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Dalla panchina al roster, la Dinamo Sassari cerca i giusti incastri

Piero Bucchi durante un timeout in Virtus Bologna-Dinamo Sassari | Foto Luigi Canu
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Passo dopo passo, con idee chiare, ma senza frenesia. La Dinamo Sassari continua a immaginare il proprio futuro, cambiando pelle ma con la certezza di non voler commettere i passi falsi del passato.

Cicli

I cambiamenti non hanno riguardato solamente il campo. Anche in panchina i nomi sono già diversi, con un ciclo che è sembrato chiudersi anche se per motivi differenti. Da una parte l’addio di Baioni, che ha espresso il desiderio di riavvicinarsi alla sua Pesaro. Dall’altra Gerry Gerosa, trait d’union tra l’era Pozzecco, la breve parentesi Cavina e il nuovo corso aperto da Bucchi, che ha messo da parte un quantitativo di esperienza che difficilmente lo porterà a restare lontano dal parquet a lungo. Non addii freddi, visto anche il rapporto sottolineato più volte dalla scelta di Bucchi di mandare il suo staff in sala stampa dopo le vittorie, ma la chiusura di un cerchio. Così come si è chiuso quello di Massimo Bisin, allenatore della Dinamo Lab che ha spaventato le grandi del basket in carrozzina e responsabile tecnico di un settore giovanile che dal 2018 ha regalato diverse soddisfazioni per atleti prodotti, da Riccardo Pisano a Luca Sanna, e che nell’ultima stagione ha dato vita a esperienze importanti nelle sue annate più avanti con gli anni. Non solo la Next Gen Cup, ma anche la vittoria della Serie D con la Academy e la finale di Serie C persa poi contro la Ferrini dalla Sef Torres, con squadre con pochi elementi di esperienza e la possibilità per i giovani di formarsi e soprattutto sbagliare.

Restart

Bulleri e Oldoini saranno i nuovi assistenti di Bucchi. Il primo porta con sé le esperienze da giocatore, poi quelle da tecnico. Un binomio che può essere fondamentale nel rapporto con lo spogliatoio, ma che soprattutto potrà portare cura particolare al pacchetto dei piccoli tutto rinnovato della Dinamo. Oldoini rappresenta invece l’esperienza che equilibra il reparto assistenti in età e caratteristiche. L’ex braccio destro di Sacripanti ha trascorso le ultime stagioni al fianco di Sacchetti, che di Sassari ha ricordi più che positivi per usare un eufemismo. Ciò che accomuna entrambe le scelte sembra essere la motivazione. Da una parte quella di Bulleri di tornare in Italia dopo l’anno in Francia per cancellare le ultime esperienze non troppo positive nella Penisola, dall’altra quella di Oldoini di ripresentarsi al piano di sopra al fianco di uno degli allenatori più esperti dell’intero circuito cestistico italiano. Mentre sullo sfondo rimane il nuovo ruolo di Jack Devecchi, che dal primo luglio diventerà una figura dirigenziale che difficilmente resterà troppo lontana dal parquet.

Incastri

Dopo i due acquisti per il proprio backcourt, Federico Pasquini e la società sembrano apparentemente aver rallentato. La fine ufficiale del campionato ha portato anche alle prime decisioni, soprattutto di Milano mentre Bologna appare più compassata causa scelte ancora da compiere sul fronte rinnovi. Il mercato però e iniziato e dalle decisioni delle grandi e delle concorrenti, a cominciare da una Tortona che si sta fortemente rinnovando e che lascerà partire Cain e Harper e dovrà decidere il da farsi su Jp Macura e da una Venezia che con il ritorno di Casarin lascerà probabilmente partire Moraschini, potrebbero dipendere anche le scelte sassaresi, a causa di una maggiore concorrenza nel mare aperto del mercato. Se nella passata stagione la società provò a rischiare piazzando il colpo Onuaku per chiudere il proprio quintetto, in questa stagione la meta da raggiungere nella costruzione del roster sembra essere quella di incastrare alla perfezione o quasi i tasselli. In un puzzle composto da fame, determinazione ed esperienza. Con il primo e il secondo elemento che hanno un peso maggiore se posti nella bilancia, a causa di una spinta emotiva e mentale di cui Sassari ha estremamente bisogno per andare oltre a quanto la carta potrebbe dire. Sul piano tecnico la possibilità di ricoprire più ruoli appare essere una via plausibile negli identikit da stilare. Alla Dinamo al momento manca una guardia che possa dare continuità sull’arco, soprattutto sugli scarichi, avendo trovato in Whittaker e Cappelletti due giocatori in grado di creare dal palleggio diverse situazioni, e che magari possa aggiungere ulteriore atleticità. In ala piccola al momento all’appello risulta assente un giocatore che possa avere caratteristiche differenti da quelle di Kruslin. Un elemento su cui magari Sassari possa poggiarsi in situazioni di isolamento spalle a canestro, fisico, che magari possa spostarsi eventualmente anche nello spot di quattro, ma senza che questo escluda una mano educata. Nel pitturato invece il dubbio rimane solo sul nome, non sull’idea di avere un lungo dinamico. Anche per questo la conferma di Diop, salvo stravolgimenti del mercato, potrebbe portare a quella di Stephens, per cui anche il Gm Pasquini ha speso recentemente parole di stima.

Matteo Cardia

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