Il Ranieri bis al Cagliari è appena iniziato eppure già si intravede qualcosa di diverso rispetto al recente passato. Difatti quel che balza subito all’occhio, dal ritorno del tecnico di Testaccio sulla panchina rossoblù, è un deciso quanto significativo miglioramento della squadra in fase difensiva, con due clean sheet di fila ottenuti contro Como e Cittadella (tre se si conta anche la sfida contro il Cosenza, ma con Pisacane allenatore in prima).
La rivoluzione gentile di Sir Claudio
Il primo pensiero di Ranieri dal suo ritorno in Sardegna è stato subito quello di trovare il giusto equilibrio nella fase difensiva, cercando di limitare quanto più possibile le reti subite, uno dei maggiori problemi del Cagliari nella prima parte di stagione con Liverani al timone. Per far sì che questo cambiamento potesse dare degli effetti soddisfacenti nell’immediato, il primo step è stato quello di mandare in soffitta il 4-3-3 (e le sue più dirette varianti) tanto caro a Liverani per disegnare un più coperto e prudente 3-5-2, che lo stesso Ranieri aveva costruito a sua immagine e somiglianza ai tempi della Sampdoria post Di Francesco. Tuttavia il Ranieri pensiero alla voce fase difensiva, in queste prime due gare alla guida del suo Cagliari, non si è basato solamente sul cambio modulo, ma anche nel rigenerare giocatori come Dossena, che aveva visto pochissimo il campo con Liverani e di rivitalizzarne altri come Altare e Capradossi, apparsi più coinvolti e a proprio agio nel nuovo sistema di gioco. Il maggiore cambiamento adottato da Ranieri, però, è stato quello di modificare radicalmente l’approccio e l’interpretazione della fase difensiva da parte della sua squadra. I risultati, in tal senso, si sono visti anche nel pareggio a reti bianche del Tombolato contro il Cittadella di Gorini nell’ultima giornata di campionato. Nello specifico, il Cagliari ha rinunciato completamente alla costruzione dal basso, vero e proprio mantra del Liverani pensiero di inizio stagione che ha portato i rossoblù a compiere (troppi) errori e a perdere punti importanti per strada in diverse occasioni. Dall’ossessione di far possesso nella propria area per cercare poi successivamente di scavalcare la prima linea di pressione avversaria si è quindi passato ad un più pratico (e concreto) gioco diretto. Nel match con i veneti, Altare, oltre ad essere sulla strada giusta per ritrovare la tanto agognata affidabilità (vedasi alla voce duello con Maistrello), è stato designato altresì da Ranieri come “falso” costruttore di gioco, con il compito di effettuare lanci lunghi alla ricerca immediata degli attaccanti (Falco o Lapadula), con licenza, quando possibile, di spingere per creare la superiorità numerica in zona offensiva (un po’ sulla falsariga – con le dovute proporzioni – di Toloi nell’Atalanta di Gasperini). Agli altri due, ovvero Dossena e Capradossi, Ranieri ha chiesto un lavoro da stopper classici. L’ex Avellino, oltre ad aver avuto due chance in meno di un minuto di testa su altrettanti corner battuti da Falco, ha avuto qualche problema in impostazione e in marcatura ma sono errori che con la troppa inattività ci possono stare. La massima attenzione con avversari di qualità come Antonucci, Lores Varela e Crociata non ha invece impensierito Capradossi che è riuscito a tenere botta con esperienza nonostante non fosse favorito in termini di velocità contro i diretti avversari che capitavano a rotazione nella sua zona di competenza. In definitiva Ranieri ha adottato per la terza linea del suo Cagliari una rivoluzione gentile, apportando pochi ma efficaci correttivi senza strafare in termini di cambiamenti rispetto a chi l’ha preceduto sulla panchina rossoblù.
In attesa di un uomo d’esperienza dagli ultimi giorni di mercato
Il presente nell’immediato per il Cagliari si chiama Spal, guidata da quel Daniele De Rossi che in cuor suo vorrebbe fare un doppio scherzo ai sardi, ovvero vincere sul campo del suo maestro Ranieri e battere tutti sul tempo – Cagliari in primis – per riportare in Italia Radja Nainggolan, da mesi ai ferri corti con l’Anversa. Un occhio di riguardo, però, in casa rossoblù sarà anche inevitabilmente verso gli ultimi giorni della sessione invernale di calciomercato. Il DS Nereo Bonato è al lavoro alacremente e tra le necessità più urgenti di cui il Cagliari ha bisogno è quella di regalare a Ranieri un leader difensivo d’esperienza e carisma, che possa accelerare ancora di più il già avviato e precedentemente descritto percorso di crescita del trio Altare-Dossena-Capradossi. Sull’agenda della dirigenza rossoblù il nome cerchiato in rosso è quello di Koray Gunter, 28enne difensore centrale tedesco di origini turche in forza al Verona. Il numero 21 scaligero, dopo un lungo casting durato diverse settimane, sembra essere il profilo giusto per dare un nuovo peso specifico alla retroguardia rossoblù. La trattativa non è semplice ma il Cagliari, contando sul jolly Ranieri in panchina e sul fatto di poter garantire al giocatore una sicura titolarità, è determinato a convincerlo a scendere di categoria per provare la rimonta, con l’orizzonte puntato sui playoff.
Fabio Loi