Due buoni allenamenti, ma anche due buone occasioni per porre le basi di una amalgama da costruire in vista dell’inizio della stagione ufficiale. Due partite in cui la Dinamo Sassari ha lasciato intravedere qualche buona indicazione nonostante gambe pesanti e rotazioni corte a causa delle assenze di Gerald Robinson e Jamal Jones.
Fattori
La squadra mandata in campo con il Cedevita Olimpjia Lubiana e contro l’Hapoel Tel Aviv ha avuto due protagonisti su tutti, che sottolineano da una parte il valore aggiunto della continuità , dall’altra quello della novità . Eimantas Bendzius e Chinanu Onuaku potrebbero essere due attori protagonisti del film della prossima annata. Il lituano ha chiuso il torneo con 49 punti in due partite, trovando subito gran ritmo dai 6,75 ma dando anche una mano importante a rimbalzo e in difesa e chiudendo da top scorer entrambe le partite. Il lungo ex Rockets, nonostante una condizione fisica non ancora ottimale, ha dimostrato di poter essere determinante sotto i tabelloni, lì dove la Dinamo aveva sofferto almeno nella fase iniziale della scorsa annata. Al di là di alcune scelte frettolose nel tentativo di mettersi in ritmo anche dall’arco, di alcuni falli evitabili e alcuni tagliafuori mancati, Onuaku ha fatto capire di essere capace di occupare il pitturato con personalità , dal prendere spazio con il corpo fino a volare con una certa continuità sopra il ferro. Ma non solo, perché alcuni ribaltamenti hanno fatto intravedere quelle capacità di passaggio che potrebbero essere importanti nell’economia dei piani offensivi sassaresi. Positiva anche la reazione d’orgoglio nel secondo tempo della finale contro l’Hapoel, che nei primi due quarti aveva negato spesso le linee di passaggio per lui. Una situazione che ne ha condizionato la prova anche in difesa, fino almeno a metà terzo quarto quando proprio da un suo personale 4-0 di parziale la Dinamo ha cominciato a risalire la china fino a impattare nel risultato dopo essere stata anche sotto di quattordici punti.
Reazione
Proprio la reazione con gli israeliani è stata probabilmente l’aspetto più positivo della due giorni di basket giocato. Bucchi non ha potuto contare su due giocatori che saranno fondamentali nell’arco della stagione, ma ha tentato comunque di dare profondità alle rotazioni con il solo Raspino rimasto spesso fuori insieme al giovane Pisano, premiato però dallo stesso coach per il lavoro nel ritiro. I carichi di lavoro si sono visti soprattutto nella seconda serata, appesantita da una semifinale con il Cedevita vinta dopo un supplementare. Entrambe le gare però sono state utili alla Dinamo per far vedere di avere già un certo carattere e certe potenzialità offensive, con i biancoblù che sono riusciti a passarsi bene il pallone specialmente nella prima gara. Contro l’Hapoel, invece, troppi i punti subiti nei primi due quarti, nonostante la squadra di Bucchi avesse fatto vedere una buona intesa sulle rotazioni nelle prime azioni. Un qualcosa di normale però al primo impegno di pre-season e che già nel torneo City of Cagliari, il 10 e l’11 settembre, potrebbe cambiare. Tra i singoli, Dowe ha messo in mostra la sua versatilità , mentre Diop e Gentile, nella prima gara, hanno dato un contributo importante durante i quarantacinque minuti e sono stati autori delle giocate decisive, pagando però dazio in termini di stanchezza nella seconda serata. Da sottolineare anche le prove di Gandini e Chessa, con il secondo che ha avuto tanti minuti e si è preso diverse responsabilità offensive. Un segnale fondamentale per il sassarese dopo l’infortunio che l’ha tenuto lontano dal parquet negli ultimi mesi, ma anche per una Dinamo Sassari che avrà bisogno di tutti per arrivare pronta alla sfida con Tortona il 28 settembre prossimo.Â
Matteo Cardia














