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Alessandro Deiola in Cagliari-Napoli 2022-23 | Foto Alessandro Sanna

Dall’illusione Mazzarri al riscatto atteso di Ranieri: Cagliari-Napoli 2 anni dopo

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“La miglior prestazione del campionato”. Così si espresse chi scrive lo scorso lunedì 21 febbraio 2022, nell’immediato post-partita di Cagliari-Napoli terminata 1-1. Un incrocio arrivato alla giornata 26 della stagione 2021-22, curiosamente lo stesso turno che vedrà di fronte rossoblù e azzurri in quella in corso.

Parliamo di due anni fa, quando i rossoblù erano allenati da quel Walter Mazzarri appena silurato da Aurelio De Laurentiis, deluso dallo scarso rendimento del livornese nella sua seconda esperienza sulla panchina azzurra: 15 punti in 12 partite di Serie A, frutto di 4 vittorie, 3 pareggi e ben 5 sconfitte. Per Mazzarri non ci sarà dunque così la possibilità di un nuovo rendez-vous con Claudio Ranieri – che in carriera non ha mai vinto contro il 62enne di San Vincenzo – dopo il 2-1 dell’andata al San Paolo, quando il bel gol di Pavoletti non fu sufficiente a portare punti in Sardegna, grazie alla rete di Kvaratskhelia su assist di Osimhen, autore del momentaneo 1-0 che resta, al momento, l’ultimo gol segnato dal nigeriano con la maglia del Napoli in questa stagione. Eppure l’ultima volta che i campioni d’Italia in carica hanno giocato a Cagliari sulla panchina rossoblù c’era proprio Mazzarri. Sembra un’eternità fa, ma da allora sono passati esattamente due anni.

21 febbraio 2022: la beffa firmata Osimhen
Punti pesanti e buone prestazioni: così il Cagliari di Mazzarri si avvicinò alla sfida dell’Unipol Domus contro il Napoli di Spalletti, che faceva le ultime prove prima di trovare la quadra definitiva che ha poi portato lo scudetto alle pendici del Vesuvio nella scorsa stagione. Di fronte a poco più di 12 mila persone il Cagliari sfoderò una grande prestazione, come si può anche evincere dalle nostre pagelle del giorno (LINK), che premiarono l’impegno di una squadra che provava a tirarsi fuori dalle sabbie mobili della lotta salvezza. Il gol di Pereiro ruppe l’equilibrio al 58’, con un mancino a girare dal limite dell’area partenopea sulla cui traiettoria Ospina andò in tilt, facendosi superare dal pallone che terminò all’angolino. I rossoblù sprecarono almeno cinque occasioni nitide per trovare il 2-0 che, probabilmente, avrebbe chiuso il match. Prima per due volte Joao Pedro, poi Baselli e infine Marin per altre due volte (con altrettanti miracoli di Ospina), ma il pallone non ne volle sapere di tornare alle spalle del portiere azzurro. Quindi, puntuale, la beffa arrivò sotto forma di incornata di Osimhen (subentrato a Petagna) che, sovrastando Altare sul cross di Mario Rui, superò Cragno per l’1-1 finale. “Non posso dire parolacce, sono incavolato nero. Per quello che si è visto in campo abbiamo strameritato di vincere. Siamo stati sfortunati perché i gol che abbiamo sbagliato sono errori che si commettono una volta su cento. Il Cagliari ha impedito al Napoli di fare il loro gioco e non solo abbiamo giocato bene, con manovre pulite, tante sovrapposizioni e inserimenti. Anche oggi abbiamo buttato via due punti, poteva finire 3-0 o 3-1”. Così disse un imbufalito Mazzarri in sala stampa al termine del match, recriminando e non poco per il risultato finale. E il tecnico di San Vincenzo ne aveva tutti i motivi, dopo un match ben giocato e controllato dal suo Cagliari contro una big, come dimostrano i numeri di quella sera: 10 occasioni da gol contro 7 a favore dei rossoblù, 13 tiri contro 7 e un indice di pericolosità del 58% contro il 54% del Napoli. Eppure la beffa arrivò puntuale, ennesimo segnale di una stagione disgraziata culminata poi con la retrocessione in Serie B.

