Così diverse, così uguali. Le due vittorie consecutive del Cagliari contro Modena e Benevento hanno raccontato una squadra pronta a cambiare volto, diventando da sprecona e mentalmente fragile a cinica e solida. Il risultato sono sei punti in due partite che portano gli uomini di Liverani a un passo dalla vetta e, soprattutto, descrivono un gruppo capace di attingere la propria forza da elementi diversi di gara in gara.
Rivincita
Contro il Modena la vittoria dei giocatori più rappresentativi, assist di Nández e rete di Rog, Makoumbou e Viola a completare un centrocampo che ha comandato in lungo e in largo il gioco, Mancosu a tessere le fila sulla trequarti con classe e intelligenza. Poi un secondo tempo quasi in apnea, la difesa che dà poche sicurezze, Lapadula che manca il gol che potrebbe chiudere la contesa, le fasce in difficoltà. La sfida di Benevento richiedeva ben altro sforzo, un gruppo più compatto e la crescita di chi ancora non aveva fornito le prestazioni attese. Scacciare i dubbi, rispondere presente e limare i difetti messi in mostra nonostante la vittoria contro gli emiliani. E il Cagliari di Liverani al Vigorito ha raccontato una nuova storia, quella di chi fino alla sfida contro il Benevento aveva suscitato dubbi e che in Campania potrebbe aver cambiato il corso della propria stagione. Da Radunovic a Zappa, da Deiola a Lapadula, i rossoblù sono passati da squadra di individualità pronte ad accendersi a gruppo che regge nelle difficoltà e trova le energie in chi fino a quel momento non sembrava poter dare le necessarie garanzie.
Clean sheet
Fortuna, imprecisione altrui, un portiere in giornata positiva. Resta un fatto incontrovertibile qualunque sia il punto di vista. Il Cagliari ha mantenuto la porta inviolata per la seconda volta consecutiva. Sugli scudi Boris Radunovic, protagonista di una prestazione che sembra aver cancellato i dubbi che lo hanno accompagnato per tutta l’estate. Titolare con la partenza di Cragno, i piedi che poco si prestano alla costruzione dal basso di Liverani, un fisico imponente che non coincideva con l’autorità in area sulle palle alte. A Benevento, però, è sceso in campo un Radunovic quasi perfetto, attento sulle conclusioni, pronto sui cross spioventi, con un senso della posizione perfetto ad aiutarlo di fronte ai tentativi di Forte e compagni. E anche la gestione della sfera in fase di possesso appare in netto miglioramento, non solo dal punto di vista tecnico ma pure delle scelte di giocata. A trarne beneficio i due centrali, meno in affanno al Vigorito con un Goldaniga in crescita e un Altare che ancora deve limare alcuni dettagli nella difesa a quattro. Con un portiere affidabile alle spalle, anche i difensori trovano tranquillità e a trarne beneficio è la prestazione di tutto il reparto. Non solo in mezzo, ma anche sugli esterni, dove Obert – al netto dell’ingenua espulsione – e soprattutto Zappa hanno messo in mostra una crescita importante sia difensivamente che offensivamente. L’ex Pescara soprattutto ha limitato le amnesie e tranne un errore nella ripresa ha messo in campo sicurezza e tranquillità.
Assist e gol
Entro, sbaglio, invento. Alessandro Deiola è stato uno dei bersagli principali della critica nelle ultime settimane, con quel ruolo di perno davanti alla difesa che ha messo lui e Liverani sul banco degli imputati. L’equivoco del play che play di fatto non è, fino alla partita contro il Modena che ha visto il sangavinese scivolare in panchina. Stessa sorte a Benevento, con una differenza sostanziale. L’ingresso in campo non è stato memorabile, due palloni spinosi persi, un lancio nel vuoto, l’equilibrio nascosto da errori da matita rossa. Poi, all’improvviso, il lampo. Controllo, testa alta, un secondo di attesa per aspettare il movimento di Luvumbo, palla con il contagiri in verticale a mettere l’angolano solo davanti a Paleari. Due a zero, partita chiusa e tre punti in cassaforte. Un raddoppio arrivato dopo il vantaggio firmato da Gianluca Lapadula, l’altro redivivo del pomeriggio del Vigorito. Il classico colpo dell’ex con tanto di scuse plateali verso i tifosi sanniti, il primo gol in maglia rossoblù a scacciare le streghe e le Streghe. Da uomo dedito al lavoro oscuro e fallace davanti alla porta contro il Modena, a risolutore alla seconda occasione utile contro il Benevento. L’asse con Mancosu a ricordare i tempi di Lecce, palla in verticale ad assecondare il movimento in profondità del bambino italoperuviano. Lapadula prima manca il pallone in apertura, poi nella ripresa non sbaglia dopo un taglio tra i difensori che è il suo marchio di fabbrica.
Una rosa lunga, alcuni giocatori fuori categoria e altri che dovranno dimostrare di poter dare il proprio contributo in cadetteria. Liverani dopo Benevento può sorridere non solo per il risultato, ma per le risposte date da chi fino alla gara del Vigorito aveva deluso. La dimostrazione che ci sarà spazio per tutti, tra i cinque cambi e un campionato lungo e logorante. Un messaggio per chi ancora deve ritrovarsi, come ad esempio Gastón Pereiro – ancora una volta rimasto a guardare in Campania – o Vincenzo Millico, o per chi vuole entrare da protagonista dopo l’arrivo in Sardegna come Elio Capradossi e soprattutto Filippo Falco.
Matteo Zizola