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Nahitan Nandez durante Cagliari-Frosinone | Foto Luigi Canu

Da Ranieri a Bielsa, dal Cagliari all’Uruguay: per Nández è l’ora di correre

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Un’attesa lunga centoquaranta giorni, un ritorno nel tabellino che mancava dall’11 dicembre 2022 quando contro il Perugia, prossima avversaria del Cagliari, arrivò l’assist per il vantaggio iniziale firmato Leonardo Pavoletti. Nahitan Nández ha ritrovato il più uno fantacalcistico, il cross per la rete messa a segno da Deiola contro la Ternana un pallone che chiedeva soltanto di essere spinto alle spalle del portiere. Terzo assist stagionale, zero gol: numeri al di sotto delle aspettative, ma una crescita sostanziale che lascia ben sperare per il prossimo futuro.

Non solo garra

L’arrivo di Claudio Ranieri in panchina come una svolta non solo per la squadra. Tanti i singoli che hanno beneficiato dell’esperienza del tecnico rossoblù, uno su tutti Nández. Mai domo, tanta corsa che è spesso sembrata eccessiva, chilometri su chilometri che però apparivano fine a se stessi sia con Fabio Liverani che con i precedenti allenatori. Con Sir Claudio al timone il León ha intrapreso un nuovo percorso, fatto sì di garra e presenza costante, ma aggiungendo qualità tattica all’energia mai mancata. La voglia del centrocampista uruguaiano è diventata più funzionale, dando al Cagliari un giocatore improvvisamente maturo e in grado di fare la differenza. Un’attesa lunga mesi, un giocatore che era partito come lusso per la cadetteria, ma che non aveva risposto alle aspettative. Infortuni, la continuità difficile da trovare, l’abnegazione che non faceva rima con condizione e tanto meno con efficacia. I numeri infine non sorridevano, il gol ormai un lontano ricordo – l’ultimo a Napoli nel maggio del 2021 con Semplici in panchina – e gli assist fermi a quota due, il primo contro il Cittadella per Rog e il secondo quello citato contro il Perugia per Pavoletti. Finalmente il due ha lasciato spazio al tre, nel momento chiave della stagione – e con i playoff all’orizzonte – Ranieri ha finalmente trovato quel centrocampista in grado di incidere non solo alla voce quantità.

Celeste nostalgia

Il tema del contratto in scadenza nel giugno del 2024 messo da parte, troppo importante l’obiettivo ritorno in Serie A per perdere energie con questioni extra campo. Discorso valido anche per il futuro, con il mercato che lo vedrà ancora una volta in prima pagina, ma senza chiudere la porta a un’eventuale permanenza. Che, giocoforza, dipenderà anche dalla categoria nella quale il Cagliari giocherà la prossima stagione. Non solo per la differenza di fatto tra massima serie e cadetteria. Perché non si può dimenticare il desiderio di ritrovare la maglia della nazionale uruguaiana, ultima presenza datata 16 novembre 2021, qualificazioni ai Mondiali in Qatar che sembravano poter essere vissuti dal León da protagonista. Poi l’infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori per quasi tutta la seconda parte della scorsa stagione con il Cagliari, i problemi personali, la decisione del commissario tecnico Diego Alonso di non convocarlo per la Coppa del Mondo nonostante fosse stato un pilastro della Celeste durante il percorso di qualificazione. Esonerato Tabarez, Nández ha perso un posto che appariva certo e che ora, con la federazione uruguaiana prossima alla firma con Marcelo Bielsa, potrebbe presto ritrovare. Il Léon è infatti da sempre un pallino del Loco, i tentativi di portarlo al Leeds una testimonianza della stima dell’allenatore argentino per il centrocampista di Punta del Este. Non solo corsa continua, ma anche una nuova intelligenza tattica che si rivelerebbero utili per il nuovo corso Bielsa con la Celeste. Prima però c’è da conquistare una promozione per nulla scontata con la maglia del Cagliari, unica chiave per poter rivedere il suo nome nella lista dei convocati dell’Uruguay. E per pensare a un futuro ancora in Sardegna contro ogni previsione iniziale, magari mettendo la firma su un rinnovo un tempo lontanissimo e ora non più utopia.

Matteo Zizola

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