L’ultimo episodio della regular season, l’ultima partita di campionato di Giacomo Devecchi che affronta ancora una volta il suo passato, l’ultima chance per entrambe le squadre di confermare i propri posizionamenti prima dell’inizio dei playoff. Olimpia Milano-Dinamo Sassari è questo, ma anche tante altre cose. Un match mai uguale agli altri, per storia e fascino costruiti negli anni fino a diventare una sorta di classico della pallacanestro italiana.
Schiaffo
Le Scarpette Rosse questa volta vogliono il primo posto che gli permetterebbe di avere il fattore campo in una eventuale finale, i Giganti il quarto che consentirebbe di avere il PalaSerradimigni dalla propria parte nella prima serie playoff. Obiettivi diversi, ma ugualmente importanti per due squadre che durante l’anno hanno vissuto momenti complessi, seppur su piani diversi, fino a tornare a esprimere il basket desiderato con continuità con il prosieguo della stagione. Domenica 7, palla a due alle 18 in contemporanea con tutte le altre sfide del torneo, si troveranno di fronte dunque di fronte due squadre che hanno ancora fame di risultati, malgrado la fase di transizione tra stagione regolare e playoff di non facile lettura. All’andata la Dinamo Sassari subì probabilmente la sconfitta più cocente della stagione: 63-92 il risultato finale, uno schiaffo – per dirla come il coach dei sassaresi Piero Bucchi (qui tutte le sue dichiarazioni a due giorni dalla sfida) – che ha però fatto bene ai biancoblù, che da allora hanno vinto 14 partite su 20 partite giocate. Risultati che hanno regalato diverse consapevolezze a un Banco che nel capoluogo meneghino cercherà una vittoria che potrebbe regalare addirittura il terzo posto qualora Tortona perdesse, o confermare comunque il quarto posto eludendo la rincorsa della Reyer Venezia. Senza però dimenticare che una sconfitta, invece, potrebbe potenzialmente trascinare il Banco fino a una quinta posizione che significherebbe perdere il fattore campo nei quarti playoff.
Fattori
“Probabilmente è la partita più difficile del campionato”, ha affermato Filip Kruslin nell’intervista rilasciata ai canali ufficiali della società sassarese. Per numeri, qualità e tipo di roster, potrebbe essere così per i biancoblù, che attendono di capire se Robinson sarà della gara dopo lo stop nell’ultimo turno. Con la Dinamo che dalla sua parte avrà il vantaggio di aver già potuto comprendere contro Bologna cosa significhi affrontare una squadra che può cambiare atteggiamento – soprattutto in difesa – quando decide di premere il piede sull’acceleratore. La squadra di Messina con tutta probabilità non avrà Devon Hall, che sarà preservato per i playoff dopo i problemi al ginocchio che lo hanno tenuto fuori da febbraio in poi, mentre il resto è ancora tutto da decidere. Nell’ultima gara con Tortona, vinta dopo un gran secondo tempo, Messina ha dato nuovamente spazio a Brandon Davies, ma anche a Kevin Pangos e Shavon Shields, con gli ultimi due che potrebbero ancora essere utilizzati per più minuti allo scopo di trovare la forma migliore. Il roster a disposizione dell’ex ct della Nazionale è lungo e colmo di diverse soluzioni, con Nicolò Melli unico giocatore spesso chiamato a un sacrificio dal punto di vista del minutaggio. Il capitano dell’Armani è uno dei pericoli più importanti, specialmente per una Dinamo che dovrà cercare di non lasciarsi sopraffare da quello che può essere un predominio fisico avversario sotto i tabelloni. La chiave potrebbe essere quella dell’energia sui due lati del campo. Con il tentativo necessario di evitare la concessione di troppi extra-possessi e il limitare i giochi a due avversari riempiendo bene l’area. A Bologna la Dinamo ebbe il suo momento migliore quando riuscì a unire aggressività difensiva, sia sulla palla che in aiuto, al gioco ma anche alla sfacciataggine in transizione. Se oltre alla possibilità di correre il campo, aspetto che l’Olimpia proverà certamente a limitare, Sassari riuscirà a trovare la fluidità offensiva a cui ha abituato negli ultimi mesi anche a difesa avversaria schierata, allora la montagna sarà più scalabile, per quanto rimanga tra le più alte del campionato.
Per farlo servirà che le parole continuità e freddezza, soprattutto nei possessi più delicati, da aspirazione si trasformino in mete raggiunte. Un obiettivo possibile per la Dinamo di Piero Bucchi, che in ogni caso avrà l’opportunità di testare il proprio livello in vista di una post-season in cui dovrà provare a essere nuovamente protagonista.
Matteo Cardia














