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Dinamo Sassari, a Verona un passo falso per trovare nuovi stimoli

Eimantas Bendzius, Chris Dowe e Massimo Chessa durante Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Bertram Yachts Derthona Tortona | Foto Luigi Canu
Eimantas Bendzius, Chris Dowe e Massimo Chessa durante Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Bertram Yachts Derthona Tortona | Foto Luigi Canu
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Fame, energia e freschezza. Tra le variabili che avevano consentito di mettere in fila sette vittorie, una più pesante dell’altra in ottica playoff, alla Dinamo Sassari di Piero Bucchi c’erano anche queste tre. Tutte mancate negli ultimi dieci minuti finali della gara con una Scaligera Verona che le ha fatte invece proprie, portandosi a casa una vittoria preziosa per la lotta salvezza e lo scalpo biancoblù, che in questo momento della stagione ha un valore alto per qualunque avversaria provi a farlo.

Assenze

Coach Piero Bucchi ha spiegato con poche ma chiare parole quello che è capitato sul parquet dell’Agsm Forum. “Quella di oggi contro di noi era per loro una sfida da dentro fuori. Hanno approcciato con aggressività, noi siamo riusciti a tenere a bada la loro energia solamente per 30 minuti” (qui per le dichiarazioni in conferenza stampa). Per i primi tre quarti Sassari è stata infatti avanti, toccando anche la doppia cifra di vantaggio tra il primo e il secondo periodo, prima che Verona mettesse a posto qualcosa in difesa, soprattutto nel pitturato, e aumentasse l’intensità del suo gioco. La squadra di Ramagli ha alzato i ritmi portandoli quasi a una estremizzazione che alla lunga ha fatto male a una Sassari incerottata, ancora senza Jones e che ha dovuto rinunciare inoltre a un giocatore determinante per temperamento e non solo come Kruslin, con un rientrante Robinson voglioso ma confusionario e tenuto sul parquet per necessità per oltre 33 minuti. Senza dimenticare i tanti minuti, ben 34, di un Bendzius messo sotto pressione dagli attacchi avversari e dalla propria serata storta al tiro.

Difficoltà 

Trenta minuti avanti nel risultato poi un parziale di 27-11 finale di Anderson e compagni che ha spezzato la partita. Lo scenario aveva però cominciato a subire una trasformazione già a metà terzo quarto, con Sassari che tuttavia nel momento del bisogno ha trovato un’altra volta in Dowe il proprio punto di riferimento. Tanti i possessi giocati dall’ex Prometey, che alla lunga però è finito anche lui nel vortice veronese. La squadra di Ramagli ha messo tanta pressione sul perimetro, complicando non solo la serata del tiro dall’arco – 3 su 23 che è valso il 13% da tre, la prestazione peggiore in stagione per Sassari – ma anche il gioco dentro il pitturato, dove le collaborazioni tra piccoli e lunghi si sono viste di rado a causa del buon lavoro fatto dalla Scaligera. Con Sassari che così non è riuscita ad aprire la scatola della Tezenis, facendo fatica nell’alternare le scelte e nel trovarsi – solo 8 gli assist a fine gara – cosa che invece era capitata con tanta facilità negli ultimi due mesi. Difficoltà ben spiegate anche dal dato delle palle perse, con 11 delle 15 totali che sono arrivate negli ultimi 20’, quando Sassari non ha avuto poi la capacità di stringere le maglie in difesa, aspetto per cui invece si era contraddistinta nelle ultime settimane (73 punti di media subiti nelle tre gare che hanno preceduto quella della prima domenica di aprile, con i biancoblù che non subivano più di 80 punti dalla sconfitta di Napoli).

Futuro

La sconfitta di Verona non pregiudica quanto fatto in precedenza. Con Sassari che ha dimostrato ampiamente di valere un quarto posto nato non dalla casualità. La squadra di Bucchi rimane nella quarta piazza a quota 28, raggiunta da una Varese che è tornata a vincere ma che resta dietro a causa della differenza canestri. Le distanze dall’ottavo posto, ora occupato da Venezia, si sono assottigliate, ma i biancoblù rimangono padroni di un destino ancora tutto da decidere. La Dinamo è una di quelle realtà che ha dimostrato quanto la Lba in questa stagione possa essere più ricca di sorprese del previsto. A questo dato di fatto, testimoniato da risultati come quello di Trieste contro la Virtus Bologna nell’ultimo turno, si aggiunge l’imprevedibilità di una lotta salvezza in cui squadre come Verona o Reggio Emilia – che la Dinamo incontrerà nel penultimo turno di campionato – tirino fuori quel qualcosa in più che spesso mette in salita le partite. La gara contro la Scaligera ne è stata la prova. Un incidente di percorso che però può essere visto come utile per far nascere ulteriori stimoli e consapevolezze per un gruppo che è stato capace di andare oltre quelle assenze che dopo lungo tempo hanno spossato le gambe e tolto fosforo ai biancoblù. Ma anche necessaria per sviluppare gli anticorpi per gare contro squadre come Treviso – nel prossimo turno di sabato 8 aprile – e Trieste, formazioni ancora alla ricerca della certezza di restare in Serie A1. “Get healthy and bounce back”, riprendiamoci e reagiamo subito” ha scritto Chris Dowe sui propri social dopo la sconfitta. La risposta alle difficoltà è dunque già nei piani: la ricetta per rialzarsi il Banco la conosce bene e con la Nutribullet, spinta da un PalaSerradimigni capace di essere caldissimo, ci sarà la prima occasione per metterla in pratica.

Matteo Cardia

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