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Dinamo Sassari | Il mercato biancoblu, tra certezze e attese

Federico Pasquini prima della palla a due di Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Givova Scafati | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
Federico Pasquini GM del Banco di Sardegna Dinamo Sassari | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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La voglia di ripartire unita alla necessità di anticipare le concorrenti. Con quello che era uno svantaggio poco più di un mese fa, che potrebbe essere diventato un tempo alleato. Il tempo scorre, ma la Dinamo Sassari è probabilmente la squadra con più spot al completo in un mercato in cui più caselle erano da occupare. A rimanere vacanti sono ancora due posti, ma guardando alle scelte fatte e a quanto accade in casa altrui il tragitto fatto lascia sensazioni positive.

Marchio

Zoccolo duro italiano completato con l’arrivo di Vincini, quattro-quinti del quintetto firmati, tra nuove conoscenze e una vecchia come Bendzius che tornerà dopo l’anno di stop forzato. Restano da colmare due vuoti, quello della guardia, forse quello più delicato, e quello del centro che partirà dalla panchina. Gli identikit sono ormai noti da tempo. Nello spot di due servirà una guardia fisicamente più importante rispetto a Bibbins, ma che a forza fisica unisca primo passo e capacità di creazione dall’uno contro uno per sé e per i compagni. Dalla panca, invece, ci sarà bisogno di un cinque in grado di offrire soluzioni differenti rispetto ad Halilovic. E offrire così soluzioni più simili a quelle fatte conoscere da Ousmane Diop in maglia biancoblù, o per tornare ancora indietro a quelle offerte da DeShawn Stephens. Un giocatore, dunque, che con il proprio dinamismo sappia aggredire la profondità del pitturato per lo più da situazioni di pick and roll. Al momento la squadra composta vede un solo americano presente, con diversa esperienza tra Polonia e Francia, e quattro giocatori provenienti dal Vecchio Continente (Polonia, Lituania e Bosnia). Le scelte fatte, la ricerca dell’alto QI sia con Halilovic che con Sokolowski e le caratteristiche degli stessi giocatori, potrebbero suggerire un filone di ricerca ben preciso per entrambi gli elementi, ma soprattutto della guardia: quello dell’esplosività e dell’imprevedibilità. Caratteristiche che spesso è più facile trovare nell’ampio bacino del mercato statunitense, anche se l’esperienza in Europa resta una prerogativa pure per i giocatori a stelle e strisce.

Vantaggi

Il tempo è dalla parte di una Dinamo che potrebbe avere due chance: quella di guardare a un giocatore simil Tyree, con pochi anni alle spalle ma dal potenziale importante, o a un giocatore più esperto, passato recentemente o meno anche in Italia. La profondità del pozzo da cui si potrebbe attingere rende difficile fare nomi. Guardando ai campionati solo cosiddetti di seconda fascia, tra Germania, Francia, campionati baltici e Grecia potrebbero essere diversi i profili capaci di solleticare l’appetito. E qualcuno in Italia ha già adottato la stessa tattica pescando in Germania (Napoli ha firmato Copeland, ex Pistoia e nell’ultima stagione a Bamberg, Tortona sembra vicina a Kuhse del Rasta Vechta), mentre Venezia pensa a quel Marcus Foster che in passato era finito sotto la lente di ingrandimento sassarese. La Dinamo al momento lavora sottotraccia. Con il vantaggio anche di poter lavorare con più sicurezza rispetto ad altre società come Brescia, malgrado la differenza di budget, ma anche Pistoia, ancora dubbiose su chi si siederà in panchina. Il tempo è dalla parte del club biancoblù, che aspettano anche di capire quali saranno le possibilità europee. Brescia sembra non voler partecipare alla prossima Bcl e al momento l’unica certa di un posto sembra Reggio Emilia. Il ranking pesa sulla situazione italiana in quella che dovrebbe essere l’ultima edizione della Basketball Champions League per come la si conosce, data la probabile fusione nel 2025/26 con l’Eurocup. Come raccontato da Sportando, i risultati degli ultimi tre anni potrebbero garantire un solo posto diretto. Per la Dinamo potrebbe restare aperto il discorso wild-card con una partenza dalle qualificazioni, visto anche le relazioni positive con il board Fiba. Tutto però appare in divenire.

Matteo Cardia

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