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Dinamo Sassari | Desideri e ritorni, il campionato ora può iniziare

Bree Tyree in Dinamo Sassari -Treviso | Foto Luigi Canu
Bree Tyree in Dinamo Sassari -Treviso | Foto Luigi Canu
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A volte la forma importa poco, l’importante è arrivare all’obiettivo. Il desiderio ha una forza che pochi altri sentimenti hanno. La Dinamo Sassari voleva dimostrare di poter vincere nonostante le sicurezze ancora non ci siano, tornare a far esultare il proprio pubblico e non perdere quelle abitudini che fanno bene al cuore. C’è riuscita contro una Treviso che davanti al suo gruppo ha il cartello “lavori in corso”, ma poco importa. PerchĂ© l’80-76 finale in favore dei biancoblĂą fa muovere la classifica e soprattutto regala un pizzico di serenitĂ  in un percorso verso l’amalgama di squadra che sarĂ  ancora lungo.

Mattone

Primo mattoncino? No, è un mattoncione: è un mattone grossissimo nella nostra stagione“, ha detto sorridendo il coach dei sassaresi Piero Bucchi al termine della gara contro la Nutribullet. Da una parte la possibilitĂ  di giocare con quasi tutti i protagonisti scelti della nuova stagione, con Raspino unico assente per infortunio, aspetto che conta soprattutto per il futuro, sia nel breve che nel lungo periodo. Dall’altra due punti che cambiano la propria graduatoria in un campionato che poi metterĂ  di fronte squadre come Virtus Bologna e Tortona, ma che soprattutto regalano sorrisi utili al lavoro in settimana e ad approcciare al meglio anche il primo impegno in Bcl di martedì 17 ottobre. Anche la tranquillitĂ , oltre alla voglia di riuscire a far confermare la Dinamo a quel livello mostrato nelle ultime due stagioni, servirĂ  a una squadra che di passi avanti ne deve fare diversi, come lasciato intendere dal suo allenatore.

Ritorno

La disponibilitĂ  quasi totale del roster era però diventata la condicio sine qua non per mettere le basi della crescita voluta. Il ritorno di Brein Tyree ha fatto capire ancora di piĂą il perchĂ©. Che il prodotto di Ole Miss avesse punti nelle mani non era un mistero, mentre dal punto di vista mentale la risposta del giocatore dopo l’assenza prolungata era da capire. Diciotto punti in ventiquattro minuti, cinque falli subiti, diverse buone letture con la palla in mano. Al di lĂ  degli errori dalla lunetta, figli soprattutto nel finale di una stanchezza evidente, la Dinamo con l’ex Ostende ha trovato il giocatore in grado di giocare per sĂ© e per gli altri quando i giochi studiati si rompono e non sortiscono piĂą effetti. L’uomo, insomma, da cui andare per creare vantaggi e che può prendersi il tiro quando la palla scotta. Dopo il ritorno di Charalampopoulos, meno in evidenza in attacco ma fondamentale per gli equilibri della squadra in ambo i lati grazie alla capacitĂ  di leggere le diverse situazioni, quello di Tyree può aprire una nuova fase. Anche perchĂ© potrebbe finire per essere uno stimolo per i compagni, specialmente per gli altri componenti del pacchetto Usa.

Pazienza

Whittaker e McKinnie sono ancora i due giocatori che devono prendere le misure. Il primo alla pallacanestro italiana, il secondo a quella europea in generale, come ammesso dallo stesso Bucchi in sala stampa. L’ex Golden State ha avuto lampi in cui ha mostrato le sue qualitĂ , ma ha rischiato di rovinare tutto con un fallo antisportivo evitabile nel finale. L’ex Wurzburg, invece, sembra ancora alla ricerca di un modo per avvicinarsi al completo adattamento. Per un playmaker, trovarsi in un contesto in cui la squadra cambia pelle visti i continui nuovi ingressi non è quello piĂą semplice da digerire. Oltre alla conoscenza dei compagni, per Whittaker sembra mancare quella fiducia che consente soprattutto di attaccare convintamente il ferro, creare vantaggi con una certa continuitĂ  e che non fa pensare di poter incappare nell’errore subito dopo aver fatto un qualcosa di positivo. Il playmaker di Filadelfia da questo punto di vista potrĂ  guardare come esempio a un Cappelletti che ha mostrato di saper essere piĂą in grado di combattere i suoi stessi up and down, motivo per cui Bucchi si è affidato a lui nel momento piĂą importante della gara. Lezione che in parte nella gara con Treviso è stata fatta propria da Diop e da Gombauld, autori di una gara in cui ognuno dei due ha compensato i momenti non semplici dell’altro, soprattutto nel secondo tempo.

L’organizzazione sia offensiva che difensiva, nonostante alcuni buoni sprazzi anche con la press, avrĂ  bisogno ancora di tempo per consolidarsi. Contro Treviso però Sassari ha chiuso la prima partita con un plus/minus con un segno positivo, segno di una prestazione generale che ha comunque lasciato intravedere un importante miglioramento, malgrado la costanza non sia ancora di casa e manchi la capacitĂ  di strappare via la partita nei momenti che lo consentono. CapacitĂ  che si costruiranno partita dopo partita. Ora, però, il campionato della Dinamo Sassari sembra poter davvero iniziare.

Matteo Cardia

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