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Dinamo Sassari | A Ludwigsburg un successo importante non solo in chiave Bcl

Tyree e Gombauld in difesa durante Ludwigsburg-Dinamo Sassari | Foto Bcl/Fiba
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Serviva una reazione d’orgoglio ed è arrivata. Serviva un segnale forte e una vittoria era l’unico modo per darlo, l’unico mezzo per una squadra ancora da consolidare per mostrarsi capace di poter dire la sua. La Dinamo Sassari con la vittoria di Ludwigsburg per 79-89 ha tenuto aperto il discorso Basketball Champions League, ma potrebbe aver regalato quel pizzico di fiducia in più necessario ad avere una spinta anche in Serie A.

Risultato

La sconfitta di Varese, le energie che sarebbero potute finire senza alcun preavviso, la voglia di imporsi a trasformarsi in qualcosa di nocivo per il gruppo. Tutte possibilità che erano da mettere in conto in terra tedesca. Il risultato, non solo per la vittoria finale, è stato l’opposto. Perché Piero Bucchi ha avuto una risposta di squadra alle sue richieste, anche quelle arrivate durante i timeout, aspetto non da sottovalutare. La leadership nella gara di Ludwigsburg sotto il profilo dei ritmi tenuti e della cattiveria è durata il tempo di pochi minuti. Tempistica necessaria alla Dinamo per calarsi nella lotta e capire che dal pantano ci si potesse uscire tutti insieme, sia facendo un passo in più sui closeout sul perimetro e sullo short-roll e sacrificandosi a rimbalzo, sia alternando le scelte in attacco. Sassari così è venuta fuori affidandosi a Gombauld e Whittaker, poi a una panchina che ha alzato ulteriormente i ritmi, dando vita così a una compattezza dimostrata dalle statistiche finali: la lotta a rimbalzo nettamente vinta (29-43), il 40% dall’arco figlio di una maggior fluidità dei possessi in attacco e dei 17 assist, i 40 punti dalla panchina, la costanza in attacco – sempre oltre i 20 punti segnati in tutti i quarti – e il totale di 114 di valutazione.

Mentalità

A ogni tentativo di risalita della china da parte dei padroni di casa, Sassari è riuscita così ad alzarsi sui pedali e staccare nuovamente gli avversari fino alla sirena finale. Servendosi prima della difesa e poi successivamente dell’attacco, dimostrando finalmente quella solidità mentale che in altre gare, compresa l’ultima in Bcl con l’Aek, era mancata. Lo ha fatto sia trovando con un Gombauld in campo che ha giocato la sua miglior partita in maglia Dinamo per costanza e numeri (18 punti, 9 rimbalzi, 5 stoppate), che con McKinnie e Treier a spartirsi i compiti sotto le plance ma abili ad aprire il campo per il proprio tiro e dare la possibilità ai piccoli di attaccare il ferro. Situazione di cui hanno approfittato tutti gli esterni, da Cappelletti a Whittaker – che ha dimostrato il suo carattere prendendosi una tripla pesante nel finale – e finalmente anche Tyree, che dopo un inizio compassato si è acceso recuperando quella fiducia determinante per lasciare il proprio segno sulla gara. A far sorridere di più sono le prestazioni di chi, come McKinnie e Tyree aveva fatto fatica anche nell’ultima gara di campionato: il primo ha chiuso con il 100% dal campo, 13 punti e 12 rimbalzi; il secondo con 14 in uscita dalla panchina, compreso sì qualche passaggio a vuoto, ma facendo vedere in più di un frangente cosa può dare all’organico biancoblù. L’unico aspetto negativo della serata a livello di singoli è rappresentato da un Charalampopoulos ancora fuori giri. L’ala greca non è riuscito a mettere in fila la seconda prestazione positiva dopo quella di Masnago, con ancora le gambe a condizionare le scelte soprattutto offensive.

Per Sassari arriva ora così un momento importante. Dimostrare che quello contro Ludwigsburg non sia stato un episodio, un risultato nato più dalle istintività e dalla voglia del singolo, ma un qualcosa di realmente collettivo. Trento è un ostacolo alto da superare, perché è una squadra già consapevole dei propri mezzi e che al momento dice la sua anche in Eurocup, contrariamente a quanto accaduto nell’ultima stagione. Ma è l’avversario ideale per capire se Sassari può alzare ulteriormente la propria fisicità e andare oltre le problematiche vissute fino a questo momento e dare così un altro senso al proprio campionato.

Matteo Cardia

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