Una partita strana, non solo a causa degli errori evidenti al tavolo, in cui si sono visti diversi possibili volti della Dinamo Sassari. Quelli più cupi, tra inizio secondo quarto e per tutto il terzo periodo, ma anche quelli in cui a prendere spazio ĆØ un sorriso quantomeno abbozzato sia nel primo che nell’ultimo quarto. Che la prima trasferta di Basketball Champions League non sarebbe stata facile era cosa nota. Per energie, per capacitĆ di giocare insieme e per un avversario davanti piuttosto ambizioso. Da Stettino però i biancoblù tornano con l’idea chiara di quello che dovrĆ cambiare.
Allarme difesa
“Serve cambiare atteggiamento“. In sala stampa, cosƬ come ĆØ stato netto riguardo il ricorso che verrĆ presentato dal club per le irregolaritĆ del secondo quarto (qui la notizia), il coach dei sassaresi Piero Bucchi ha parlato del salto di qualitĆ mentale che la squadra dovrĆ fare per dire la sua nella competizione europea. Trasformare gli alti e bassi all’interno della stessa gara, in qualitĆ e quantitĆ spalmata nell’arco dei 40′. Senza interruzioni troppo lunghe che possono costare divari che costringono all’utilizzo di energie che potrebbero essere necessarie nei minuti più importanti della gara. Ć chiaro che questo non significhi non commettere errori, ma saperli limitare attraverso uno sforzo collettivo che deve tentare di essere il più costante possibile. Sforzo che si dovrĆ fare soprattutto nella propria metĆ campo, dove a fine secondo quarto – al di lĆ dell’irregolaritĆ nel cronometro – sono stati troppi i 58 punti subiti. Troppe le possibilitĆ lasciate agli avversari di spingere in transizione, tante anche le difficoltĆ sul lato debole che hanno permesso al King Szczesin di prendere fiducia. La zona 3-2 ha limitato i danni e fatto capire come con un approccio diverso le cose sarebbero potute andare diversamente, almeno prima di un ultimo minuto del secondo periodo che ha cambiato effettivamente tanto negli umori della squadra prima che tornasse negli spogliatoi.
Segno positivo
Di buono, come detto, c’ĆØ l’inizio di gara segnato dal tentativo di Gentile di indicare la via giusta e un ultimo quarto in cui i polacchi hanno alzato il piede dall’acceleratore, ma si sono trovati di fronte una Dinamo diversa. Più reattiva a rimbalzo, più volitiva in difesa e brava in alcune occasioni a eseguire in attacco, aspetto che invece ĆØ mancato totalmente nei quarti centrali. E motivo per cui Diop ĆØ riuscito ad avere una maggior efficienza sotto le plance nel finale, diventando quasi improvvisamente un problema per gli avversari. Sullo sfondo restano una stanchezza e una poca conoscenza che hanno ancora influito sulla prestazione, specialmente di un Tyree apparso completamente scarico fisicamente e poco lucido nelle letture offensive, ma anche i piccoli passi in avanti di un Whittaker più aggressivo e di McKinnie, con l’ex Golden State fondamentale nel secondo quarto ma vittima di alcune amnesie di troppo in difesa. Dalla Polonia, qualunque decisione arriverĆ dal giudice della Bcl dopo il ricorso annunciato, Sassari torna comunque con un passivo non impossibile da ribaltare, ma soprattutto con una lezione che potrebbe essere utile per i prossimi impegni sia in Europa, che in Italia, a partire dalla prossima sfida con Bologna. Senza la giusta determinazione e la necessaria intensitĆ si fa fatica su ogni campo. E se la seconda ĆØ figlia di una condizione fisica ancora da trovare, la prima deve essere il cuore pulsante di una Sassari che per essere protagonista ha bisogno di mettere in mostra tutta la sua fame, in ogni momento della gara.
Matteo Cardia














