Adattarsi a una nuova situazione è una qualità fondamentale per un allenatore. Partire da un’idea di base per poi modificarla a seconda del materiale a disposizione, modellare il proprio credo senza eccessivi integralismi. Fabio Liverani, chiuso il mercato, ha in mano una rosa che si presta a diverse soluzioni. Piegare la tattica ai migliori giocatori piuttosto che il contrario, questo sembra il futuro del suo Cagliari.
Nessun dogma
“Devo mettere tutti nelle condizioni di lavorare al massimo, vedremo anche un modulo alternativo per sfruttare le qualità dei giocatori”. Il tecnico rossoblù ha aperto a deroghe al suo 4-3-3 nel dopopartita della vittoria contro il Modena. Non un dogma, dunque, nonostante fin dall’inizio della sua esperienza in Sardegna l’idea è stata quella di un modulo che “partirà dalla difesa a quattro, dal centrocampo a tre e per l’attacco vediamo a calciomercato finito”. E ora che le trattative sono concluse, quel vedremo al futuro dovrà giocoforza spostarsi sul presente. Non senza dubbi sulla mediana, che non dovrà seguire obbligatoriamente la strada tracciata a inizio estate. A sparigliare le carte tattiche del Cagliari di Liverani è stato soprattutto l’arrivo in chiusura di mercato di Filippo Falco, trequartista esterno mancino che veniva utilizzato sulla destra dal tecnico romano ai tempi di Lecce. E che, non appena ritroverà la condizione, dovrebbe diventare un punto fermo dell’undici rossoblù, creando un effetto domino che potrebbe modificare la posizione di diverse pedine nello scacchiere del Cagliari.
Certezza
La difesa a quattro sembra restare l’unico punto fermo. Nonostante il passaggio a quella a tre nelle fasi finali della partita contro il Modena, quando l’ingresso di Alberto Dossena ha alzato il muro della retroguardia per ovviare ai palloni a scavalcare il centrocampo da parte degli emiliani. Titolare indiscusso tra i pali è Boris Radunovic, a sinistra Antonio Barreca è pronto a prendere possesso della corsia, con Franco Carboni e all’occorrenza Adam Obert come alternative. Al centro Edoardo Goldaniga e Giorgio Altare avranno proprio in Dossena, nel nuovo arrivato Elio Capradossi e in Obert le altre opzioni, mentre a destra la coppia che si giocherà il posto sarà quella ormai nota formata da Gabriele Zappa e Alessandro Di Pardo. Resta però valida una possibilità suggestiva, figlia dell’abbondanza in mezzo al campo e nel reparto avanzato. Ovvero un Nahitan Nández versione Celeste, terzino con licenza di spinta costante come avvenuto nelle ultime partite con la maglia della nazionale uruguaiana.
Nuova veste?
Il tema Nández incide su tutte le zone del campo. “Lui ha grandi doti sull’esterno, penso sia la sua qualità migliore”, la sentenza di Liverani alla vigilia della sfida contro il Modena. “Nahitan può giocare su tutta la fascia, lui come esterno alto è un’idea che ci può sempre stare”, aveva aggiunto il tecnico rossoblù. Abbandonata dunque l’opzione di un Léon interno di centrocampo come avvenuto contro il Cittadella, a meno di situazione di necessità, Nández si candida come laterale basso o, ancora di più, come ala offensiva. Aprendo di fatto il tema del modulo dalla cintola in su. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1 passando per il 4-3-2-1 sono tante le opzioni per Liverani. I punti fermi sembrano essere Marko Rog e Antoine Makoumbou, mentre intorno a loro tutto dipenderà dalle scelte gara dopo gara. Una mediana a due con il croato e il congolese appare l’opzione più facilmente percorribile per utilizzare tutte le qualità a disposizione esaltando i singoli e il collettivo. Con la coppia di centrocampo, considerando come alternative Nicolas Viola e Alessandro Deiola – senza dimenticare Nunzio Lella e Cristos Kourfalidis – ecco che dietro all’unica punta, Gianluca Lapadula o Leonardo Pavoletti, potrebbero essere utilizzati contemporaneamente Nández e Falco sugli esterni e Marco Mancosu come trequartista centrale. Con estrema libertà di movimento e di scambiarsi posizione tra destra, sinistra e dentro il campo. Le alternative si incastrerebbero così perfettamente nel puzzle, con Gastón Pereiro da sottopunta, Zito Luvumbo sulla destra e Vincenzo Millico sulla sinistra.
Fit fastiudim copia, scriveva Tito Livio nel suo Ab Urbe Condita. Abbondanza che, nel caso del Cagliari, non può essere un fastidio. Una Serie B logorante, infortuni e squalifiche che fisiologicamente arriveranno, i cinque cambi che permettono di invertire la rotta di una partita con modifiche sostanziali in corsa. Avere una rosa profonda, con più di undici titolarissimi, ma diverse alternative altrettanto valide, consente una varietà di soluzioni che non solo diventano un’arma per Liverani, ma rendono anche il Cagliari sostanzialmente illeggibile. Tutti importanti e nessuno indispensabile, nemmeno il 4-3-3 di Liverani. Condizione atletica e mentale, momento, l’avversario di turno, tutti elementi che determineranno le scelte del tecnico rossoblù. Con l’obiettivo di vincere per mantenere l’entusiasmo ed evitare che una rosa ampia diventi un’arma a doppio taglio. Gestire un gruppo corposo e soprattutto chi gioca meno può essere più semplice con risultati positivi, al contrario l’abbondanza potrebbe davvero diventare un fastidio.
Matteo Zizola