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Dinamo Sassari, a Tel Aviv la risposta alle difficoltà arriva dal gruppo

Whittaker durante Dinamo Sassari-Stella Rossa | Foto Luigi Canu
Whittaker durante Dinamo Sassari-Stella Rossa | Foto Luigi Canu
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Segnali confortanti, sul piano del gioco ma soprattutto su quello della coesione. La Dinamo Sassari torna da Tel Aviv con un terzo posto al Winner Tournament che sarebbe potuto essere anche qualcosa di più, dopo aver giocato due partite di livello sotto il profilo dell’intensità e della lucidità richiesta su ambo i lati contro avversari che prenderanno parte alla Bcl. Un risultato non scontato e che regala la necessaria tranquillità a una squadra ancora alle prese con il problema infortuni.

Capacità

Quarantacinque di gioco contro l’Hapoel Gerusalemme per risolvere la contesa a favore della squadra israeliana, 40′ e una gara decisa, ma vinta negli ultimi secondi contro il Promitheas Patrasso dell’ex DeShawn Stephens. Due gare in cui Sassari ha saputo incassare e rialzarsi, andando in entrambe le serate sotto nel punteggio ma riuscendo nel primo caso a trascinare gli avversari all’overtime e nel secondo a riequilibrare l’incontro e sorpassare nel punteggio con freddezza. Il tutto con rotazioni ancora corte, nonostante l’esordio di un Cappelletti che ha lasciato sensazioni positive sul piano atletico e palla in mano sul fronte offensivo e l’aggiunta di un Van Eych che ha cercato di impressionare compagni e staff tecnico. Se in questa situazione il pericolo è stressare fortemente il fisico di chi è a disposizione sin dalla prima uscita, dall’altra parte a far sorridere è la capacità del gruppo di saper già rispondere alle difficoltà. Un gruppo che può contare su tutti, da Gentile a Pisano, passando per Raspino e per un Gandini più che utile in questa fase. E che ha capito di avere a disposizione dei giocatori in grado di fare un passo avanti nel momento necessario, in grado di assumersi delle responsabilità nei momenti pesanti, anche sbagliando. La leadership di Filip Kruslin, protagonista nell’ultimo periodo contro il Patrasso, era già conosciuta. Per questo le note più importanti arrivano da chi come Treier avrà un altro ruolo nella stagione, e da Whittaker e Gombauld che procedono nel proprio adattamento. L’estone ha chiuso entrambe le serate in doppia cifra (11 punti contro l’Hapoel, 16 contro gli ellenici), mostrando quella sicurezza e quella voglia di incidere che saranno necessarie in un anno in cui, complice anche l’infortunio di Bendzius, il suo impatto dovrà crescere. L’ex Wurzuburg si è confermato in difesa, soprattutto quella sulla palla, mentre sull’altro lato del campo ha fatto passi avanti importanti nelle letture, con l’intenzione di mettere in ritmo i compagni che si è vista specialmente nella seconda serata chiusa con 13 punti e 9 assist. Senza mostrare paura nel prendere tiri pesanti in entrambe le serate nel finale di partita. Il francese, invece, ha esplorato il pitturato con più continuità, ma soprattutto con una maggiore convinzione, sottolineata da un linguaggio del corpo differente rispetto alle prime uscite. Vero è che sul lato difensivo il lungo ex Nancy ha sofferto in alcune situazioni contro centri di maggior taglia, ma i margini di miglioramento esistono.

Ultimo passo

Il ritorno in Sardegna porta ora la Dinamo Sassari verso l’ultima parte della preseason. Due partite contro il Peristeri di Spanoulis, in una Carbonia che venerdì 22 e domenica 24 proverà a far sentire il proprio calore alla squadra di Bucchi. Rivedere Charalampopoulos sul parquet e osservare per la prima volta Tyree potrebbe essere la speranza nascosta dello staff tecnico della società biancoblù. Ritorni che andrebbero a evitare una situazione simile a quella della passata stagione, quando Robinson e Jones esordirono al primo impegno ufficiale, quello della Supercoppa. L’ex Pesaro ha già dato prova di poter dare più soluzioni offensive e una mano importante a rimbalzo nella prima uscita di Nuoro contro Torino. Il ritorno in campo in un test di alto livello aiuterebbe giocatore e squadra a prendere ulteriore confidenza. Ma l’aggiunta più urgente potrebbe essere quella di Tyree, che dovrà adattarsi alla ripartizione delle responsabilità in attacco e cercare gli equilibri con Whittaker e il resto della batteria degli esterni. Nel frattempo, resta sullo sfondo il lavoro del Gm Pasquini nel cercare un’alternativa a Bendzius, operato la scorsa settimana in Lituania dopo l’infortunio al tendine d’Achille. Una scelta che il club non vuole sia frettolosa e che deve fare i conti con un mercato più complesso rispetto a quello di inizio estate, sia per scelte possibili che per cifre richieste.

Matteo Cardia

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