“Le assenze logorano” aveva affermato il coach della Dinamo Sassari Piero Bucchi al termine della sfida persa contro Verona, la prima dopo più di due mesi di sole vittorie. Vittorie che erano arrivate grazie alla capacità di reinventarsi, oltre che dalla crescita di alcune individualità e del senso di squadra. La partita contro gli uomini di Ramagli era stata il primo timido campanello d’allarme, il segnale che quelle mancanze stessero davvero cominciando a farsi sentire nonostante gli sforzi. Così, anche stringendo i denti, Filip Kruslin e Jamal Jones sono tornati in campo per dare più di una mano ai compagni contro Treviso.
Faccia a faccia
Ventisette minuti per il croato, quattordici – complice la precauzione per un lieve dolore alla caviglia precedentemente infortunata – per lo statunitense. Ognuno dei due a mettere il tassello sul successo numero quindici in campionato (qui per leggere l’analisi completa), con l’ex Cedevita a far sentire maggiormente il proprio peso. Non solo per il minutaggio più largo, ma per la capacità di rimettersi subito in moto e interpretare il ruolo disegnato da coach Bucchi. Faccia a faccia su Banks dal primo possesso avversario, Kruslin è riuscito a disinnescare quasi completamente l’ex Brindisi che storicamente, ma anche all’andata, era sempre riuscito a far male ai sassaresi. Con il contributo che è andato però ad avere un grande impatto anche a livello offensivo. Quattro triple su sette tentate, facendo così registrare oltre il 57% dall’arco, tra cui la bomba che ha ricacciato indietro definitivamente la squadra di Nicola in un ultimo quarto in cui Sassari era sembrata staccare per qualche minuto la spina. Uno sforzo fondamentale per agguantare nuovamente i due punti, sottolineato dallo stesso allenatore nel post partita (qui le parole).
Tempi
Se Kruslin è stato fondamentale sin da subito, il rientro di Jones è la notizia migliore per il futuro dei biancoblù. Che hanno bisogno dell’ex Bahcesehir non solo dal punto di vista strettamente numerico, ma sotto ogni tipo di aspetto. A livello offensivo, perché il prodotto di Texas A&M ha un range di soluzioni che alla Dinamo sono mancate per tutto marzo, e che in post-season, quando le difese saranno ancora più serrate e renderanno meno fluidi i possessi, potranno diventare fondamentali. Ma potenzialmente anche a livello difensivo, in cui a volte le problematiche di falli hanno offuscato le potenzialità di un giocatore che già in Turchia aveva dimostrato le proprie qualità nella sua metà campo. La voglia mostrata nella prima conclusione presa e mandata a segno dall’arco dei 6,75 è stata più di un buon biglietto da visita per Jones, che si è poi fatto notare per la presenza a rimbalzo (cinque quelli tirati giù). Ora l’ala statunitense, dopo quasi un mese d’assenza, dovrà rimettere ritmo partita nelle gambe e fiato nei polmoni, nel rispetto però di tempi e bisogni sottolineati anche da coach Bucchi dopo l’ultima sfida.
A cinque partite dal termine e con Brindisi all’orizzonte, contro Treviso la Dinamo Sassari non ha solo ritrovato subito il feeling con la vittoria, ma anche due elementi che possono rendere più forti le sue sicurezze. Sicurezze che nella fase finale di stagione potrebbero diventare ancor più fondamentali per continuare ad attestarsi sulle vette raggiunte durante la propria corsa.
Matteo Cardia














