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Dinamo Sassari, a Trento una sconfitta dolorosa ma che non preclude gli obiettivi

Markovic a colloquio con la squadra durante Dinamo Sassari-Brescia | Foto Claudio Atzori
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Una partita in cui è mancata energia per essere competitivi. L’ha definita così il coach della Dinamo Sassari Nenad Markovic dopo la sconfitta subita contro l’Aquila Trento. Quasi un paradosso visto lo sponsor della squadra di casa, ma la motivazione dell’87-76 finale si trova per lo più proprio nella forza che muove le gambe e rende più veloce lo sviluppo delle idee.

Batterie

Arrivavamo due secondi dopo”. Il tecnico bosniaco di certo non ha mai difettato di sincerità dal suo arrivo. Il commento nel post partita in Trentino lo ha confermato. Sassari è parsa un giro indietro, soprattutto in difesa, contro una squadra che invece era estremamente conscia di trovarsi di fronte a un bivio importante per i playoff dopo un periodo non semplice. La squadra di Galbiati ha scelto di impedire a Diop e a Gombauld di attaccare la profondità del pitturato come avvenuto in altre situazioni. Una scelta vincente, unita all’attenzione e alla vigorosità posta nell’uno contro, considerate le mani ghiacciate di Sassari dai 6.75 (3/20 la statistica finale), dato fondamentale per capire perché la squadra di Markovic poi non sia riuscita a riaprire la gara malgrado le opportunità concesse. Kruslin, ma soprattutto Gentile e Charalampopulos hanno avuto più volte l’opportunità di riaprire definitivamente la partita tra terzo e quarto periodo, Cappelletti addirittura di portare la contesa sul -4 a due minuti dalla sirena finale. È mancata, insomma, la giocata che facesse girare l’inerzia della gara, complice anche l’assenza involontaria di Jefferson che in partita è potuto restare poco per un infortunio che i tifosi sperano non sia grave. Con Trento che dall’altra invece proprio da tre ha trovato la chiave per sbloccarsi (oltre il 46% da tre).

Futuro

L’unico aspetto positivo della sfida giocata contro gli uomini di Galbiati, per questo, in fondo è stata la capacità di restare a galla malgrado le proprie mancanze in attacco e in difesa. Prima le difficoltà ad accoppiarsi sulla transizione offensiva avversaria, poi a difesa schierata sul lato debole spesso trasformatosi in punto debole dei biancoblù. Con la poca reattività e lucidità sui blocchi sulla palla avversari che ha chiuso il quadro, visto che i tiratori trentini, Hubb su tutti, hanno avuto troppo tempo e spazio per le scelte. La Dinamo è riuscita nell’intento aiutata dal solito Diop, ma soprattutto da Tyree e da un buon Cappelletti, che ha chiuso con la miglior prestazione offensiva in maglia sassarese da 18 punti. Se la serata resta da archiviare, il quadro generale rimane tutto da costruire. Non è, insomma, una gara persa a compromettere l’obiettivo finale. Anche se è indubbio che la sconfitta contro Trento e aver perso la differenza canestri non sia un punto a favore della Dinamo, che è scivolata momentaneamente al decimo posto e che con due punti avrebbe agganciato Napoli e Tortona avvicinandosi al desiderato ottavo posto. Tutto resta comunque a due punti di distanza, con la settimana davanti ai biancoblù che diventa fondamentale per recuperare le energie in vista di un’altra complessa trasferta sul campo di Brindisi che per credere ancora nella salvezza, dopo il successo su Scafati, ha bisogno di continuare a correre. Un po’ come la Dinamo, che dopo aver dimostrato dopo la pausa di essere in grado di reagire all’interno dei 40’ ai momenti di difficoltà ora deve dare prova della prontezza nel rialzare la testa dopo una sconfitta.

Matteo Cardia

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