Un’occasione di rivincita da una parte, una di reazione dall’altra. La Dinamo Sassari farà infatti visita domani, sabato 10 dicembre, alla Bertram Derthona, squadra già affrontata e superata nella semifinale della Supercoppa lo scorso settembre dai biancoblù in un finale thriller. Da quella serata del 28 settembre però sono cambiate tante cose, a partire dai protagonisti tra i biancoblù, mentre il gruppo guidato da Ramondino ha continuato a dimostrare con costanza il proprio valore.
Rivincita
Sassari vinse con due giocate determinanti, una in attacco e l’altra in difesa, una sfida aperta sino all’ultimo secondo. La tripla di Bendzius da una parte e la stoppata di Onuaku dall’altra, sono ormai ricordi di un successo che diede l’accesso ai biancoblù alla finale poi persa contro la Virtus Bologna. Era però come detto un’altra Dinamo, con Robinson e Jones alla loro prima vera partita dopo aver saltato tutta la preparazione, Dowe con tanti minuti nelle gambe, senza Treier e soprattutto con un Onuaku in più. Dalla serata di Brescia sono passati quasi tre mesi, Sassari ha zoppicato soprattutto lontano dal PalaSerradimigni, mentre Tortona ha perso l’imbattibilità solo alla sesta giornata di campionato e non è mai uscita sconfitta da un confronto avvenuto tra le mura amiche. Ma soprattutto oggi rimane dietro solamente a Bologna e a Milano in classifica, ha recuperato Jp Macura e non ha avuto cambiamenti nel proprio roster, al contrario di una Sassari che tra infortuni e scelte diverse in corsa è cambiata sotto diversi profili e ora è momentaneamente fuori dalla zona playoff.
Duelli
Tortona dunque, forte anche di alcuni dati importanti, sembra aver già trovato la propria via. Quella piemontese è la difesa migliore del campionato al momento, 71,7 punti subiti a partita, ma soprattutto è la squadra che perde meno palloni in Lba (11), con Sassari al contrario che è la peggiore nella statistica (15,3). I numeri lasciano intendere come la squadra di Bucchi dovrà provare a tirare fuori una prestazione che su entrambi i lati del campo veda protagonista quell’intensità osservata in Europa contro il Paok o per larghi tratti contro Pesaro. Accompagnata da una fame di punti che deve essere ormai una prerogativa.
Per certi versi alcuni duelli interni alla sfida saranno fondamentali per far sì che Sassari possa cercare di trovare quella reazione attesa dall’ambiente e anche dal club dopo la pesante sconfitta contro l’Olimpia Milano. Su tutti quelli tra Daum e Bendzius, ma anche tra Christon e Robinson. I primi due già nello scontro del PalaLeonessa di Brescia avevano dato prova di quanto fossero determinanti per gli equilibri offensivi di entrambe le squadre. Il primo probabilmente proverà ad attaccare il lituano, come già capitato, e avrà nuovamente il compito di tentare di arginare – insieme probabilmente anche a Severini – la forza offensiva dell’ex Rytas Vilnius, ancora più necessario in termini di quantità e qualità dall’arrivo un pivot diverso come Stephens tra i biancoblù. Christon insieme a Daum è l’altro asse su cui gira il pianeta della Bertram. L’ex Ulm sta viaggiando a oltre 15 punti e 6 assist di media a partita e nell’ultima sfida con Verona, dopo due gare leggermente sottotono, è tornato sui livelli della sua valutazione di media (17,1 in 10 partite). La fisicità del giocatore sarà una delle problematiche principali per Robinson, che ha dalla sua però una maggiore reattività e dall’altra parte sarà chiamato ad attaccare il giocatore per creare qualche apprensione necessaria a togliergli ritmo. I maggiori centimetri del playmaker avversario, che ama attaccare il ferro più che prendersi il tiro, potrebbero anche portare a diverse soluzioni in casa sassarese. Dowe come già accaduto in Supercoppa potrebbe prendersi cura di lui in alcuni frangenti, senza dimenticare poi Kruslin che però, probabilmente insieme a Jones, potrebbe controllare Macura e Harper. Per questo potrebbero vedersi più momenti con in campo la soluzione del doppio play, con Dowe a ricoprire il ruolo di guardia, anche se tutto dipenderà dall’approccio e da come gireranno gambe e testa dei giocatori. Da non dimenticare poi l’apporto sotto le plance di giocatori come Cain e Radosevic, con Stephens e Diop che dovranno tamponare con l’energia l’esperienza del primo e la duttilità del secondo, bravo sia sui blocchi che nel dare soluzioni anche lontano da canestro.
Matteo Cardia














