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Dinamo Sassari | Aspettative e pressioni: la nuova sfida di Diop

Ousmane Diop durante gara 3 della serie tra Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Umana Reyer Venezia | Foto Luigi Canu
Ousmane Diop dopo un canestro durante gara 3 della serie tra Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Umana Reyer Venezia | Foto Luigi Canu
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L’inesorabile scorrere del tempo per una volta è stato amico. Il passare dei giorni ha fatto sì che si buttassero i primi semi di quella che sarebbe diventata poi, nelle ultime ore di venerdì 21 luglio, una certezza. Perché anche se il contratto di Ousmane Diop aveva già la propria scadenza naturale fissata a giugno 2024, la permanenza in maglia Dinamo Sassari non era più qualcosa di scontato. 

Passato

I numeri in crescita, ma soprattutto una confidenza nei propri mezzi lontana parente di quella mostrata al primo anno di Serie A in maglia Sassari. Nell’estate 2021 era stato un problema fisico trascinato dalla lunga stagione in maglia Torino, conclusa con il titolo di Mvp ma non con la promozione sul campo, a metterlo inizialmente in difficoltà. Poi l’arrivo di Bucchi e il rapporto creato con l’allenatore bolognese hanno iniziato a far cambiare qualcosa, con una seconda parte di stagione in crescendo. Nel bagaglio però mancava qualcosa, soprattutto a livello psicologico, con gli errori a condizionare un giocatore capace di mostrare margini di miglioramento ma ancora privo di quella fiducia e di quella malizia in grado di fare la differenza sotto i tabelloni. A mettere il primo tassello del cambiamento nell’anno appena concluso è stato un ritorno a casa che Diop attendeva da tanto tempo, poi il lavoro in Sardegna per bilanciare un fisico irrobustito a livello muscolare che ne aveva rallentato lievemente i movimenti. Le difficoltà vissute da tutta la squadra hanno avuto il peso anche sul senegalese. Poi, però, il cambio di rotta. L’arrivo di Stephens, la pazienza dello staff, un sistema di gioco maggiormente compatibile con le proprie caratteristiche e le responsabilità in aumento hanno posto le basi per una crescita della squadra ma soprattutto del giocatore sotto diversi punti di vista. Passi in avanti che hanno portato il senegalese a lasciare il segno sulla Serie A, non solo nella stagione dei sassaresi.

Protagonismo

Blocco per il portatore di palla, piedi rapidi nel cambiare direzione dopo aver creato la giusta separazione e il taglio forte dentro il pitturato. Sassari ha sfruttato spesso le capacità di rollante di un Diop che sull’efficacia del pick&roll utilizzato dai biancoblù ha avuto dei grandi meriti. Ma se le qualità nei giochi a due erano già note, a far notare il cambio di passo sono stati il miglioramento a rimbalzo, tra un senso della posizione più affinato e un tasso di energia ancora più elevato sia nella propria metà campo che in quella avversaria (5 palloni recuperati sotto i tabelloni a gara, diventati 6.3 nei playoff), la capacità di incidere dal post alto per sé stesso ma soprattutto per i compagni, e sul proprio lato una più marcata propensione alla difesa del ferro anche contro avversari più pesanti. Un progresso che si era manifestato già nei primi mesi del 2023 ma che nella serie playoff contro Venezia ha avuto il suo picco, con avversari come Tessitori e Watt che hanno dovuto alzare bandiera bianca in tutte le gare giocate. Prestazioni contro i Lagunari che forse sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso per una Virtus Bologna che al giocatore si è interessata fortemente. Alla fine a prevalere però sono state la volontà sassarese di un impegno concreto per un eventuale rinnovo futuro, ma soprattutto la possibilità di giocare – dopo gli impegni con il suo Senegal – una stagione da vero e proprio protagonista in maglia biancoblù. Tra le mani di un Piero Bucchi diventato fondamentale per l’evoluzione del suo gioco e che ancora potrebbe esserlo, con margini di miglioramento soprattutto nel gioco spalle a canestro che potrebbero essere il prossimo step da affrontare. Insieme alla sopportazione di una pressione diversa che potrebbe far sentire il suo peso e con cui il lungo classe 2000 dovrà prendere familiarità. Per confermarsi così come uno dei giocatori più interessanti della Lba, ma soprattutto affermarsi come leader di una squadra che avrà ancora bisogno della sua fame per ambire ai risultati a cui la Dinamo ambisce in Italia e in Europa.

Matteo Cardia

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