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Dinamo Sassari, dal finale amaro con Derthona a un’alchimia da trovare

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Eimantas Bendzius in azione contro Tortona | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Nella pallacanestro non esistono vie di mezzo. Si vince o si perde, a volte anche senza un possesso pieno di distanza. La bellezza del gioco si può trasformare velocemente in crudeltà, in una convivenza come quella tra yin e yang, tra il negativo e il positivo. La Dinamo Sassari nella serata del 13 marzo ha conosciuto nuovamente la parte buia di uno sport in cui i finali ti possono dare tanto e togliere altrettanto: resta però la consapevolezza di aver giocato per la vittoria fino alla fine Bertram Derthona che ha dimostrato ancora una volta di essere una matricola solo sulla carta.

La gara

Non è stato il Banco di Sardegna più brillante della stagione, complici le due partite nei precedenti sette giorni e i pochi allenamenti per inserire un Miro Bilan accolto in maniera trionfale dal pubblico del PalaSerradimigni. Nonostante l’assenza di Daum, fermato in Piemonte dalla sinusite, la squadra di Ramondino ha saputo stringere i denti e punire soprattutto con gli esterni una Dinamo che in difesa ha avuto più difficoltà a leggere le diverse soluzioni avversarie. Sanders è stata l’incognita principale sin dalla palla a due per i sassaresi, che hanno subito soprattutto la precisione dello statunitense, la tecnica e la tenacia di Cain sotto le plance e la capacità di Wright di mettere in ritmo i compagni. Robinson all’inizio ma soprattutto Bendzius ci hanno messo una pezza nel primo periodo, prima che sul finire del secondo periodo la squadra di Ramondino tentasse la fuga toccando il +12 spinta dal duo americano e dal buon impatto di Filloy e Mascolo. Solo un exploit di Gentile ha ridotto lo scarto fino al -7 prima della sirena. Alla ripresa del gioco Macura ha provato a far scappare i suoi fino al +14, in uno dei pochi squilli prima che la sua espulsione, i problemi di falli di Cannon e la crescita difensiva della Dinamo, che con la 1-3-1 ha imbrigliato l’attacco ospite, permettessero al Banco di rientrare in partita. Decisivo l’apporto di un Bendzius devastante (29 punti e 7 rimbalzi alla sirena finale), l’unico tra i biancoblù insieme a Gentile a essere realmente dentro la gara per tutti i quaranta minuti di gioco. Nel quarto conclusivo il lituano con tre triple di fila ha portato per la prima volta Sassari in avanti sul 77-75, con la partita che però è rimasta in equilibrio fino ai secondi finali quando due giocate di Cain tra attacco e difesa hanno ribaltato nuovamente l’inerzia della gara, trascinando il risultato fino all’83-87 finale.

Tempo

Tre partite in sette giorni, due vittorie e una sconfitta. Il bilancio, nonostante il ritorno al PalaSerradimigni non abbia fruttato ciò che si sperava, rimane positivo. Potrebbe sembrare strano ma un solo ingranaggio differente, anche se più pregiato rispetto a quello passato, ha bisogno di tempo per assestarsi e avere l’impatto che ci si aspetta sulle prestazioni della macchina. Ancora di più se questa ha avuto già dei cambiamenti importanti nel tempo. I giorni a disposizione di coach Bucchi per inserire Miro Bilan erano pochi e si è notato. La squadra ha comunque fatto in modo di far sentire il croato parte delle idee sassaresi soprattutto in attacco, appoggiandosi tanto in post basso, forse anche troppo, tra secondo e terzo quarto, quando Tortona ha provato a scappare. Con Diop in campo e con più aggressività sui cambi la Dinamo ha ripreso a girare, fino al termine dell’ultimo periodo quando è stata la stanchezza a farla da padrone, come confermato dalla poca lucidità di Robinson nell’azione che poteva riaprire la gara e dal tiro finale di Logan sul ferro nonostante il tanto spazio. Nel corso dei 40’ però sono state le poche palle recuperate, la mancanza di reattività sul perimetro e qualche errore di comunicazione in difesa le chiavi di una partita in cui il finale non ha sorriso ai sassaresi come invece capitato in altre occasioni. Perché nonostante le grandi capacità offensive, le vittorie della Dinamo passano dalla difesa e le partite contro Trento e Trieste ne sono state l’ennesima testimonianza.  

Non esistono partite facili in questa LBA e il calendario lo dimostra. Domenica 20 la Dinamo va a Reggio Emilia, nella casa di un Andrea Cinciarini che in questo momento è uno dei migliori giocatori del campionato. Una sfida difficilissima e che metterà ancora una volta alla prova un gruppo che ha già dimostrato di essere capace di sapersi rigenerare in fretta.

Matteo Cardia

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