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Dinamo Sassari | La cura Markovic alla base della rinascita biancoblù

Nenad Markovic durante Dinamo Sassari-Brescia | Foto Claudio Atzori
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Leggiamo! Dalla conferenza pre Bologna secondo Nenad Markovic:Crediamo nella buona qualità della squadra, però voglio il 100% da tutti. Voglio vedere sempre uno spirito da battaglia e la fame negli occhi dei miei giocatori”. Non è da tutti i coach dire no alla disponibilità di un presidente di arricchire il roster con un nuovo innesto dal mercato. Come non è da tutti riuscire a centrare tre vittorie consecutive contro altrettante big del campionato quali Bologna, Venezia e Brescia. La cura Markovic, fatta di disciplina, attenzione al dettaglio e tanto sudore, ha portato più di quanto ci si potesse aspettare. Non solo fiducia a una squadra che aveva perso la rotta, ma in particolare segnali incoraggianti all’ambiente che sembrava aver rinunciato alla corsa playoff. 

Rinascita

La parabola di Markovic in terra sarda, come anticipato anche dal tecnico bosniaco durante la sua conferenza stampa di presentazione, ha avuto bisogno di tempo prima di dare i suoi frutti. Ripartire dal lavoro in palestra e dalla ricerca di una condizione migliore, per poi andare a lavorare sulla testa di un gruppo che mai come quest’anno ha faticato a trovare la propria identità. Ricerca meticolosa e precisa dei giusti meccanismi per far girare alla perfezione la squadra, con il carattere da plasmare e forgiare come punto principale all’ordine del giorno durante tutte le sessioni tattiche. Sudore e sacrificio messi sul parquet con lo scopo di trovare la scintilla che scatenasse la reazione dei sassaresi in vista di un finale di stagione regolare che stava prendendo una brutta piega. Così si è arrivati alla sfida contro Bologna: una partita da vera Dinamo, una gara vinta con cuore, grinta e tanta fame che ha spianato la strada alla rinascita dei biancoblù. Poi è arrivata la difficile trasferta in Laguna contro Venezia: un successo sofferto, in cui i sassaresi sono stati capaci di reagire grazie anche a un Gombauld dominante. Infine la sfida casalinga contro Brescia. Una gara in cui il Banco ha addomesticato la Leonessa, ha saputo tenere botta al tentativo di reazione della capolista e quando tutti ormai la davano per spacciata sul -10 nell’ultimo parziale, ha dato il colpo di coda: raggiungendo l’overtime, ribaltando il risultato e conquistando due punti pesantissimi.

Identità e consapevolezza

Una Dinamo consapevole e decisa, sporca quando necessario, che ha messo in mostra cattiveria e costanza. Una squadra che ha ritrovato la sua identità prendendo ispirazione e facendo affidamento totale sul proprio coach. “Markovic fa un gran lavoro sotto l’aspetto della costruzione, ora sappiamo davvero ciò che dobbiamo fare”, queste le parole di Cappelletti in presentazione del match contro Brescia. Dichiarazioni di rilievo che dimostrano l’importanza del lavoro tattico fatto dal proprio allenatore, fattore che ha permesso al gruppo di avere le idee chiare in ogni fase del gioco. Il tutto però grazie soprattutto alla fiducia data dal tecnico e dal General Manager Federico Pasquini nel momento in cui si è deciso di puntare sul roster già presente senza andare ad aggiungere nuove pedine dopo l’arrivo del coach bosniaco. “Grande merito va alla società nell’averci dato fiducia. Il coach fin dal primo giorno ha detto che credeva in noi, queste sue parole ci hanno responsabilizzato tanto”. Dal 13° posto prima del match contro Bologna, con quattro punti di distanza sia dalla zona retrocessione che da quella playoff, al 9° gradino della classifica, a quota 22 punti, alla pari di Tortona 8ª. La musica a Sassari è cambiata e gran parte del merito va sia alla società, abile nel prendere la difficile decisione di un avvicendamento in panchina, ma in particolare al sergente Markovic.

Andrea Olmeo

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