agenzia-garau-centotrentuno

Dinamo Sassari | A Varese una sconfitta che brucia, per risalire serve orgoglio

Vassilis Charalampopoulos in Dinamo Sassari -Treviso | Foto Luigi Canu
sardares
sardares

Ci sono i numeri e ci sono gli atteggiamenti. C’è la classifica e c’è il tentativo di guardare oltre, di non preoccuparsene. Almeno per quanto riguarda la squadra, perché poi per gli appassionati è lecito vivere di qualche up and down, sentire qualche paura che sarà poi il gruppo a dover scacciare. La Dinamo Sassari vive un momento complesso, forse il più complesso dell’era Bucchi. A Varese è arrivata la quinta sconfitta in sei partite contando solo il campionato italiano, contro una Openjobmetis non irresistibile nonostante le alte percentuali da tre e il pubblico a favore.

Occasione persa
Quella di Varese era un’occasione ghiotta. Non solo perché la squadra avversaria viveva anch’essa un momento difficile ed era fino alla tarda sera di domenica 5 novembre a pari punti in classifica, ma anche perché due punti in campionato avrebbero significato avere una spinta ulteriore verso un calendario futuro che non fa troppi sconti. E che già domani, martedì 7 novembre, fa segnare i biancoblù impegnati nella gara più delicata di Bcl contro Ludwigsburg. Per questo nel post partita la delusione non è stata nascosta, neanche dal presidente Sardara, che sulle pagine de La Nuova Sardegna ha parlato di una “sconfitta che ovviamente brucia”. Sassari ha dovuto fare i conti per la prima volta con l’assenza di Diop, con il sacrifico di Gombauld, Treier e McKinnie a provare a farne sentire meno la mancanza. Un esperimento non del tutto riuscito, con Cauley-Stein che dopo alcune partite non semplici ha potuto fare voce grossa, ma neanche totalmente fallito almeno a livello offensivo. Certo è che l’aspetto principale rimane una difesa troppo ondivaga, che ancora una volta ha subito più di 50 punti in 20′ e che ha permesso così a Varese di esaltarsi con le proprie percentuali. Sassari non può permettersi di subire così tanto, ancor di più facendo fatica nel tiro da tre – appena il 22% a Masnago dall’arco. A pesare è stata anche è la poca capacità di trovare ritmo con Whittaker e Tyree insieme in campo. Aspetto che si è notato maggiormente in un ultimo quarto in cui Sassari era tornata fino al -4 senza poi avere la capacità di leggere le situazioni nella maniera ideale quando più contava. Se l’ex Wurzburg offensivamente ha dato finalmente dimostrazione di cosa possa fare e in difesa ha trovato il modo di esaltarsi, il prodotto di Ole Miss dopo la sfida d’esordio con Treviso e la gara di Bcl con l’Aek ha visto le sue polveri finire completamente sott’acqua. Le percentuali basse innervosiscono un giocatore che ha bisogno di far canestro per entrare in partita anche sul lato difensivo, con Bucchi che dovrà essere capace di curare quest’aspetto in tempo prima che si faccia troppo tardi.

Testa
Di buono resta appunto la reazione avuta a cavallo tra terzo e quarto periodo. Quando la Dinamo ha aumentato i giri della propria difesa, velocizzato le proprie idee provando a passarsi il pallone e creando tiri aperti alternando diverse soluzioni. È mancata la forza e anche più di un pizzico di fiducia nel momento in cui tutto si era riaperto per riprendere una gara che sembrava alla portata. Ed è qui il lato su cui lo staff tecnico dovrà operare maggiormente, sfruttando l’esperienza di Bucchi e non solo. Al di là delle difficoltà fisiche, il problema più grande sembra la testa di una squadra che nel momento in cui avrebbe dovuto tirar fuori maggiore orgoglio ha riconsegnato l’inerzia agli avversari. In un campionato equilibrato servirà anche l’aspetto più viscerale della competitività per dire la propria e scacciare via i fantasmi. Per questo la reazione di Charalampopoulos alla panchina iniziale fa quantomeno ben sperare, così come quella del già citato Whittaker, entrambi autori di una buona prestazione. Non basterà però una scintilla per far scattare il fuoco. Servirà l’apporto di tutti, mostrarsi soprattutto uniti anche in campo ed è anche per questo che Sardara da una parte ha blindato coach Bucchi, ma dall’altra ha lasciato aperte le porte al mercato: “Siamo già intervenuti con l’ingaggio di Taylor e se sarà necessario siamo pronti a farlo ancora“. Un messaggio per tranquillizzare il pubblico ma anche uno per avvertire il gruppo, come già fatto in parte da Bucchi nell’ultima conferenza stampa. Tutti sono potenzialmente importanti, ma nessuno indispensabile. Il tempo per l’adattamento, così come le chance offerte da campionato e coppa per rimettersi in corsa, malgrado gli infortuni e l’impossibilità di lavorare in estate siano dei veri e propri macigni sull’annata, non è infinito. Contro Ludwigsburg ci sarà così il primo esame per capire se il gruppo avrà compreso quale sforzo è richiesto per risollevare le proprie sorti.

Matteo Cardia

Condividere su

Commenti

guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

CENTOTRENTUNO TV

Continua a leggere...

0
...e tu che ne pensi? Lascia un commentox