Confronti
All’1-1 contro il Napoli seguì poi la vittoria esterna contro il Torino (1-2, reti di Bellanova e Deiola), che rappresentò forse il canto del cigno del Cagliari mazzarriano, prima del tracollo che portò all’esonero. Eppure l’inizio del 2022, nello specifico i mesi di gennaio e febbraio, fu il periodo più proficuo sulla panchina rossoblù del tecnico di San Vincenzo, dopo un girone d’andata da incubo chiuso all’ultimo posto con soli 10 punti in tasca. Le prime sei giornate di ritorno, ovvero dal 20° al 25° turno (dall’1-2 di Marassi contro la Sampdoria all’1-1 del Castellani contro l’Empoli), i rossoblù capitanati da Joao Pedro portarono a casa 11 punti in 6 gare, con una media di 1,83 a partita. In mezzo i successi per 2-1 sul Bologna di Mihajlovic e l’1-2 di Bergamo griffato Pereiro, più il pareggio interno contro la Fiorentina (1-1) e la sconfitta di Roma contro i giallorossi di Mourinho (1-0, rigore di Sergio Oliveira). Un rendimento che, limitato a quelle giornate, vide i rossoblù al quinto posto per stato di forma e che, in quel momento, fece sperare i tifosi nell’inizio della ripresa verso una salvezza che invece non arrivò mai. Se le settimane tra gennaio e febbraio del 2022 furono il punto più alto del Mazzarri cagliaritano, lo stesso non si può dire dei primi due mesi del 2024 per Claudio Ranieri. Da quinto a quintultimo per rendimento nelle prime 6 giornate di ritorno, con soli 4 punti con la media di 0,67 a partita, frutto di una sola vittoria (il 2-1 sul Bologna di Thiago Motta), un pareggio (l’1-1 di Udine) e ben quattro sconfitte contro Frosinone (3-1), Torino (1-2), Roma (4-0) e Lazio (1-3). Rispetto al 2022 un modo ben diverso di avvicinarsi alla sfida contro il Napoli, attesa dai tifosi rossoblù per capire quanto il brodino di Udine sia stato efficace per far riprendere un Cagliari tutt’altro che in forma smagliante.

Consapevolezza
Ai rossoblù servono i punti, proprio come due anni fa, per evitare un finale amaro come fu allora. La ferita di quella retrocessione non si è forse ancora rimarginata del tutto, ma almeno adesso c’è la consapevolezza di cosa significhi scendere “fisicamente” negli inferi della Serie B. Sarà capace il Cagliari di Ranieri di riproporre la prestazione del match datato 21 febbraio 2022, migliorando però il finale portando a casa i tre punti? Impossibile saperlo ora, ma è certo il fatto che il Napoli che arriverà in Sardegna stia vivendo un momento decisamente diverso rispetto ad allora. Come noto, domenica 25 febbraio sulla panchina partenopea siederà Francesco Calzona, vice di Di Francesco durante l’esperienza in rossoblù del tecnico ora al Frosinone e terzo allenatore del Napoli in stagione. Anche lui ex Cagliari come Mazzarri, l’attuale ct della Slovacchia è stato scelto da De Laurentiis per chiudere la stagione e rialzare le sorti di una squadra depressa dopo aver vinto lo scudetto soltanto un anno fa. Un compito non facile per l’ex vice di Sarri e Spalletti, chiamato a fare risultato in una Unipol Domus pronta a riempirsi in ogni settore per soffiare dietro i rossoblù e provare a trascinarli verso la prima vittoria contro una “big” della stagione. Per riprendere la corsa verso la salvezza e, perché no, anche per vendicare quell’1-1 che, a distanza di due anni, è rimasto ancora indigesto a tanti.

Francesco Aresu

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