Una strada sbarrata. O quasi, perché resta solo qualche centimetro di spazio basato su combinazioni che potrebbero far sollevare l’asta anche inaspettatamente. Pensare alla post-season, a quei playoff desiderati, posti come obiettivo senza timori dopo il raggiungimento della salvezza ottenuta con un marzo quasi perfetto, sembra però difficile al momento per la Dinamo Sassari. Perché prima dell’immaginazione, di due vittorie su due che sarebbero necessarie, viene l’attualità e la realtà di una settimana non come le altre. Una settimana per cui prima di guardare agli altri risultati bisognerà guardare a quello proprio, ma soprattutto a come maturerà.
Attualità
Restano due partite. La prima a Scafati, poi la chiusura con Reggio Emilia. Due squadre che senza la giusta attenzione difensiva potrebbero far ripetere quanto il presidente Sardara ha fatto intendere di non voler più vedere a seguito della sconfitta con Varese. La prima necessità, dunque, sarà la reazione da parte del gruppo sotto il profilo dell’atteggiamento negli 80’ complessivi in campo. Giocare la prima gara fuori casa, in un palazzetto caldo come il PalaMangano, consentirà di far capire quanto e se il gruppo è coeso e se, nel complesso, quell’assenza di leadership paventata dalle parole dello stesso presidente è reale. Senza il pubblico alle spalle, anche se nelle ultime settimane le gare giocate al PalaSerradimigni hanno portato a due cocenti sconfitte, mancherà quell’aspetto ambientale che a volte cambia le carte in tavola. Contro la Givova saranno i giocatori punzecchiati, per usare un eufemismo, sulla loro professionalità a poter offrire la loro versione dei fatti. A poter confutare quanto affermato o a confermare che spalle ormai spalle al muro non ci sia via d’uscita se non quella di aspettare il termine l’annata. Non è la prima volta che Sassari tocca il fondo o quasi in una stagione complessa sin dalle prime battute. Tuttavia, diversamente da altri momenti della stagione il tempo per riportare tutto a una forma voluta non c’è. C’è però quello per concludere l’annata dimostrando di essere entrati almeno in parte in empatia con un ambiente che al di là di tutto non ha mai voltato le spalle alla squadra.
Rimandare
Le somme conclusive verranno tirate all’ultima sirena, qualsiasi decisione arriverà poi in seguito. Le due partite ancora presenti nel calendario potrebbero comunque dare ulteriori sfumature da osservare per il futuro prossimo. Markovic, Bendzius, Cappelletti, questi gli uomini al momento sotto contratto di quelli più utilizzati. Con la guida tecnica e il lituano, data anche la scelta di proclamarlo capitano, che appaiono come le pedine più certe di un futuro in biancoblù. Non solo per il contratto fino al 2025, ma anche per le parole spese da Sardara a febbraio scorso e a seguito della sconfitta con Varese. Sarà comunque un’estate di cambiamenti. L’esito del campionato trasformerà anche l’operatività e il modo di far mercato della società vista la molto probabile assenza di coppe europee, che porterebbe a meno introiti e meno appeal per quanto riguarda soprattutto il parco stranieri. Risulterà ancor più fondamentale l’oculatezza nelle scelte, in un equilibrio tra scommesse e certezze che dovrà essere più solido rispetto all’anno in corso. Un discorso però che deve essere rimandato al 6 maggio. A quel primo lunedì che salvo stravolgimenti potrebbe essere l’inizio di un percorso importante per una Sassari che nella prossima stagione festeggerà i dieci anni dallo Scudetto. Una ricorrenza simbolica che potrebbe fare da ulteriore stimolo per andare oltre un’annata non positiva.
Matteo Cardia














