Un ultimo giro di valzer, di pochi minuti, dal grande significato umano oltre che sportivo e che vale la pena di essere goduto fino in fondo. In casa Cagliari la gara contro la Fiorentina dello scorso 23 maggio, l’ultima della Serie A 2023-2024, è stata per molti l’ultima passerella, quella che ha rappresentato il momento dei saluti. Oltre a quelli attesi, quantomeno da allenatore di club, di Claudio Ranieri e a quelli di uno dei leader del centrocampo isolano come l’uruguaiano Nahitan Nández, passato poi all’’Al-Qadisiyya, ci sono stati anche quelli di Marco Mancosu e Simone Aresti. Due apparizioni che si sono rivelate due arrivederci dopo le parole del Ds Nereo Bonato nella conferenza stampa di fine stagione svoltasi nella giornata di ieri, 13 giugno (qui il pezzo integrale).
Percorso
Contro la Fiorentina Mancosu e Aresti hanno compiuto i loro ultimi passi in rossoblù. Il loro percorso con la maglia degli isolani è stato comune per lungo tempo, dal settore giovanile fino all’esordio in prima squadra. Diciassette anni fa fu Marco Giampaolo a farli esordire nell’ultima di campionato al Del Duca contro l’Ascoli. Per Mancosu fu una gara indimenticabile, caratterizzata anche dal suo primo gol in assoluto in Serie A. Per Aresti, invece, fu un esordio importante, con alcune parate importanti, su tutte quella su Paolo Zanetti, fresco di nomina nelle ultime ore al timone dell’Hellas Verona in vista della prossima stagione di Serie A. Poi, come spesso capita nella vita così come nello sport, ci si lascia per intraprendere nuove esperienze professionali. Tuttavia, dopo tanta gavetta, sia il fantasista classe ’88 che il portiere classe ’86 si sono ritrovati ancora una volta al Cagliari.
Leader
Per Mancosu l’annata della ricostruzione del Cagliari in Serie B è stata quella del ritorno a casa. Il suo contributo, anche se falcidiato in più parti della stagione da diversi problemi di natura muscolare, è stato di quelli importanti. Prima Fabio Liverani e poi soprattutto Claudio Ranieri avevano individuato in lui l’equilibratore ideale tra trequarti e attacco. Alla fine il suo apporto in termini statistici in cadetteria è stato di 27 presenze, 5 gol e 6 assist. Tuttavia la sfortuna, dovuta ancora agli infortuni, ha impedito all’ormai ex numero 5 del Cagliari di vivere un’annata da protagonista in Serie A. Ranieri, nel corso dell’ultima stagione non ha quasi mai avuto a disposizione il suo jolly offensivo, che ha dovuto poi fare i conti anche con l’operazione al ginocchio dello scorso gennaio che difatto ne ha ulteriormente rallentato il recupero. Se Mancosu è stato il riferimento ‘storico’ della trequarti cagliaritana, Aresti è stato invece il leader silenzioso dello spogliatoio isolano. Dal suo ritorno in Sardegna nella stagione 2020-2021 ha visto passare all’ombra di Asseminello diversi estremi difensori: da Cragno a Vicario al giovane Ciocci fino ad arrivare a Radunović e Scuffet. Nonostante sia stato relegato fin da subito al ruolo di terzo portiere dopo l’esperienza all’Olbia, Aresti ha sempre avuto in mente un solo obiettivo ovvero il bene del Cagliari. “Quando scendo in campo mi sento responsabile del ruolo che ricopro, delle parole che pronuncio, del gesto di cui un compagno ha bisogno. Sono cresciuto in un calcio fatto di metodo, gerarchie, rispetto per ogni componente della squadra, dello staff e della società”, aveva dichiarato lo stesso Aresti al portale sportisola.com il 20 settembre del 2023. Per il 38enne portiere originario di Carbonia solo due presenze tra Coppa Italia e Serie A nelle ultime quattro stagioni.
Futuro
Dopo l’ultimo atto contro la Fiorentina, sia per Mancosu che per Aresti, il cui contratto scade il prossimo 30 giugno, è arrivato il momento del distacco. Sulla situazione dei due alfieri sardi si è espresso a chiare lettere il direttore sportivo Nereo Bonato nella conferenza stampa di fine stagione. “Credo che Mancosu e Aresti abbiano fatto il loro percorso qui in Sardegna. Il minutaggio nell’ultima gara è stato un momento gratificante e bello per loro”, ha dichiarato il numero uno del calciomercato del Cagliari. Ora, però, per Mancosu e Aresti è tempo di scrivere un’altra pagina ovvero quella del futuro. Per il primo conterà molto soprattutto recuperare la condizione fisica e capire se sarà il caso di proseguire la sua avventura da calciatore professionista in altri lidi, in B oppure all’estero o se invece appendere gli scarpini al chiodo. Discorso simile per Aresti, che potrebbe decidere di concludere qui la sua carriera da pro per intraprendere molto probabilmente un nuovo percorso da preparatore dei portieri, magari nel nuovo staff rossoblù che si insedierà con l’approdo in Sardegna di Davide Nicola, obiettivo principale per la panchina del Cagliari del dopo Claudio Ranieri.
Fabio Loi