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Dinamo Sassari | Con Cholet una prima risposta, ora serve costanza

Vasilis Charalampopoulos durante Cholet-Dinamo Sassari
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Solo un primo capitolo, solo una serata a cui dovrà essere dato un seguito. Ma quella giocata dalla Dinamo Sassari in casa dello Cholet è stata una partita che ha preso le forme di una risposta del gruppo alle difficoltà vissute nelle ultime settimane. Quella attesa per almeno iniziare a capire se la fiducia riposta nel gruppo costruito non è stato qualcosa di completamente vano. Una gara in cui il 72-93 finale è stato frutto di quella continuità a lungo cercata, rivelatasi necessaria per iniziare al meglio un 2024 che nel primo mese dovrà obbligatoriamente essere diverso dalla conclusione dell’anno appena salutato.

Testa alta

La gara in Francia ha visto due vittorie, non una sola. Perché l’impressione è che il primo avversario da battere abbia le stesse sembianze del roster biancoblù. Le carte mischiate, la scelta di cambiare quintetto base con Kruslin in campo e McKinnie in panchina, le rotazioni ristrette con Treier mandato sul parquet solo negli ultimi minuti di gara. Bucchi ha responsabilizzato ulteriormente i suoi, ha cercato di stanare l’orgoglio di alcuni – specialmente dell’ex Golden State – e prima di parlare di piano partita ha chiesto carattere. Carattere per approcciare bene la gara e per tornare in campo dopo la pausa lunga quando i transalpini avrebbero provato ad alzare i ritmi e a usare le maniere forti. “Guys, solid, solid, solid“, ha detto il coach sassarese durante un delicato timeout nel secondo periodo inizialmente teso. Parole che non hanno bisogno di traduzione in cui si è nascosto l’obiettivo della serata. Subire è possibile, crollare no. Avere difficoltà è permesso, staccare la spina non lo è affatto. Il rientro dall’intervallo dopo un primo tempo quasi perfetto per organizzazione difensiva, con solo alcuni smacchi causati da piccole incomprensioni comunicative e dal talento di Randall II, era la prova finale. Sassari l’ha superata andando oltre i primi canestri di Nzekwezi e ritrovando, dopo alcune forzature, la lucidità che ha permesso di punire ogni tardiva rotazione dei francesi e intensità in difesa. Con il risultato che Cholet, tranne che in un ultimo periodo di gestione, ha segnato sempre meno di 20 punti, mentre Sassari non è mai scesa sotto i 25 messi a referto.

Canestro

Dopo la prima volta contro Stettino nell’ultimo turno del primo girone della stessa Bcl, Sassari è andata oltre quota novanta punti realizzati, quasi a conferma di come l’aria europea sia più conforme ai propri polmoni. Oltralpe i sassaresi hanno dimostrato di poter condividere bene il pallone, con pazienza e con il giusto spazio per gli individualismi. Ventinove gli assist finali, 18 solo nei primi 20′ che hanno contribuito a dar vita alla miglior prestazione realizzativa nella prima parte di gara in stagione con 53 punti segnati. La prima sfida contro Cholet ha messo in mostra però qualcosa di differente rispetto alla sfida con i polacchi. Non solo la fruttuosa ricerca insistita del gioco in post-up per ribaltare il lato e creare tiri aperti, con Charalampopoulos a fare la voce grossa spalle a canestro oltre che a mettersi in proprio, che ha creato anche i presupposti per avere in certe situazioni più possibilità di esplorare l’attacco al ferro. La gara in Francia ha dimostrato che con Jefferson in campo è già un’altra Dinamo. Più ritmo, più pericolosità propria e più fiducia verso i compagni, responsabilizzati dall’ex Strasburgo bravo ad alternare le scelte sia nei momenti di pieno controllo, che nei momenti in cui gli avversari hanno provato il tutto per tutto per rientrare nell’ultimo periodo (tripla più assist per canestro di Gombauld che ha mandato i titoli di coda sulla gara). Vero che Cholet in alcuni tratti è stata meno aggressiva di quanto ci si potesse aspettare e che il vero effetto andrà visto nel lungo periodo, ma al momento il playmaker statunitense è la miglior notizia per Bucchi.

Continuità

Ora lo sguardo passa al futuro prossimo, perché gennaio è arrivato e il periodo denso di impegni è cominciato e non consente più di girarsi dall’altra parte. Prima del match point da giocarsi in casa per l’accesso al Round of 16 di Bcl, gara prevista per mercoledì 10 gennaio al PalaSerradimigni, in cui per passare il turno servirà un’altra vittoria, Sassari ha il compito di dimostrare di aver imparato la lezione anche in campionato. A Pesaro, contro una squadra anch’essa in emergenza, alle prese inoltre con l’infortunio dell’ex Bamforth, servirà conquistare i due punti lontano da casa. Non sarà facile in un campo che anche nella scorsa annata si è dimostrato indigesto e visto anche qualche affanno della panchina (Cappelletti su tutti). Chiudere però con un sorriso il girone d’andata e con la prima vittoria in Italia in trasferta servirebbe per accelerare un processo di crescita a livello di gruppo necessario per cambiare volto a una stagione iniziata male ed evitare complicazioni. Ma la gara della Vitifrigo Arena sarà anche l’occasione sul piano dei singoli, a partire da un McKinnie finalmente cattivo e attento quando chiamato sul parquet, per dimostrare che la fiducia della società è qualcosa che pesa. Dopo una serata in cui equilibrio, fiducia e anche voglia di divertirsi sono tornate a bussare alla porta sassarese, ora è tempo di aggiungere un’altra ospite nella propria dimora: la costanza. Solo il parquet però dimostrerà se la Dinamo sarà pronta ad accoglierla con i dovuti omaggi.

Matteo Cardia

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