Aspettare non ĆØ mai semplice. Soprattutto quando arrivi dove attendevi da tempo la tua occasione. Ousmane Diop però ha saputo imparare negli anni l’arte della pazienza, a metterla da parte e a trarne beneficio in un inizio di stagione non semplice quando finalmente la Dinamo Sassari lo aveva richiamato per dargli quella opportunitĆ che gli anni in A2 gli hanno fatto meritare.
Sassari, Cagliari, Torino, ritorno
Arrivato nel 2013 in Italia dal Senegal, Diop ha avuto in Udine la sua prima casa nel mondo dei grandi tra il 2016 e il 2018. Ć bastato poco tempo per conquistare Sassari con quelle caratteristiche e potenzialitĆ da levigare ma dal futuro certo. CosƬ nell’estate del 2018 Sassari gli ha fatto firmare un contratto di quattro anni che prima gli ha consentito di capire l’importanza della piazza, poi gli ha concesso l’opportunitĆ di crescere con la promessa di ritornare. Prima tappa a Cagliari, poi ĆØ stata la volta di Torino, sempre nella galassia delle societĆ gestite dal presidente Sardara. Ć con la maglia della Reale Mutua, specialmente nella stagione 2020-2021, che il lungo senegalese si ĆØ messo in mostra con 15.6 punti e 7.6 rimbalzi a partita, cifre mantenute anche durante i playoff. Con l’arrivo di coach Denis Cavina a Sassari proprio via Torino, anche il classe 2000 ĆØ tornato in Sardegna. La svolta definitiva però ĆØ tardata ad arrivare: prima un infortunio lo ha tenuto lontano dai campi fino alla partita con Milano di ottobre, poi il rientro in campo si ĆØ confuso con il periodo peggiore di Sassari con ancora Cavina in panchina. Una Dinamo che non riusciva bene a coinvolgere i lunghi e che faticava a trovare quella serenitĆ necessaria per un approccio migliore alla categoria superiore. L’arrivo di Piero Bucchi però ha cambiato le cose.
Cambio di passo
La pazienza messa da parte nelle esperienze passate ĆØ servita. Complice la necessitĆ di ritrovare Mekowulu, Bucchi ha iniziato concedendo poco spazio a Diop nelle prime due partite. Il minutaggio però ĆØ andato sempre a salire almeno fino alla chiusura dell’anno, passando dai 7 minuti contro Napoli ai 22 contro Varese. Minuti accresciuti grazie soprattutto a una faccia diversa in difesa, come dimostrato contro Venezia, una mobilitĆ diversa rispetto al centro nigeriano fuori dall’area e a una crescita nella cattiveria portata sotto le plance in attacco. Il primo fermo causa Covid ha ridato slancio a Mekowulu, con i due che però hanno continuato a offrire più sicurezze a una Dinamo che dall’inizio della stagione aveva difficoltĆ a trovare i propri uomini nel pitturato. La possibilitĆ di avere più pressione sulla palla e più affidabilitĆ sui cambi difensivi ha dato a Diop più minuti in alcune partite come quelle contro Trento, Brescia e Trieste. Con l’arrivo di Bilan e l’inserimento del croato, complice anche l’esclusione dalle rotazioni di Mekowulu, il lungo senegalese ha avuto ancora più responsabilitĆ . E le due partite giocate con Tortona e Reggio Emilia, oltre ai miglioramenti, hanno mostrato gli aspetti sotto cui il ventiduenne nativo di Dakar dovrĆ cercare di migliorare, su tutti la lotta a rimbalzo. La Serie A ha un livello differente di fisicitĆ rispetto alla ex LegaDue e servirĆ ancora tempo per lavorare su un dettaglio fondamentale, specie per un lungo che raccoglie appena poco più di tre rimbalzi a partita.
La cattiveria e la capacitĆ di non abbattersi, vedasi la stoppata subita da Hopkins e il gioco da tre punti conquistato nell’azione dopo, sono segnali importanti in un percorso di crescita che si deve ancora definire. Quello che sembra essere certo però ĆØ il valore della scommessa fatta dalla Dinamo Sassari ormai cinque anni fa.
Matteo Cardia














