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Dinamo Sassari | Forza e visione di gioco: Onuaku completa il quadro sassarese

Chinunu Onuaku con la maglia degli Houston Rockets
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Il quadro è ora completo. L’ultima pennellata data da Federico Pasquini è di quelle inaspettate, capace di alzare ancora di più il valore della tela. Chinanu Onuaku sarà il centro della Dinamo Sassari nella prossima stagione. Un nome che porta con sé numeri e aspettative importanti, sia in campionato che in Europa.

Scaltrezza
La voglia di NBA e i workout con Celtics, Cavaliers e Raptors, passando per l’interesse per squadre di Eurolega come il Baskonia e il Panathinaikos. È in questo contesto, come dichiarato dal presidente della Dinamo Sassari Stefano Sardara ai nostri microfoni (qui l’intervista) che la società biancoblù si è inserita, dimostrando pazienza e scaltrezza nell’approfittare del quadro di un mercato europeo che nei piani alti è già quasi assestato e la voglia del giocatore di dimostrare di poter fare un ulteriore salto di qualità. La possibilità di sfruttare il budget riservato al potenziale rinnovo di Miro Bilan ha dato una mano fondamentale in più per convincere il lungo statunitense ad approdare in Sardegna. L’opportunità di giocare ed esordire in una competizione continentale come la Champions League, cresciuta di livello nelle ultime stagioni, e in un campionato come quello italiano che sta provando a tornare su vette alte di competitività, hanno fatto il resto. Senza dimenticare l’ambizione di una Dinamo che aveva bisogno di un giocatore del genere per rendere ancora più convincente il proprio progetto tecnico.

Vincente
Onuaku, classe 1996, si è formato cestisticamente nella Riverdale Baptiste School, liceo in cui le sue prove hanno fatto arrivare l’offerta di uno dei college più importanti a livello cestistico negli States, quello di Louisville. Dopo due anni con i Cardinals, con quasi una doppia-doppia di media, è arrivato il passaggio in NBA, con la chiamata di Houston al Draft del 2017. Onuaku si è così diviso tra la maglia dei Rockets e quella dei Vipers in G-League. Ed è nella lega di sviluppo NBA che il centro si è messo subito in mostra, sfruttando così alcune occasioni anche al piano di sopra sempre con la squadra texana. Minuti e potenzialità, nel 2020, hanno portato alla scelta di emigrare verso i campionati europei. Prima tappa allo Zadar, in Croazia, tra lega croata e Lega Adriatica. Nella prima viene nominato mvp della coppa nazionale e MVP della stagione. Titoli che attirano l’ambizioso Bnei Herzliya, in Israele. È l’annata della definitiva esplosione. Il protagonismo e le medie in ogni statistica si alzano, continuano i premi personali, a cui si uniscono quelli del club: Onuaku è MVP della coppa nazionale prima, vinta contro l’Hapoel Tel Aviv, e del campionato poi, principale protagonista del cammino fino alla finale scudetto della Winners League, persa dal Bnei contro l’Hapoel Holon dopo aver spazzato via il Maccabi Tel Aviv in semifinale.

Potenzialità
15.7 punti, 9.3 rimbalzi, 2.7 assist, 1.7 palle recuperate e 1.3 stoppate di media a partita. Numeri che durante i playoff si sono fatti ancora più importanti, come dimostrato in gara 3 delle semifinali contro il Maccabi chiusa con 25 punti, 15 rimbalzi e 5 assist. I numeri possono aiutare a comprendere quale impatto potrebbe potenzialmente avere un giocatore in grado di dare qualcosa di più oltre al lavoro sotto le plance. Onuaku sa cercare la profondità del pitturato e lavorare in post basso palla in mano sfruttando la propria forza fisica per concludere vicino al ferro. In Israele però ha fatto vedere di avere un buon tiro dalla media, sia da situazioni di isolamento sul fondo che ricevendo piedi per terra dopo il blocco portato per il piccolo. Per modo di intendere il pick&roll e per atleticità, Onuaku è il tipo di lungo che potrebbe esaltare maggiormente il lavoro di Robinson. I viaggi sopra al ferro non vengono mai rifiutati e la capacità di correre bene il campo è un altro fattore che sarà importante per una squadra che proverà ancora una volta a sfruttare le situazioni di transizione. Ma quello che potrebbe risultare ancora più determinante, oltre al senso della posizione a rimbalzo (più volte scavalcata quota quindici carambole in stagione), è la capacità di guardare e servire i compagni. Un aspetto che per una Dinamo che avrà sul perimetro diversi tiratori, ma anche giocatori in grado di attaccare il ferro con movimenti dal lato debole (Jones su tutti), potrebbe significare più variabilità nella scatola delle soluzioni offensive. In difesa, Onuaku ha dimostrato di essere un buon rim-protector, mentre l’arrivo in Europa ha consentito di lavorare e migliorare le letture in aiuto in cui può sfruttare un ottimo tempismo per la stoppata. Possibile punto debole del giocatore sono i closeout, quando soprattutto lunghi più piccoli e esplosivi potrebbero attaccarlo partendo dal palleggio lontano dall’area. Motivo per cui nell’annata in Israele, sul pick&roll è stato il contenimento la via scelta per aiutare il giocatore a fare meno fatica in difesa. Aspetto su cui il lavoro di coach Bucchi potrebbe essere fondamentale per un ulteriore step di crescita per il lungo, che avrà anche il compito di provare a continuare a migliorarsi – al di là della tecnica utilizzata – dalla linea del tiro libero (64% nell’ultima annata).

Matteo Cardia

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