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Corsa, strappi e rapidità: l’attacco del Cagliari è a immagine di Luvumbo

Zito Luvumbo durante Salernitana-Cagliari | Foto Valerio Spano
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“Luvumbo? Piano piano avrà la giusta continuità, da quando ci sono io ho visto miglioramenti. Lui è un ragazzo interessante e ancora giovanissimo, ma il calcio non aspetta e si deve sbrigare per far fruttare quello che madre natura gli ha dato”. Così parlava Claudio Ranieri lo scorso 25 febbraio 2023, al termine del pareggio per 0-0 colto dal suo Cagliari a Venezia. Sono passati quasi otto mesi da allora e ancora il tecnico romano forse non immaginava quanto quelle parole sull’attaccante angolano, sempre più fondamentale per le sorti dei rossoblù, potessero essere profetiche. Da allora il rapporto tra Ranieri e il classe 2002 di Luanda è andato sempre più in crescendo, anche attraverso tante dichiarazioni alla stampa sempre con il sorriso sulle labbra.

Zito l’imprescindibile

Un diamante “da sgrezzare”, per usare le sue parole dopo il primo gol segnato in Serie A da Zito al Dall’Ara di Bologna (2 settembre). Il numero 77 rossoblù è stato l’unica luce di un inizio di stagione da dimenticare in casa Cagliari, segnando 3 dei 5 gol messi a referto finora dalla truppa di Ranieri. Dimostrando, soprattutto, una grande fame nel cercare di fare sempre meglio. Nessun timore reverenziale nei confronti di difensori più aitanti ed esperti di lui, con la sfrontatezza tipica dei ventenni, pregi e difetti annessi. Ecco perché il tecnico rossoblù lo ha responsabilizzato sempre di più in queste settimane, nonostante sia un esordiente in Serie A. Certo, certi difetti di Luvumbo resistono ancora, a cominciare dalla tendenza a tenere troppo il pallone: un aspetto che più di una volta gli fatto guadagnare qualche urlaccio dai compagni più esperti. La sua imprevedibilità spesso si trasforma in confusione, come dimostrano i dati della Lega Serie A delle palle perse (13, decimo giocatore in Serie A) e i fuorigioco (7, terzo assoluto con due in meno di Osimhen e del connazionale Nzola). Ma Zito fin qui è stata l’unica freccia offensiva nella faretra di Ranieri: oltre a essere il miglior marcatore con 3 gol, l’angolano è il primo giocatore del Cagliari sia per quanto riguarda i tiri (5 in porta e 6 fuori, dato condiviso con Azzi) che per falli subiti (16, uno in meno di Leao e Kvaratskhelia). Non male per uno che un anno fa faceva impazzire le difese in cadetteria e che grazie ai gol segnati con la maglia del Cagliari ha visto più che quintuplicare il suo valore di mercato su Transfermarkt (dagli 800mila euro del 23 giugno 2022 ai 5 milioni attuali).

Spazio al tridente leggero?

Da risorsa per spaccare le partite a gara in corso a imprescindibile per l’attacco rossoblù, la parabola di Luvumbo è destinata a salire ancora. Ma è un ragionamento che potrebbe valere anche in generale, come “concetto tattico”: da arma da usare contro difese strutturate fisicamente, il tridente leggero (con trequartista e due punte rapide) visto a Salerno potrebbe diventare nelle prossime gare la scelta di riferimento in avanti per Ranieri. Petagna fin qui ha dimostrato di essere ben lontano dalla condizione migliore sotto tutti i punti di vista, ma il Cagliari – e di conseguenza il suo tecnico – non ha tempo per aspettarlo. Contro il sorprendente Frosinone non ci sarebbe dunque da stupirsi se Sir Claudio puntasse ancora una volta su corsa e rapidità per centrare, finalmente, la prima vittoria di questo tribolato campionato. All’Arechi Luvumbo, Oristanio e Mancosu (poi sostituito dall’ottimo Viola) hanno rappresentato un tridente atipico senza veri riferimenti: un mix di fantasia e intelligenza (Mancosu prima e Viola poi), tecnica (Oristanio) e strappo (Luvumbo) che ha messo in grossa difficoltà una retroguardia statica come quella della Salernitana. D’altronde Ranieri lo aveva dichiarato all’antivigilia: “Davanti voglio gente che corra”. Detto, fatto. A Salerno l’attacco rapido guidato dall’angolano è stata una spina nel fianco per la difesa granata: solo per Zito un gol regolare, uno annullato e diverse occasioni pericolose create fino all’84’, minuto della sostituzione. Con il rimpianto per il finale, dove le sue doti in ripartenza avrebbero fatto molto comodo a Ranieri.

Al di là di negatività e pessimismo (sentimenti più che comprensibili alla luce del brutto inizio di stagione dei rossoblù) il gruppo di Ranieri a Salerno ha mandato segnali positivi, forse più a se stesso che al campionato. Uno di questi è arrivato certamente da Luvumbo, chiamato a confermarsi anche contro il Frosinone allenato da quell’Eusebio Di Francesco avuto agli albori della sua esperienza in rossoblù, che lo indirizzò verso la Primavera senza mai puntare su di lui. Chissà se potendo tornare indietro, alla luce della recente esperienza in Ciociaria con tante giovani scommesse valorizzate, il tecnico abruzzese lo lascerebbe ancora in naftalina: a Zito e alle altre frecce rossoblù il compito di fargli vivere più di qualche rimpianto.

Francesco Aresu

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