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Dinamo Sassari, la vittoria su Brindisi come primo passo verso i playoff

Jason Burnell lotta a rimbalzo contro Nick Perkins in Dinamo Sassari-Brindisi | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Un passo dopo l’altro. La stagione della Dinamo Sassari non era partita bene e la squadra ha dovuto cominciare a ragionare più sul presente che sul futuro, così come la società. Per calarsi in una realtà in cui i playoff non erano più sicuri come una volta ci sono voluti tempo e cambiamenti che però stanno dando i loro frutti. E la vittoria contro la Happy Casa Brindisi per 102-75 ne è stata la conferma.

Dalla difesa nasce il miglior attacco

Un primo quarto equilibrato e poi il piede sassarese a spingere senza interruzione sull’acceleratore fino alla sirena finale. La squadra di coach Bucchi, alla panchina numero 700 in Serie A, ha interpretato la gara nel migliore dei modi: al primo posto la difesa, l’attenzione sul lato debole e il sacrificio a rimbalzo, poi l’attacco basato sui propri ritmi e dalle soluzioni variabili, spesso perfettamente orchestrato da un Robinson ancora determinante. La propria metà campo è stata il segreto di una Dinamo che ha accettato i mismatch di una Brindisi che, anche per le assenze di Zanelli e dell’ormai solito Clark, ha giocato in alcuni frangenti con Gentile da uno o con Gaspardo, l’ex Varese e Adrian in campo. Sassari però ha anche limitato le transizioni offensive brindisine e soprattutto, dopo un primo quarto in cui sembrava impossibile da marcare, è riuscita ad arginare la forza e l’esplosività di Nick Perkins su cui Mekowulu e Diop hanno fatto un buon lavoro, aiutati nei raddoppi dai compagni sempre pronti sulle rotazioni. Il ritorno del centro nigeriano in quintetto è stata la novità di giornata che si è trasformata in sorpresa positiva insieme a un ritrovato Burnell. Più fisico e meno istintivo in difesa, meglio in attacco rispetto alle ultime uscite nel cercare il pitturato concludendo quasi sempre vicino al ferro senza accontentarsi di soluzioni semplici: Mekowulu dovrà ora essere continuo per dimostrarsi all’altezza della fiducia concessa dalla società. Discorso diverso, invece, per Jason Burnell. L’ala ex Cantù ha dichiarato in conferenza stampa di aver attraversato un periodo complesso anche a causa di un lutto in famiglia. Contro Brindisi, il giocatore ha fatto capire però di aver recuperato lucidità e serenità, ritrovando quella concretezza sul parquet che è sempre stata il suo marchio di fabbrica: 19 punti, 12 rimbalzi, 2 recuperi e 32 di valutazione. Numeri che rendono chiara l’importanza di un giocatore che dalla difesa prende energie per l’attacco, in cui l’utilizzo del proprio fisico in post dà una soluzione interna ulteriore alla squadra ma anche più spazi sul perimetro ai compagni.

Fattore R

La Dinamo Sassari però è stata soprattutto Gerald Robinson. Da quando arrivato in Sardegna, l’ex Chenmitz ha sorpreso tutti per leadership e per livello di gioco, anche lo stesso Piero Bucchi che lo ha fortemente voluto in biancoblù. Nel duello con un Josh Perkins, a tratti confusionario ma positivo in zona realizzativa, Robinson è venuto fuori giocando semplicemente la sua pallacanestro per sé e per gli altri. Attaccare, attaccare, attaccare. Chiudere verso il ferro e non allontanarsene, se non per cercare di creare libertà per gli altri, così che a fine gara le cifre fatte registrare sono state impressionanti: 20 punti, 15 assist, 39 di valutazione. La Dinamo ha creato la fuga con il playmaker statunitense in campo tra secondo e terzo periodo, aiutato soprattutto dai soliti Logan e Bendzius. Il Professore in uscita dai blocchi e attaccando continuamente i cambi brindisini ha messo l’ipoteca sulla gara già nel terzo periodo, il lituano invece ha continuato a giocare intelligentemente presentandosi al momento giusto sugli scarichi, senza però disdegnare l’attacco al canestro e chiudendo la gara con 21 punti.

Esami in continuità

In una partita studiata perfettamente da Piero Bucchi e dal suo staff, più che di problemi si può parlare di distrazioni, specialmente nel primo e terzo periodo, quando in panchina l’allenatore sassarese si è anche lasciato andare a reazioni vistose sulle seconde opportunità concesse a Brindisi in attacco o su rotazioni non perfette. La Dinamo ha concesso quindici rimbalzi offensivi alla squadra di Vitucci ma è riuscita comunque a vincere la battaglia finale sul dato generale (39-37). Un dato che promette bene per il futuro, per un percorso di crescita che continuerà passo dopo passo in un campionato sempre più aperto. Perché dietro le due battistrada e Brescia, la classifica rimane comunque corta: da Trieste, al quarto posto, a Venezia, che occupa il quattordicesimo, la differenza è solo di due vittorie. E proprio contro Trieste, domenica 6 febbraio alle 18, arriverà l’ennesimo esame dal sapore di playoff: Sassari però sembra aver imparato a ragionare sul presente e di volerlo fare suo.

Matteo Cardia

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