La capacità di ricoprire più posizioni può essere una dote o un limite, la famosa duttilità che piace a tanti allenatori, ma che nasconde il rischio di diventare il classico né carne né pesce. Nel 4-3-3 di Di Francesco la chiave sono gli esterni sia di difesa che d’attacco, spinta e sguardo rivolto all’area avversaria, presenza offensiva in fase di possesso e pressing alto appena si perde palla.
“A Cagliari ho fatto praticamente ogni ruolo e sempre dicono che non sono adatto a fare quel ruolo”. Joao Pedro è l’esempio del giocatore che può giocare su più tavoli, ma che per lo stesso motivo a volte ha faticato a trovare una collocazione chiara. Le sue parole ricordano i suoi sei anni con la maglia rossoblù, stagioni nelle quali è stato utilizzato come mezzala, seconda punta, trequartista e centravanti tra alti e bassi. Il suo contributo nel passato campionato in zona gol è stato decisivo, 18 reti in 36 gare che hanno mostrato un Joao Pedro più punta che rifinitore, sorprendente rimpiazzo dell’infortunato Pavoletti come uomo d’area anche più del compagno Simeone.
Ora con l’arrivo di Di Francesco per lui una nuova sfida in quel ruolo di esterno d’attacco del 4-3-3 sulla sinistra che ricoprì in Portogallo e che a Cagliari gli è mancato fino a oggi, tranne in rare occasioni. Joao Pedro però ama reinventarsi e la disponibilità a imparare nuovi dettami tattici non gli fa difetto, d’altronde lui stesso ha dimostrato di non avere affatto paura per questa nuova posizione. “Mi sto trovando subito bene, Di Francesco mi sta dando tanti consigli e mi piace come mi sta facendo adattare”. Joao Pedro ha dimostrato anche la passata stagione di essere in grado di svolgere quel ruolo di sacrificio che il nuovo allenatore rossoblù chiede alle punte esterne del suo 4-3-3. Chiamato da Maran ad aiutare spesso Rog in fase difensiva, il 4-3-1-2 dell’ex allenatore del Cagliari diventò presto più un 4-5-1 con il Brasiliano a spostarsi in fase di non possesso come mezzala facendo così scalare il compagno croato in copertura sulla fascia. Joao Pedro è stato spesso accusato di indolenza, a volte a ragione spesso a torto, il passo finto compassato non lo aiuta a livello visivo ma la sua rinnovata capacità realizzativa dell’ultimo campionato può tornare utile anche in posizione defilata. Di Francesco, infatti, chiede tanto lavoro ai suoi attaccanti, ma anche quei famosi tagli a chiudere le azioni che arrivano dal lato opposto e Joao Pedro potrebbe dare il suo contributo in termini numerici. Esterno a piede invertito, in passato ha spesso chiuso azioni partendo da sinistra e calciando con il destro – vedasi il gol promozione di Bari ad esempio, ma non solo – e in questa nuova veste potrebbe trovare la combinazione perfetta tra i tanti ruoli ricoperti in maglia rossoblù.
Il futuro del numero dieci dipenderà anche dal mercato, anche se lui stesso ha dribblato le domande su possibili valigie da preparare confermando la sua concentrazione dedicata solo al Cagliari. Dopo un’annata sugli scudi l’attesa su di lui è tanta, confermarsi sempre più difficile che affermarsi. A 28 anni Joao Pedro sembra aver trovato la definitiva maturità, la testa giusta per non lasciarsi sfuggire l’occasione di incidere ancora che sia a sinistra nel tridente o come centravanti.
Matteo Zizola