Una partita dal peso diverso, una sfida in cui le storie si intrecciano e potrebbero dar vita a conseguenze diverse tra loro. Dinamo Sassari-Scafati non è solo la sfida in cui i biancoblù sono chiamati a dimostrare di poter ritrovare fiducia prima in sé stessi e poi quella del pubblico sassarese. Ma è anche la gara in cui diversi destini si incrociano.
Passato
Pino Sacripanti e Piero Bucchi sono tra gli allenatori più esperti dell’intera Serie A. In Campania hanno trovato entrambi in Napoli una piazza accogliente a cui hanno regalato una promozione in A1, ma i rumors li hanno dati anche in competizione per la panchina di Avellino, con la Scandone che poi nella stagione 2015-2016 decise di virare sul nativo di Cantù. Sacripanti però ha anche avuto come proprio vice per diverse annate Massimiliano Oldoini, oggi sulla panchina sassarese. Ma quella di domani sera, sabato 25 novembre alle 20.30, sarà una gara speciale per i due fratelli Gentile, che si ritroveranno nuovamente sul parquet dopo un anno e più di pausa, visto il passaggio in A2 nell’ultima annata del figlio minore di Nando, Alessandro. Saranno poi due gli ex a tornare al PalaSerradimigni: David Logan, a cui già nella scorsa annata il pubblico sassarese tributò un lungo applauso al momento della presentazione, e Gerald Robinson, alla prima gara da avversario dopo due stagioni. Con il nativo di Nashville che sull’Isola potrebbe arrivare con una dose di rivalsa nel proprio serbatoio.
Valore
La serata per la Dinamo ha un valore specifico. Da ieri, giovedì 23 novembre, la squadra è in ritiro a Nuoro. Nessuna parola rilasciata, spazio solo al lavoro che nella mattinata di oggi, nell’unico indizio social, ha visto i biancoblù impegnati in una palestra del capoluogo barbaricino. L’obiettivo minimo in casa sassarese sarà quello di ritrovarsi e vedersi come una squadra capace di lottare. Una meta per cui sarà necessario un esame interiore, che per utilizzare le parole di Kaspar Treier dopo la gara persa contro Ludwigsburg passa dal “guardarsi allo specchio“. Perché ancor di più al momento, date anche le difficoltà di trovare un trascinatore emotivo della squadra data anche l’assenza di Diop, il modo più efficace per riuscire a rimettersi in piedi sembra essere la forza di un gruppo che deve ritrovare la stima in sé stesso. Anche perché senza unità di intenti e volontà di aiuto, che in campo si trasformano soprattutto nel tentativo di fare un passo in più in difesa, la sfida contro Scafati si fa in salita. Così come provare a riconquistare quei tifosi delusi dopo gli ormai primi due mesi di stagione.
Passo in più
Quello campano è il miglior attacco della Serie A, capace di segnare in media attualmente 90,4 punti a partita. Punti che arrivano non solo dalla libertà lasciata all’uno contro uno, ma anche da una buona circolazione di palla sottolineata dagli oltre 20 assist a gara e certificata dal 41,9% dall’arco che fa della Givova la squadra che tira meglio da tre in tutto il torneo. Sei al momento i giocatori al momento in doppia cifra di media, dai 15 di Pinkins agli 11 di Nunge, anche se tra questi non ci sono né Rossato – miglior tiratore dall’arco per percentuali in Lba con il 65% – e Alessandro Gentile che si fermano entrambi tra i 9 e gli 8 punti a gara. Dati che mettono in chiaro quale sarà il compito principale della Dinamo: limitare l’attacco avversario. Senza una buona reattività sul perimetro e idee chiare sulle letture difensive, a partire dal modo di affrontare i blocchi, Scafati può scappare. Diventerà cruciale evitare di far prendere ritmo alla squadra avversaria e indirizzare la gara verso il canale delle proprie intenzioni. Avere quindi un impatto opposto a quello avuto contro Varese, squadra anch’essa più votata all’attacco che alla difesa. Difesa che è il punto debole di Scafati finora, che sì ha dalla sua la propensione offensiva, ma subisce meno punti – 89,6 – solamente della Openjobmetis. Per essere pericolosa, Sassari dovrà però essere convinta di poterlo essere. A partire dai suoi esterni che contro difensori non di primo rango dovranno avere la capacità di creare vantaggi. Ma altrettanto importante sarà il lavoro di chi, come McKinnie e Charalampopoulos, dovranno provare a togliere fiato e pazienza a Pinkins e Gentile. Con il greco che oltre a farsi trovare sugli scarichi potrebbe essere fondamentale nel lavoro spalle a canestro in post-up per creare confusione nel sistema difensivo di Scafati. Mentre il lavoro collettivo, sarà determinante anche a rimbalzo. In quel fondamentale per cui entrambe le squadre al momento per scelta, caratteristiche e defezioni hanno poca vocazione. Ma su cui potrebbero decidere le sorti di una gara che Sassari deve prima di tutto credere di poter fare sua.
Matteo Cardia














