“Il Cagliari Calcio comunica di aver acquisito il diritto alle prestazioni sportive di Zito Luvumbo che si trasferisce a titolo definitivo dal Primeiro do Agosto”. Era il 23 settembre 2020, il classe 2002 angolano diventava un giocatore rossoblù tra stupore e curiosità.
Primi passi
I video Youtube per scoprire il nuovo acquisto. La classifica del The Guardian che lo aveva inserito tra i 100 giovani più promettenti dopo le prestazioni ai Mondiali Under 20 del 2019. Dettagli che lasciavano trasparire un diamante grezzo da smussare e rendere luminoso. Dopo la curiosità, però, ecco arrivare i primi dubbi. La prima squadra resta lontana nonostante l’endorsment di Eusebio Di Francesco – “ha qualità e colpi” le parole dell’ex tecnico rossoblù dopo il suo arrivo – e in Primavera Luvumbo tarda a fare la differenza. D’altronde l’allenatore abruzzese aveva anche sottolineato le difficoltà del classe 2002, “parla solo il portoghese e va aiutato in questo, è abituato a giocare più da solo che con gli altri”, con la pazienza come stella polare per non bruciare il giovane angolano. La scorsa stagione Luvumbo vola in direzione Como, prestito per farsi le ossa che diventa più che altro un modo per crescere fuori dal campo piuttosto che attraverso le partite. Infortuni, tre sole presenze e infine il ritorno in Sardegna a gennaio un po’ a sorpresa. La Primavera di Agostini però stavolta scopre un giocatore diverso, sempre imprevedibile e spesso egoista, ma decisivo e più cinico davanti alla porta. Arrivano i gol, arriva il ruolo da trascinatore della squadra fino alla semifinale scudetto persa contro l’Inter. La strada è segnata, il calcio italiano dei grandi non può che essere la prossima tappa.
Carpe diem
La notte di Venezia è un rimpianto anche per Luvumbo. Guarda i compagni non riuscire a battere i lagunari, novanta minuti in panchina che oggi possono – quasi – gridare vendetta. Perché l’attaccante visto in questa nuova stagione è una scheggia impazzita che taglia in due le difese avversarie. I dubbi iniziano a svanire e fin dall’estate il Cagliari dei giovani ha la sua faccia e la sua corsa. La gemma di Leeds fa trasalire i tifosi del club inglese, nel frattempo alcuni dei coetanei lasciano, altri giocano con il contagocce, altri ancora non hanno raccolgono minuti. Il mercato aumenta la concorrenza, Millico, Mancosu, Falco, ma Luvumbo prende ogni occasione come se fosse l’ultima e prova a guadagnare posizioni. Centocinquanta minuti in campo in cinque partite, solo una da titolare alla prima contro il Como. E i dati che raccontano di un giocatore determinante. Un gol a Benevento, il primo in Italia, un assist a dare il la alla rimonta contro il Cittadella: tradotto, contributo offensivo ogni 75 minuti. C’è poi un altro numero che spiega quanto il suo estro – corsa, dribbling, difensori destinati a rincorrerlo – sia risultato determinante in queste prime cinque giornate. Centocinquanta minuti e cinque ammonizioni provocate. Una ogni mezz’ora, la prima contro il Como, poi le due contro il Cittadella, ancora quella contro la Spal a ristabilire la parità numerica e infine l’ultima a Benevento. Se mi lasci (indietro) ti cancello (abbattendoti), il remake in salsa rossoblù con attore principale Zito Luvumbo.
Ora arriva il bello. Perché dopo quella prima volta che non si scorda mai – il gol – arriva il momento delle conferme. Il momento della calma, del non bruciarsi per la voglia di correre troppo veloce come in campo. Luvumbo resta un ragazzo di vent’anni, spavaldo e pieno di estro, ma che non può ancora essere gravato di troppe responsabilità e speranze. La certezza è però che quel diamante grezzo, quasi una mascotte, con una nazione alle spalle a sostenerlo qual è l’Angola, è pronto a diventare un gioiello.
Matteo Zizola