il 60% dal campo, fino a toccare quota 111, punteggio più alto fatto registrare fino a questo momento. La squadra di Bucchi ha però anche controllato la lotta a rimbalzo (41 a 26 in favore dei biancoblù), rispettando il piano gara presentato in conferenza stampa dallo stesso coach nella mattinata di venerdì 13. I dati più importanti sono tuttavia quelli relativi a un tabellino che presenta sei uomini in doppia cifra, tra cui un Gentile che sta provando a tornare uomo chiave nelle rotazioni, e un numero di assist (26) che rende il Banco la squadra migliore in una statistica che può aiutare a capire come l’attacco sia più fluido e costante. Al di là dei numeri però è stato ancora volta la capacità di chiudere prima la gara e di tenere botta rispetto alla reazione avversaria a consegnare un quadro positivo dopo i 40’ di gioco. Il terzo quarto nelle ultime due gare è tornato quello decisivo, come accaduto più volte nella passata stagione, l’ultimo periodo quello da gestire nel migliore dei modi senza crollare sulle proprie incertezze.
La gara di Brindisi ha chiuso un girone d’andata ricco di bassi agli inizi e di più alti nel finale, coincisi con un roster più operaio con l’arrivo di Stephens, al completo dopo i rientri e con alcuni giocatori – su tutti Jones – che hanno capito le proprie responsabilità. L’uscita anticipata di Robinson dal campo è stata probabilmente l’unico aspetto realmente negativo di una serata quasi perfetta. Lo statunitense rimane il giocatore fondamentale del gruppo a disposizione di Bucchi e solo gli esami in settimana potranno dire di più sul suo problema. Una settimana che servirà come detto a voltar pagina, a lasciar da parte una prima parte di stagione da conservare per ricordarsi della strada fatta, anche delle curve più tortuose. Il girone di ritorno inizia con l’esame Gevi Napoli, che è stata capace di battere Milano nel penultimo turno giocato, gara a cui seguiranno le sfide contro Pesaro, Trento, Brescia e Venezia. Partite decisive per il cammino di una Sassari che ha le carte per rientrare definitivamente nella lotta per i playoff.
Matteo Cardia














