Un PalaBarbuto caldissimo, una squadra con una fame diversa e con la voglia di provare a sorprendere ancora da una parte. Dallāaltra un gruppo che aveva bisogno di andare oltre unāassenza pesante per lāennesima volta in stagione, che ci ha inizialmente provato, ma che nei momenti più importanti della partita ha subito lāenergia e la fisicitĆ di avversari che tra le mura amiche cambiano completamente volto. Che la sfida contro Napoli fosse complessa era cosa preventivabile. La sconfitta subita dalla Dinamo Sassari per 93-83 non cambia gli obiettivi dei sassaresi, ma ĆØ un reminder di come ogni sfida sia a sĆ© e che non bastano pochi minuti di intensitĆ per portare a casa i due punti.
Energia
La mancanza di Robinson, lasciato a riposo dopo il problema muscolare patito durante la sfida contro Brindisi, si ĆØ fatta sentire parecchio. Sassari ha avuto meno brillantezza in regia, ma se manca uno dei giocatori più carismatici e che finalmente stava riprendendo il feeling conosciuto nella passata stagione, qualche problema arriva anche a livello psicologico nei momenti in cui il buio diventa pesante. Per utilizzare però le parole di coach Piero Bucchi, non si può essere dipendenti da un giocatore solo. E allora il problema più che la mancanza in sĆ© di uno dei tasselli principali del mosaico biancoblù, ĆØ stato quello di non avere a disposizione le stesse batterie alcaline degli avversari. A farlo capire ĆØ il dato sui rimbalzi a fine terzo quarto (24 a 14 in favore dei partenopei), oltre al fatto che Sassari abbia subito nei due periodi centrali abbia subito 54 punti sui 93 totali. Napoli ha avuto tanto dallāuno contro uno, sia sul perimetro – Stewart ha siglato contro i sassaresi la sua miglior prestazione in Italia – che nel pitturato, dove Williams ha fatto sentire troppo il divario tra la propria fisicitĆ e quella dei lunghi sassaresi. E in un campionato cosƬ equilibrato dove tutti battono tutti, mettere da parte quella cattiveria agonistica che ti permette di andare in campo aperto e di prendere fiducia vista nelle ultime due uscite, al momento, costa parecchio.
Idee
Napoli ha avuto il merito di offuscare le idee di Sassari, di rendergli più complesso quello che ha dimostrato di saper fare meglio negli ultimi mesi e cioĆØ passarsi il pallone. Non avere Robinson significa avere più difficoltĆ a costruire vantaggi sullāuno contro uno, qualcosa che soprattutto Jones, Dowe e Gentile hanno fatto ma a intermittenza. Una situazione che ha estraniato Bendzius dalla gara, ben controllato da un Davis preciso anche in attacco, e che ha tirato fuori dal match anche Stephens e Diop, meno cercati e troppo leggeri poi sullāaltro lato del campo. Della trasferta in Campania restano positive le prove dellāormai solito Kruslin, lāunico ad avere una certa continuitĆ di gambe in difesa, e di Gentile e Treier, usciti dalla panchina e protagonisti nel tentativo di non far affondare la nave nei momenti più complessi. Resta quindi qualche certezza anche nelle serate più complesse per la squadra sassarese, a cui per ripartire non servirĆ ricominciare daccapo ma essere più cosciente della realtĆ che la circonda, oltre che dei propri mezzi. La reazione nellāultimo periodo, che ha evitato il ribaltamento della differenza canestri, ĆØ stata un primo segnale (+17 degli isolani allāandata). Pesaro, al PalaSerradimigni domenica 29 alle 20, sarĆ il primo scoglio nel mare della Lba. Una partita complessa in cui lāapproccio potrebbe far la differenza. Poi ci saranno Trento, Brescia e Venezia. Tutti incontri che potrebbero essere determinanti in chiave playoff. Il cambio di rotta cāĆØ stato, ora però il timone va governato per evitare di tornare verso la tempesta.Ā Ā
Matteo Cardia














