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Dinamo Sassari, equilibrio e fame: a Cremona i biancoblù cercano il riscatto

Il gruppo della Dinamo Sassari dopo un timeout | Foto Luigi Canu
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Equilibrio. Una parola che in questo momento nella bussola della Dinamo Sassari potrebbe rappresentare il nord. La direzione a cui rivolgersi per evitare di guardare troppo a quanto accaduto nella prima uscita contro Napoli, pur consapevoli dell’importanza che quella folata di vento possa aver avuto nel proprio cammino, e pensare a come invece trovare le risorse e la voglia di mostrare il proprio miglior volto possibile in questo momento.

Solidità
“Non ci sono segreti: negli anni in maglia Dinamo ho già vissuto questi momenti, bisogna essere bravi ad azzerare immediatamente, l’unico trucco è chiudersi in palestra e lavorare. Piero (coach Bucchi) è la persona più adatta in questa situazione, è un coach che ha accumulato larga esperienza negli anni, bisogna fidarsi dei suoi consigli e delle sue direttive, tutto qua”. Dalle parole del club manager ed ex capitano Jack Devecchi, intervistato da La Nuova Sardegna, si capiscono i due punti fermi da cui Sassari è chiamata a ripartire: il lavoro quotidiano e la fiducia in chi lo dirige. Un binomio che non si può scindere per avere effetti nel breve e nel lungo periodo. L’ unico, al momento, in grado di creare i presupposti per una risposta più di attitudine che di tatticismi o tecnicismi. Perché dopo la prima partita ufficiale, in un gruppo in parte nuovo che durante l’estate ha dovuto adattarsi soprattutto anche a novità non calcolate come quelle degli infortuni, è normale che i meccanismi ancora non siano quelli ottimali per quanto già debbano essere sulla strada del consolidamento. Ma si fa invece strada la necessità di mostrare quell’unità di intenti e quella fame che già sembrava aver fatto capolino durante l’estate tra i biancoblù, vecchi e nuovi. Un modo per cercare di non dover rincorrere, ma per digerire anche meglio le difficoltà che il campionato può naturalmente presentare.

Nuovo turno
Il primo turno della Lba ha mostrato già, non solo a Sassari, quale può essere la faccia di un campionato in cui le gerarchie più importanti rimarranno probabilmente le stesse, ma in cui quelle di contorno sembrano essere arrivate a un momento di possibile cambiamento. Reggio Emilia e Varese hanno dato gli ultimi avvertimenti, in una giornata in cui su otto sfide solo tre hanno visto divari ampi tra le formazioni opposte. La Dinamo dovrà tener conto di questo contro una Cremona che davanti al suo pubblico cercherà la prima vittoria dal ritorno in Lba. I biancoblù ritroveranno coach Demis Cavina, che dopo l’esperienza a Sassari la scorsa annata è ripartito dall’A2 per portare dopo un solo anno Pecchia e compagni in massima serie. Ma anche un Trevor Lacey che con la maglia della Vanoli ha potuto già calcare il palcoscenico più adatto alle qualità già mostrate in Sardegna. Contro Trento è arrivata la sconfitta, in una gara rimasta aperta fino alla sirena finale ma senza che Cremona riuscisse a sferrare l’assalto decisivo. Una sfida in cui a emergere sono stati la voglia di combattere sotto le plance (42 rimbalzi contro i 37 trentini, di cui 17 offensivi), ma anche l’idea di correre in transizione quando possibile, così come di sfruttare la carta Grant Golden dentro l’area, con il lungo capace sia di giocare per sé stesso (18 punti nella prima gara) che per gli altri attraverso le buone letture di passaggio e la possibilità di far collassare la difesa avversaria. Sassari dovrà essere brava a togliere sicurezze alla squadra lombarda, a non far accendere giocatori come Pecchia ed attaccare Golden per toglierlo dalla partita attraverso soprattutto la maggiore verticalità e mobilità dei propri lunghi. Per riuscirci dovrà giocare però anche con la testa spoglia, lasciando spazio solo alla fame di riscatto e alle idee studiate durante una settimana di lavoro. L’unico modo per cambiare subito passo.

Matteo Cardia

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