Nessuno, nemmeno il tifoso più sfegatato, avrebbe sperato nell’impresa al Forum d’Assago, cosa a cui la Dinamo Sassari aveva abituato i suoi tifosi nelle stagioni passate: in un momento ancora di transizione e non proprio positivo dal punto di vista dei risultati, i biancoblù hanno preso un “trentello” nel finale che di certo non ha accontentato, in primis l’allenatore Demis Cavina.
Chi mal comincia…
Difficile giocare contro la corazzata meneghina, perfetta in campionato e in Eurolega se si esclude la serata storta con il Bayern Monaco in cui comunque la vittoria era sfuggita per pochi punti. La profondità e la quadratura del roster di Messina e del grande ex Pozzecco (non sono mancati gli abbracci finali con i suoi ex biancoblù) sono dei fattori che rendono ingiocabile per chiunque la gara. Eppure per alcuni tratti sembrava esserci anche partita tra il Banco e l’Armani, nella parte centrale della gara quando i sassaresi avevano trovato un minimo di continuità. Sotto accusa nelle parole di Cavina l’inizio gara e il finale, quando i punti di divario sono lievitati: “L’inizio non me lo aspettavo, dopo aver cambiato anche il quintetto siamo partiti con quattro, cinque canestri troppo facili di Milano. E la fine perché penso che non dovessimo concedere questo divario, seppur esistente ed evidente tra noi e loro, ma il divario finale non mi piace”. Cavina ci aveva provato a cambiare le carte in tavola, inserendo un quintetto più fisico con Battle e Treier, ma l’impatto dello starting five non è stato di certo ideale. Nel finale poi, vuoi per la rassegnazione vuoi per una Milano sul velluto, i punti di margine sono saliti a 29 con due giocatori che non hanno convinto per niente il coach: “Se non facciamo canestro dobbiamo avere un’intensità diversa, è quella che purtroppo non abbiamo avuto all’inizio e partiva da lui, da Clemmons e Mekowulu. Sono leggermente arrabbiato su questa cosa, si può non fare canestro, puoi sbagliare letture o passaggi, ma non puoi prescindere dall’intensità, soprattutto su questo campo”.
Speranza Diop
L’unica nota lieta della gara è stato il rientro di Ousmane Diop: il peso del reparto lunghi ora non graverà solo sul solo Mekowulu che ha tirato la carretta con un poliedrico Kaspar Treier nell’insolito ruolo di 5 in alcuni frangenti, insieme a scampoli di Borra e Gandini. Il senegalese ha messo in campo 18 minuti incoraggianti dopo il lungo stop: “Sono molto contento dell’impatto di Diop, un po’ anche perché l’ho visto crescere negli ultimi due anni a Torino”- il commento di Cavina. Sette i punti a referto di cui una tripla per sottolineare ancora le diverse dimensioni che può rivestire il numero 25 biancoblù. Da lui e dalla voglia di riscatto di alcuni giocatori (Clemmons e Mekowulu su tutti) deve ripartire una Dinamo che ha una settimana di lavoro completa prima di un nuovo tour de force. Sabato al Pala Serradimigni è attesa la Pallacanestro Trieste, squadra che nelle ultime stagioni ha anche espugnato il fortino sassarese: una partita che non sarà da sbagliare, più per il suo peso specifico che per l’importanza dei punti in una classifica del campionato italiano molto corta.
Matteo Porcu














