Una boccata d’aria, ma la Dinamo è ancora sott’acqua. La vittoria contro Pistoia, sudata e voluta, era fondamentale per non vedere i biancoblù affondare verso il basso e, vista anche la vittoria di Varese, rimanere al penultimo posto della classifica con due punti insieme a Cremona. Alla fine il Pala Serradimigni, accesosi al momento giusto per supportare la rimonta del Banco, può gioire anche se nel cielo di Sassari non tutte le nubi si sono diradate.
Sant’Eimantas da Klaipeda
“Alla fine Pistoia avrebbe anche potuto vincere con merito ma per fortuna è arrivata una vittoria che ci aiuta in un momento di alta pressione”- l’analisi del post gara di coach Markovic si è confermata lucida e in casa Estra il rammarico non può che essere alto. Dopo aver comandato per larghi tratti, i toscani del neo coach Markovski sembravano poter portare a casa la posta in palio, se non fosse per un ragazzone lituano di 34 anni. Eimantas Bendzius, ha saputo rivestire i panni del cecchino che aveva smesso più di un anno fa causa lungo infortunio: le triple, i rimbalzi e il carattere trasmesso ai compagni del baltico hanno svoltato una gara che ormai sembrava persa, con la lunga rincorsa biancoblù che ha portato al successo, suggellata dai liberi di un freddo Bibbins, non perfetto (tutt’altro) per gran parte della contesa, ma importante nel finale. Una prestazione di squadra, intesa non come di un perfetto sistema a cercare buoni tiri e soluzioni per tutti in attacco, ma di un gruppo che ha saputo soffrire soprattutto nella metà campo difensiva, sapendo compensare a un attacco che si è affidato a soluzioni più che altro individualistiche e lo dimostra il numero di assist totale, 14. Una prestazione che può bastare contro una fragile Pistoia, anche tenendo conto che non sempre Bendzius tirerà con il 62% da oltre l’arco, ma che certamente non sarà sufficiente per altre avversarie e palcoscenici. Markovic potrà comunque lavorarci su, anche grazie alla fiducia creata da una vittoria scaccia pressioni.
Pressioni
Non tutti i fantasmi sono però stati scacciati dal Pala Serradimigni, nonostante le parole di Markovic nel post gara sul tema futuro: “Non ho mai pensato a questa come gara da rivoluzione. Io penso allenamento dopo allenamento. Spero di vedere ora una nuova Dinamo. Da oggi voglio vedere più energia nei miei, per noi questa gara deve essere una spinta per il futuro”. Una sconfitta contro Pistoia avrebbe tolto tutte le certezze (e forse anche la guida tecnica) a un gruppo che si è dimostrato abbastanza unito e che ha saputo sporcarsi le mani quando tutto sembrava perduto. I vari Fobbs, Renfro, Veronesi, Tambone e Cappelletti, si sono sbucciati le ginocchia in difesa varie volte, cercando di mettere il loro mattoncino in attacco e dando comunque un apprezzabile contributo oltre ai già citati Bibbins e Bendzius, con Markovic che dovrà lavorare su chi è attualmente sotto rendimento. Michal Sokolowski ha fatto vedere il suo reale valore solo in una manciata di partite, su tutte la sconfitta contro Scafati: sul polacco ex Napoli si riponevano tantissime aspettative all’inizio della stagione, per il suo ruolo di equilibratore e realizzatore, doti che finora sono emerse a sprazzi. Stesso discorso per Miralem Halilovic: dal centro bosniaco si cercava quell’esperienza e capacità da leader che avrebbero fatto la differenza in un ruolo delicato come il suo. Contro Pistoia l’ex Nanterre e Galatasaray non è mai entrato in partita, chiudendo con un’ insolita virgola a referto contro i lunghi non eccezionali di Pistoia. Ma oltre gli zero punti, di Halilovic hanno stupito in negativo un po’ troppa morbidezza nel pitturato e qualche ingenuità, come il fallo inutile, il quarto personale, in un momento chiave della gara che hanno portato Markovic ad affrontare il finale con Renfro o con il quintetto piccolo.
Futuro
Una settimana piena di lavoro e un successo che comunque non può che far bene. Il percorso verso la partita che chiuderà la prima parte di stagione biancoblù contro la Virtus Bologna sarebbe potuto essere ben più difficoltoso, anche se come detto prima non è tutto oro quel che luccica. Il coach bosniaco dovrà lavorare ancora soprattutto sull’incostanza del suo roster, magari provando altre situazioni di gioco o altre combinazioni nei quintetti. Alcune si sono già viste (per alcuni tratti si è visto anche Sokolowski da “4”) ma per esempio si potrebbe pensare a un passaggio di testimone tra i lunghi dello starting five, in attesa di segnali da parte di Halilovic, oppure a diverse soluzioni nella gestione del pacchetto esterni. Esperimenti che potrebbero anche avere senso in una partita molto difficile e in cui Sassari avrebbe poco da perdere, anche se la Virtus Bologna è reduce dalla sua prima sconfitta in campionato a Varese e avrà il doppio impegno in Eurolega contro Real Madrid (domani, martedì 12 novembre) e Panathinaikos (venerdì 15 novembre). Alla luce del risultato con Pistoia, difficile che fino a Bologna cambierà qualcosa, ma al ritorno dall’Emilia Romagna con la sosta per le nazionali qualche ragionamento potrebbe anche esserci in casa Dinamo.
Matteo Porcu