“Sembrava impossibile, invece ce l’hanno fatta”. Parafrasando lievemente un noto claim pubblicitario, la Dinamo Sassari ha ribaltato le sorti del proprio destino in Basketball Champions League battendo Stettino 97-81. Non era scontato, soprattutto viste le sconfitte pesanti degli ultimi due turni – su tutte quella contro Ludwigsburg al PalaSerradimigni – ma anche perché le gambe e la testa potevano essere ancora stanche dalla sfida importante vinta contro Brindisi. Invece Sassari è stata capace di fare quello che più era necessario, dando l’impressione di essere sempre dentro l’incontro anche nei momenti in cui il King Szczecin ha tentato di rallentare la sua corsa. Ritrovando così quel passaggio del primo turno nella competizione continentale che mancava da oltre due stagioni.
Premesse e cambi di passo
Lo aveva detto alla vigilia coach Piero Bucchi che il suo gruppo avrebbe fatto tutto il possibile per vincere e per passare il turno. Ma il tecnico aveva inoltre affermato che sarebbe stata imprescindibile una grande prova difensiva per rendere impossibile quanto successo all’andata, quando Stettino mise 85 punti nei soli primi tre quarti prima che Sassari riuscisse a limitare i danni e ricucire fino al 93-85 finale. Il messaggio è stato recapitato alla squadra che l’ha fatto proprio. Tanta l’intensità messa in campo, che già in un primo tempo non perfetto nella funzione del sistema difensivo ha creato le basi per rimettere in equilibrio la sfida tra primo e secondo periodo, quando una mano importante è stata data anche da chi, come Filip Kruslin, ha visto ridursi il suo minutaggio rispetto alle ultime settimane. La faccia migliore Sassari l’ha avuta però in un secondo tempo in cui l’aggressività, specialmente sulla palla, non è mai calata. Stettino non è così riuscita a mantenere le stesse percentuali dall’arco, ha fatto fatica a organizzare i propri set offensivi con le mani addosso e di conseguenza ha visto le proprie soluzioni offensive calare minuto dopo minuto. Sono state ventisette le palle perse avversarie che Sassari ha convertito in 30 punti, undici le rubate che hanno dato più chance di andare contropiede, situazione da cui la Dinamo ha avuto altri 21 punti. Numeri che fanno capire come dalla propria metà campo la Dinamo abbia preso quell’energia necessaria ad avere sia pazienza che concretezza a livello offensivo, trovando quel piacere di passarsi il pallone necessario per far crescere il proprio livello di competitività. Ventidue gli assist totali, con il 50% da tre fatto registrare al PalaSerradimigni che rende consapevoli Gentile e compagni di quanto possa essere produttiva la collaborazione offensiva. Con l’armonia che non può far altro che favorire poi il salire di colpi di giocatori come Tyree, alla seconda prova decisiva dopo quella contro Brindisi. Una sola persa, 26 punti e 6 assist, ma anche reattività in difesa. E l’impressione che se al talento si unirà la volontà di migliorare ancora, la strada per diventare un giocatore di livello si faccia più breve per il prodotto di Ole Miss.
Valutazioni
“Questa è la via” ha dichiarato Bucchi nel post partita. La via non per diventare ma per restare competitivi nel lungo periodo, in tutti i campi in cui si è chiamati a giocare. “Non vinceremo su tutti i campi – ha proseguito Bucchi – ma stiamo capendo come provare ad avere la mentalità per vincere sempre”. Il rientro di Whittaker – un passo avanti rispetto alla prova con Brindisi nella serata contro i polacchi – così come quello di Diop hanno dato quella maggior profondità che era necessaria per tentare di costruire qualcosa un’alchimia più tangibile. Fiato e idee corrono di pari passo con la disponibilità di un gruppo che ha risposto al proprio coach e che ora può essere osservato con attenzione per capire che futuro possa avere. Le partite contro Reggio Emilia e Venezia, con la prima in cui Sassari dovrà cercare di sbloccarsi lontano dal PalaSerradimigni, diventano così importanti per capire livello e correttivi da apportare. Non in termini di stravolgimenti del roster, anche se le vie del mercato sono infinite, ma sul piano di gestione di un gruppo di cui bisognerà capire tutte le vere potenzialità.
Futuro
Nel frattempo Sassari aggiunge altri impegni a un calendario già denso. La Dinamo può farlo però con il sorriso, perché il passaggio del turno significa prestigio, non solo nel presente ma anche nel futuro. L’avversario sarà lo Cholet, formazione francese arrivata seconda nel gruppo C guidato dalla Lenovo Tenerife e attualmente decimo in Pro A. La squadra transalpina è stata fino all’ultimo in corsa con gli iberici per il primo posto nel girone, ma la forza della Lenovo ha fatto la differenza nello scontro diretto dell’ultimo turno terminato 85-91 in favore di Huertas e compagni. Arrivata ai gironi di Bcl battendo nei qualification round Varese e Brindisi, Cholet è stata una sorpresa della competizione, dimostrandosi una squadra solida in un girone non semplice completato da Darussafaka e Vef Riga. Da tenere in considerazione il talento del giovane del 2005 Salaun, protagonista anche nell’ultimo turno contro Tenerife, e il 2001 Ayayi (13.8 punti di media in Bcl). Ma Sassari dovrà fare attenzione anche alla verticalità di Sako e a due giocatori che hanno dimostrato di saper mettere in ritmo la squadra e prendersi alcune responsabilità pesanti come l’esperto TJ Campbell (ex Nanterre, Dijon e Turk Telekom tra le altre) e Randall II, che alla prima stagione in Pro A viaggia a oltre 16 punti di media. Il duello inizierà in Francia, con la Dinamo che farà visita allo Cholet in un giorno tra il 2 e il 3 gennaio prossimi. La via per arrivare alle Top16 è aperta, spetta ora ai sassaresi dimostrare di essere in grado di percorrerla.
Matteo Cardia














