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Dinamo, con Milano una vittoria che vale: ora Sassari ha il dovere di sognare

Bree Tyree e Stefano Gentile esultano dopo un canestro in Dinamo-Milano | Foto Luigi Canu
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Lampi di vera Dinamo Sassari. Tre vittorie nelle ultime quattro gare di campionato, tre su tre nelle ultime uscite al Palaserradimigni in LBA, e quattro vittorie nelle ultime sei partite giocate considerando anche la Champions League. Numeri da un paziente che ancora non è completamente guarito ma che sicuramente è sulla buona strada verso la dimissione. Numeri di un gruppo che sembrava a pezzi solo qualche settimana fa e che con la predica del lavoro e dello spirito di sacrificio portata avanti dal suo coach Piero Bucchi è riuscito a rialzarsi.

Vittoria una e trina

La vittoria da petto in fuori e muscoli in tiro contro Milano nell’aperitivo baskettaro della domenica per 89-83 ha almeno un triplo valore per questa Dinamo. Innanzitutto battere l’Olimpia, seppur dentro una crisi di risultati e di spogliatoio con la posizione di coach Ettore Messina che nelle ultime ore è stata anche messa in discussione, ha avuto l’ottima conseguenza di aver riacceso il Palazzetto e di aver avvicinato in maniera calorosa e passionale il tifo biancoblù alla squadra. Forse per la prima volta in stagione. Specie dopo i fischi e i mugugni ricevuti in alcune partite precedenti da Gentile e soci. E questo è un aspetto fondamentale, e lo insegna il passato, per la squadra sassarese. La Dinamo ha sempre fatto, anche nella passata stagione, della sua forza in casa un fattore. E dal catino biancoblù anche nei momenti più complessi è spesso partita la scintilla per la risalita. Non è un caso che se guardiamo solo alle classifiche casalinghe, seppur all’interno di una stagione iniziata con entrambi i piedi sbagliati, la Dinamo di Bucchi sarebbe comunque al settimo posto e dentro le prime otto della generale.

Il successo contro Milano ha anche un valore sia tattico che soprattutto mentale per la squadra di Bucchi. E infatti il tecnico dei sassaresi a fine gara ha sottolineato in più di un’occasione come la sua Dinamo abbia vinto la gara contro i lombardi due volte. La prima con un impatto feroce e preciso e la seconda con carattere e attributi nel momento più complicato, con Milano che spinta dalla bravura dei suoi singoli e da un Shields in formato onnipotente ha cercato il recupero e il sorpasso. E invece proprio negli attimi finali con il pareggio della squadra di Messina, Tyree e compagni hanno risposto colpo su colpo, mostrando quella fame e quella capacità di reazione che spesso erano mancate. Con Bucchi che ha raccolto ottime indicazioni dai suoi singoli, non solo un Tyree trascinante e un Gentile vero leader, ma anche un Gombauld presente ed efficace e un Charalampopoulos impreciso nei liberi ma freddissimo nelle scelte chiave della gara. Passi in avanti di ogni singolo a favore del gruppo, in quella che sembra la strada ideale per la pronta risalita.

Infine il terzo valore del successo contro Milano è quello dato dalla classifica. Una generale ancora poco felice, ma che impone a Sassari, intesa come squadra e ambiente, di sognare. Questa formazione ha ora l’obbligo di crederci alla Coppa Italia. La strada resta in salita e il traguardo complicatissimo, ma bisogna provarci. Sembrava impossibile solo fino a qualche settimana fa, ma alla fine del girone d’andata questa Dinamo ha le potenzialità per rincorrere l’ultimo vagoncino utile per le Final Eight. D’altronde mancano 5 giornate prima di tirare le somme e nelle ultime 5 i biancoblù hanno mantenuto un andamento da settimo posto. Aspetto che obbliga Gentile e soci a provarci fino all’ultimo per evitare di saltare la Coppa nazionale per il secondo anno di fila. La lotta è serrata e coinvolge anche squadre inattese così in basso come Milano e Tortona, ma nulla è già scritto. Servirà trovare continuità e Bucchi già lo scorso anno ha dimostrato che quando fa entrare a regime la sua squadra può andare oltre le previsioni e i pronostici. Senza dimenticare che in un mese denso di impegni, Sassari dovrebbe recuperare e reinserire prima Whittaker e poi soprattutto Ousmane Diop.

Calendario

Il cammino verso la Coppa Italia prevede la complessa trasferta contro la seconda forza del campionato a Brescia, che sarà il test definitivo per capire la solidità trovata da questa Dinamo, poi la gara in casa con Brindisi, la mai banale gara a Reggio Emilia, prima di chiudere il girone con la sempre sentita partita al Palazzetto contro Venezia e con la sfida esterna a Pesaro. Nel mezzo però c’è anche da conquistare un passaggio del turno in Champions. A cominciare da una gara ai limiti dell’impossibile in Grecia contro l’AEK Atene. Ma proprio andare nella capitale ellenica per giocare con sfrontatezza potrebbe essere la mossa migliore per dare fiducia alla testa e alle gambe dopo la mini-ripresa in campionato. Prima di giocarsi il tutto per tutto in casa contro Stettino. Insomma, sarà un finale di 2023 e un inizio di 2024 caldo per una Dinamo Sassari che dalle paure dell’autunno è emersa con la voglia di sognare e che ora deve testare se stessa per capire quanto siano solidi i sogni e quanto lontani siano i fantasmi di inizio stagione.

Roberto Pinna

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