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Dinamo Sassari, la pressione resta l’avversario quasi imbattibile per i playoff

Markovic a colloquio con la squadra durante Dinamo Sassari-Brescia | Foto Claudio Atzori
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Napule è mille culure, Napule è mille paure”, cantava Pino Daniele. La musica viene in soccorso per descrivere quello che Napoli potrebbe essere stato per la Dinamo Sassari. I 40’ del PalaBarbuto sono ricchi di sfumature diverse, con l’intensità del colore che schizza continuamente dall’alto verso il basso come già accaduto con Pesaro. L’88-79 ne è il prodotto finale. Ma il risultato va anche oltre, apre alle paure, o forse meglio dire all’amarezza, di vedere allontanarsi la zona playoff che si era fatta vicina. Anche se la matematica dice che non è tutto ancora compromesso.

Gara

Si era detto negli scorsi giorni, lo aveva affermato anche Markovic nella consueta conferenza stampa dell’antivigilia. Sarebbe dovuta essere la difesa, il ritorno all’aggressività come mantra, la chiave della sfida. Veniva quasi naturale pensare al fatto che il Banco dovesse far fare un canestro in meno agli avversari, prima di pensare di fare un canestro in più. Dando più retta così alle proprie caratteristiche. Sassari invece ha consentito a Napoli di prendere fiducia, con un primo tempo, soprattutto i primi 15’ giocati, difensivamente altamente rivedibile. Con troppe difficoltà sul primo passo degli avversari, situazione che ha aiutato Napoli ad avere maggiore fluidità, così come una comunicazione più volte difettosa. Solo la reazione nel finale di secondo periodo ha consentito di mettere un freno ai partenopei, che nel primo tempo hanno segnato ben 42 punti. Troppi, per non subirne le conseguenze nel secondo tempo. Perché se nei primi venti minuti la Dinamo era riuscita a giocarsi le sue carte producendo tanto offensivamente grazie a un Jefferson illeggibile per gli avversari, poi è calata al tiro e sotto il profilo dell’intensità. Napoli ha i suoi meriti. Ha avuto tanto nel momento clou da Ennis e ha trovato risorse importanti dalla panchina, ha costretto Sassari a ragionare oltremodo per più di un possesso, provando in tutti i modi di evitare che all’interno del pitturato si creassero dei vantaggi continui per i biancoblù. La Dinamo ha invece i suoi demeriti: il più rilevante è quello di non essere riuscita a reggere una pressione che è andata ad aumentare mentre il cronometro scorreva.

Testa

Sassari ha avuto la chance di restare in partita, anche di riprenderla e di lasciare aperto ogni conto nel finale. Eppure, come accaduto in altri frangenti della stagione, nel momento in cui la lucidità nelle letture, il tiro aperto da segnare o la precisione dalla lunetta contavano di più si è quasi automaticamente persa. Con Napoli è successo sul finire di terzo periodo, quando la Dinamo si è trovata ad avere il pallone in mano per il pari e invece ha gestito male il possesso e dall’altra Pullen ha messo una tripla che è valsa come il primo pugno nello stomaco. E poi con il parziale di 6-0 che ha consentito ai partenopei di scappare fino al +14 quando alla sirena finale mancavano oltre 4’. Senza dimenticare l’ultimo sforzo, poi rivelatosi vano, dopo le triple di Kruslin e Jefferson, con due conclusioni ravvicinate di Diop che si sono spente sul ferro e che sarebbero state utili per tornare sotto la doppia cifra di svantaggio. Se nell’ultimo caso ha la sua influenza la stanchezza, negli altri citati è più il fattore mentale a fare la differenza. Markovic in sala stampa ha mandato un messaggio ai suoi uomini, affermando che sono mancati dei giocatori chiave nel momento fondamentale della gara. L’impressione è che i biancoblù accusino troppo la pressione per una squadra che deve giocarsi l’accesso ai playoff in un campionato che ha alzato notevolmente l’asticella. Il calcolo arriva quasi in maniera naturale. Sassari dopo la pausa ha vinto contro Bologna, Venezia e Brescia, squadre contro cui una sconfitta non veniva vista come un sacrilegio. Ha ripreso il filo con Brindisi, ma ha perso, invece, nei match in cui i punti avevano un valore numerico e psicologico: Trento e Napoli su tutti, senza dimenticare il passo falso con Pesaro. Con le ultime due sfide che hanno ripresentato quella Sassari dai mille volti che l’andamento del campionato non permette di avere.

La sconfitta del PalaBarbuto allontana, ma non preclude definitivamente l’accesso ai playoff. Conteranno i risultati altrui, ma specialmente quelli sassaresi. Pistoia è rimasta ferma a 28, mentre l’ottavo posto è ora di Tortona a quota 26. Un passo falso già nella prossima sfida contro Varese potrebbe sì mettere fine agli obiettivi, in attesa di quanto accadrà sugli altri campi. La Dinamo è con le spalle al muro, ma il destino è tutto nelle sue mani.

Matteo Cardia

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