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Dinamo Sassari | Carisma e malizia: Gentile è l’uomo in più per Bucchi

Stefano Gentile durante Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Umana Reyer Venezia | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
Stefano Gentile durante Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Umana Reyer Venezia | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Non sappiamo dove vogliamo arrivare. Fino a due, tre mesi fa ci guardavamo giù. Ora facciamo lo stesso con un occhio, con l’altro cominciamo a guardare su. L’unica cosa che dobbiamo fare è stare concentrati, continuare a lavorare bene in allenamento e continuare a migliorarci”. Essere coscienti del passato, per guardare al proprio futuro puntando verso l’alto. Le parole di Stefano Gentile al termine della sfida vinta contro Scafati, sembrano somigliare a un mantra probabilmente seguito da novembre in poi dalla squadra di Piero Bucchi. Ma sono anche il riassunto della stagione del nativo di Maddaloni. Non la più semplice delle diverse ormai passate in maglia biancoblù, ma anche quella in cui il numero 22 ha ripreso con il tempo a far capire la sua estrema importanza.

Difficoltà

Un precampionato al 100%, a sopperire anche le assenze pesanti di alcuni compagni, poi il periodo complesso tra piccoli fastidi e un ritmo gara, complice la poca chimica trovata dalla squadra, che faticava ad arrivare. Con solo alcune prove, come quella dell’andata contro Trento, a far capire che il giocatore c’era ancora eccome. Poi, il cambio di mentalità di novembre e la vittoria di Tortona, ma anche l’arrivo di una brutta tonsillite a bloccarne il percorso personale. Un nuovo ostacolo da superare, nuove fatiche per rimettere in sesto un corpo parecchio indebolito dal malanno. Due assenze, il rientro contro Brescia al PalaSerradimigni ma per nove minuti, gli stessi della gara successiva contro Reggio Emilia. Un passaggio fondamentale per rimettersi in sesto con i giusti tempi, per un giocatore di cui la Dinamo non aveva bisogno solo per una questione numerica.

Leadership

Perché il play-guardia campano è uno dei leader della squadra soprattutto a livello caratteriale. Di quelli che sanno affrontare in faccia la realtà se necessario senza avere paura di provare a prendersene gioco. Una mentalità evidente in alcune situazioni, soprattutto quando il pallone scotta. Le ultime due partite vinte contro Venezia e Scafati sono state solo gli ultimi due indizi per costruire la prova. Agonismo, malizia e voglia di assumersi responsabilità, sia in attacco che in difesa. Con Venezia prima il colpo subito sul volto da Bramos, segnalato dagli arbitri come suo fallo, che ha fatto entrare definitivamente il pubblico in gara e poi la tripla che ha fatto cambiare definitivamente l’inerzia della gara. In Campania, un altro tiro dai 6,75 ma anche calma e lucidità in regia a servizio della squadra nel quarto periodo. Scosse di elettricità pura, di cui la Dinamo ha dimostrato di aver sempre più bisogno. A dirlo sono anche i minutaggi concessi. Dalla gara del 15 gennaio contro Brindisi, Gentile ha giocato 22 minuti a partita, con medie che sfiorano i 10 punti di media e vanno oltre i 3,4 assist a gara. Giocando sia in coppia con Robinson che con Dowe ed esprimendo il meglio di sé soprattutto sull’asse costruito con Diop, principale fruitore delle letture sul pick&roll dell’ex Virtus Bologna. Dati a cui in alcune partite si è aggiunto anche un buon apporto a rimbalzo (5 contro Brescia, 6 contro Venezia). Con il resto delle caratteristiche che il tabellino non può raccogliere a impreziosire il tutto.

Il futuro è ancora da disegnare, a partire dalla sfida con Varese di sabato 18. Una gara che potrebbe essere fondamentale per continuare a guardare su, verso quella parte alta di classifica a cui la Dinamo ha cominciato fortemente ad ambire. Una sfida in cui Sassari potrà ancora affidarsi al carattere di uno Stefano Gentile tornato sui livelli attesi sin da inizio stagione. 

Matteo Cardia

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