Era facile anticiparlo, ma anche nella serata del 26 dicembre Venezia-Sassari non è stata una partita che ha deluso le attese. Sempre aperta, almeno fino a metà ultimo quarto, quando una tripla di Willis ha spezzato definitivamente o quasi le ultime speranze di una Dinamo Sassari che era di nuovo lì, vicina e minacciosa contro una Reyer lunga e forse per la prima volta continuamente solida a rimbalzo. Al Taliercio è finita 86-76 in favore dei nuovi compagni di Marco Spissu, davanti a un gruppo biancoblù confermatosi però solido. Nonostante i problemi fisici e, questa volta, malgrado anche un trio arbitrale che in certi momenti della gara è stato più che confusionario.
Reazione
Se la partita avrà quasi l’obbligo di essere lasciata da parte dopo i primi giorn dopo i primi allenamenti della settimana, quasi sicuramente sarà il post gara a lasciare gli strascichi più lunghi. Le parole di coach Piero Bucchi in sala stampa (qui per leggerle), così come quelle del presidente Stefano Sardara sul metro di giudizio arbitrale (clicca qui), non potranno passare di certo inosservate. Visto soprattutto che arrivano da uno dei pesi massimi della categoria tra gli allenatori e da un presidente che all’interno della Legabasket non ha mai perso occasione per far sentire la propria voce. L’errore in occasione del secondo tecnico fischiato a coach Bucchi, sulla situazione che vedeva implicati Robinson e Watt a poco più di un minuto dalla fine, è evidente. Ma è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso in una gara che dall’una e dall’altra parte ha visto più di qualche fischio dubbio, con Sassari che a metà terzo quarto era già a quota 20 falli commessi. Reyer-Dinamo è stata però per fortuna anche altro rispetto alla questione arbitrale. E alla fine ha premiato la squadra che non è arrivata in riserva alla fine dei 40’ minuti sul parquet.
Energie
Senza Gentile e Treier e con un Jones più che acciaccato, la squadra di Bucchi ha prodotto uno sforzo importante dal punto di vista mentale. Un tentativo di mettere in difficoltà la squadra di De Raffaele che ha visto tutti protagonisti, con i soli Raspino e Pisano a non far parte realmente delle rotazioni (il primo solo meno di un minuto in campo). È stato Luca Gandini a interpretare il ruolo di uomo che non ti aspetti, mettendo dentro al parquet tutta l’esperienza e la caparbietà necessarie a Sassari per rimanere in piedi nonostante il difficile rapporto con i falli dei propri lunghi. Tutta la panchina però, con Chris Dowe a guidarla, ha avuto però un buon approccio a una sfida in cui Venezia ha provato a dilatare il tempo degli attacchi sassaresi per metterla in difficoltà , ma soprattutto ha dimostrato per la prima volta una certa cattiveria a sotto i tabelloni finendo per dominare la lotta (44-25 per i Lagunari il conto dei rimbalzi). Il rammarico alla fine sta forse proprio negli extrapossessi concessi, importanti tanto quanto la poca precisione e lucidità nel finale sia dalla lunetta (12 su 21 finale, appena il 57%) che per alcune scelte offensive nel pitturato ben protetto dagli avversari, anche se in quel frangente sono state anche le poche energie a influenzare la situazione. Perché per il resto Sassari aveva dato l’impressione di potersela giocare fino in fondo, con alcune folate – come all’inizio dell’ultimo periodo – in cui la ricetta più semplice della pallacanestro, fatta di difesa e contropiede, stava riuscendo alla perfezione grazie specialmente alla pressione messa dai piccoli sul pallone. Oltre alla reattività di mani e gambe sul proprio lato – 13 i palloni recuperati -, è stata anche la capacità di trovare protagonisti diversi in attacco la chiave per rimanere in scia, segnale di un gruppo ormai formato e capace di remare insieme verso lo stesso obiettivo malgrado anche le difficoltà di serata individuali, come quelle di uno spento Stephens.
Obiettivo che al momento si chiama Final Eight. Le speranze non sono scemate. Prima della fine del girone d’andata mancano tre partite, ma probabilmente una fetta della possibile qualificazione si gioca al prossimo giro, quando il 2 gennaio al PalaSerradimigni arriverà Brescia, al momento ottava in classifica con una vittoria in più, per la riedizione dei quarti di finale dei playoff Scudetto della passata stagione. Un passaggio fondamentale per lasciarsi indietro tutto il resto e soprattutto riconquistare definitivamente i panni della protagonista in Lba.
Matteo Cardia














