agenzia-garau-centotrentuno

Dinamo Sassari | Con l’Aek una chance sprecata, ora serve una reazione

Coach Piero Bucchi durante Dinamo Sassari-Aek Atene | Foto Luigi Cau
sardares
sardares

Trentotto minuti e ventotto secondi sui quaranta minuti totali. Questo il tempo in cui la Dinamo Sassari è stata avanti nella gara con l’Aek Atene. È bastato poco più di un minuto, figlio degli ultimi quindici in cui i biancoblù hanno a poco a poco perso incisività ed energie, a ribaltare tutto. A far sì che si potesse parlare di un’occasione sciupata e non di un altro “mattoncione” per la propria stagione. La crudeltà del basket è ancora una volta venuta fuori, ma Sassari non è esente da colpe in una serata che poteva avere un esito diverso.

Miglior volto

Quella vista per tutto il primo tempo è stata la miglior Dinamo della stagione, con i segnali più importanti in arrivo dal quintetto base. Lo è stata per intensità difensiva in primis, con un gran lavoro sulla palla ma anche in aiuto, con più situazioni in cui i biancoblù sono stati puntuali nel riempire l’area e nelle rotazioni. Capacità che hanno consentito alla Dinamo di correre più volte il campo e alzare i propri ritmi contro un’Aek che per lungo tempo ha avuto l’acqua alla gola, senza mai trovare continuità in attacco a causa soprattutto della confusione causata dalla difesa sassarese. Ma la miglior Dinamo si è vista anche per scelte offensive a difesa schierata. Poche forzature, decisione nell’uno contro uno e collaborazione in attacco che ha prodotto diversi tiri piedi per terra e aperto spazi nel pitturato per Diop e Gombauld. Una prestazione che ha portato Sassari a subire solo 32 punti in 20′ – il dato migliore tra Lba e Bcl finora – e a segnarne 46. E che sembrava poter continuare almeno fino a metà terzo periodo, quando Sassari ha toccato il +19 prima di iniziare a concedere troppo dentro l’area e sul perimetro, a causa della progressiva perdita di quell’aggressività difensiva che aveva caratterizzato la prima parte di gara e che aveva nascosto il gap a rimbalzo. Il risultato è stato di 51 punti subiti contro i 33 segnati negli ultimi 20′, con un finale letale da parte di Randle a decidere la gara in favore degli ateniesi, bravi a uscire alla distanza come nel turno precedente nonostante una partita da 26 palle perse totali. Dato che fa capire come Sassari probabilmente abbia sprecato una chance importante.

Momenti

Leggere le statistiche non spiega tutto. È chiaro però che se a fine gara il miglior rimbalzista sassarese sia Tyree a quota 3 e che il dato totale dica 20-48 in favore degli ospiti (di cui 19 offensivi), un problema sotto i tabelloni ci sia. Non un problema specifico del reparto lunghi, ma generale. Messo ancora più in evidenza dal fatto che la squadra ellenica abbia giocato per diversi minuti senza un centro di ruolo, ma abbia comunque aumentato la propria presenza fisica e mentale, cominciando a contendere tutti i palloni e finendo con 8 giocatori su 10 andati in campo con almeno un rimbalzo offensivo sul proprio tabellino. Dato diverso da quello sassarese, con 6 giocatori su 10 in rotazione che hanno chiuso a quota 0, tra cui Diop e McKinnie. Segnale di come a mancare nella seconda parte di gara siano state vigoria e attenzione, oltre alla fisicità nel pitturato che ha consentito a Tillman di prendere le redini della gara. Senza questi lati del gioco, soprattutto il Bcl, il prezzo diventa estremamente caro da pagare. Sono stati ben diciassette i punti concessi agli avversari da seconde opportunità, compreso il canestro decisivo di Randle, malgrado sia arrivato con un Whittaker malconcio. La condizione ancora non ottima di alcuni elementi non aiuta, ma spalmare sui 40′ minuti quell’intensità vista nei primi 25′ è la chiave di volta per raggiungere quella competitività dimostrata finora solo a tratti. Obiettivo da raggiungere che non significa la mancanza di minuti difficili all’interno di una gara, ma avere la convinzione di poterne venire a capo. Meta dunque legata a doppio filo a una migliore gestione dei possessi quando la palla pesa. Momenti in cui Sassari deve ancora imparare a essere squadra, a ragionare insieme quando la fretta può diventare egemone e consigliare forzature e scelte che non sempre aiutano.

In Bcl, Sassari ha dimostrato nelle prime due partite quali sono le sue potenzialità e quali sono i suoi punti deboli. Ha dimostrato che può crescere, ma deve fare in fretta a far sì che le ambizioni non si trasformino in rammarico. La gara in trasferta contro Ludwigsburg del 7 novembre diventa già fondamentale per la competizione europea. Servirà quella fame, quella voglia di affermarsi che sulla carta è alla base della costruzione della squadra per mettersi alle spalle i problemi di inizio stagione. “Dobbiamo imparare da questa sconfitta” hanno affermato all’unisono coach Piero Bucchi e Ousmane Diop nella conferenza stampa del post partita. Il tempo rimasto in Europa non è tanto, ma continua a essere a disposizione. Spetta a tutti ora provare a fare un passo in avanti per approfittarne.

Matteo Cardia

Condividere su

Commenti

guest
1 Commento
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

CENTOTRENTUNO TV

Continua a leggere...

1
0
...e tu che ne pensi? Lascia un commentox