La risposta serviva ed è arrivata. Senza tentennamenti, con una Dinamo Sassari spinta anche da un pubblico del PalaSerradimigni che sa lenire le ferite, anche le più cocenti, come quella inflitta da una Brindisi scatanetasi nell’ultimo quarto appena tre giorni prima. Con il successo con Trieste che oltre a valere due nuovi punti in classifica certifica la partecipazione ai playoff Scudetto per il quarto anno consecutivo.
Ripartenza
Dopo lo stop del PalaPentassuglia, Bucchi aveva protetto la squadra e le sue scelte in conferenza stampa. Lo stesso coach però aveva chiesto una reazione a un gruppo che nelle poche ore di lavoro di inizio settimana aveva dato segnali positivi. Sensazioni che poi si sono tramutate in realtà contro la squadra giuliana, capace di rimanere attaccata ai biancoblù per soli due periodi prima di un nuovo terzo periodo in cui i sassaresi hanno fatto intravedere le proprie migliori caratteristiche. Trovando in Bendzius, ancora una volta, la miccia per far accendere definitivamente tutto il roster. Il lituano, inseguito da un Dowe che ha sofferto Bartley in difesa ma ha saputo reagire sul fronte offensivo – ha aperto il parziale che ha poi deciso la partita. Con Sassari che nel secondo tempo ha segnato 60 punti contro i 38 avversari, ma specialmente a fine gara ha fatto registrare numeri più che positivi dal punto di vista degli assist – 28, a meno 1 dal massimo stagionale – e sfondato quota cento per la quinta volta nell’annata. Dimostrando così di saper tenere il piede sull’acceleratore, nonostante nelle ultime uscite gli ultimi quarti fossero diventati motivo d’allarme.
Colpi
L’approccio e la voglia hanno fatto però ancora una volta la differenza, come già accaduto specialmente nel 2023. Soprattutto, come detto, in un secondo tempo in cui anche Robinson e Jones hanno lasciato il loro segno. ll primo ha raccolto il simil guanto di sfida lanciato dal proprio coach: la partenza dalla panchina ha regalato qualche stimolo in più per un giocatore che appena ha trovato fiducia nel proprio tiro ha ripreso a correre, spingendo via le nuvole a inizio quarto periodo quando Trieste accennava un tentativo di rientro. Il secondo ha giocato più minuti, si è preso anche più responsabilità e malgrado percentuali non pulite dall’arco ha fatto vedere di essere sulla strada giusta per il pieno recupero. L’ex Bahcesehir è andato di nuovo in doppia cifra dopo oltre due mesi, aggiungendo quattro rimbalzi, cinque assist e due recuperi. Una prova completa, non totalmente differente da quella di Diop – che ha fatto ancora la voce grossa sotto le plance – e da quella di Kruslin, tornato a essere cecchino dopo il passo falso in Puglia. “Siamo ora dentro matematicamente nei playoff e questo significa che dobbiamo continuare a migliorarci per la parte decisiva della stagione” ha affermato coach Bucchi nel post-partita. Contro la Virtus Bologna – domenica 23 alle 18 – per i sassaresi si chiuderà un mini tour de force che rappresenta un test ideale per quello che avverrà da maggio in poi. Con Brindisi, Trieste e Bologna i biancoblù hanno e testeranno ancora le proprie gambe e le proprie idee in vista di una post-season che sarà faticosa sotto il profilo fisico e mentale. I risultati delle ultime settimane, comprese le sfide con Verona e Treviso, presentano i tratti una squadra che può aver perso qualcosa a livello di energie dopo i grandi sforzi fatti tra febbraio e marzo, ma rendono chiara la capacità del gruppo di saper incassare e rispondere ai pugni avversari, anche quelli inferti sotto la cintura. Non una caratteristica da sottovalutare per una Dinamo Sassari che ha davanti a sé una griglia playoff da definire (con una tra Venezia o Brindisi come probabile avversaria o nel peggiore dei casi Tortona), ma che dopo aver visto gli inferi da vicino nella primissima parte di stagione può dirsi già parte delle otto squadre dimostratesi più forti in questa ultima annata di Serie A.
Matteo Cardia














