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Coppa Italia Eccellenza | Ostacolo Montespaccato per l’Ossese: la scheda dell’avversario

Il Montespaccato festeggia la vittoria della Coppa Italia Eccellenza Lazio | Foto Montespaccato Calcio
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L’Ossese, vincendo la Coppa Italia Regionale di Eccellenza contro il Villasimius, ha acquisito il diritto di accedere alla Coppa Nazionale, che vede sfidarsi le vincitrici delle rispettive Coppe regionali: in palio un posto per la quarta serie, categoria che da qualche anno è l’obiettivo dei bianconeri. Avversario degli ottavi di finale è il Montespaccato, squadra con un passato in serie D che ha conquistato il trofeo regionale battendo 2-1 il Valmontone (gara di andata in programma il 12 febbraio). Scopriamo qualcosa in più sulla squadra allenata da Andrea Bussone, ex allenatore del Team Nuova Florida, analizzando proprio la Finale regionale, giocata il 22 gennaio.

SISTEMA DI GIOCO
Il Montespaccato si presenta alla Finale con un sistema di gioco 1-4-2-3-1: tra i pali Egidio, il secondo portiere della squadra; la linea a 4 composta da Cervoni e Laurenti sulle corsie esterne, mentre la coppia centrale è composta da Anello e Tamburlani; in mezzo al campo quantità e qualità con Putti e De Marchis. La linea dei trequarti presenta il capitano Di Bari supportato da Giordano sulla destra e Vitelli sulla sinistra; Damiani è il terminale offensivo.

Squadra molto giovane con tanti nati dopo il 2000 in campo e soli 3 giocatori appartenenti alla classe 90: Di Bari e Damiani (94’) e Tamburlani (97’). Riprendendo il sistema di gioco dell’Ossese visto nella Finale di Oristano, possiamo avere questa situazione:

Si può osservare come, in tutte le zone di campo, possono determinarsi dei duelli individuali: in questo senso, saranno molto importanti i duelli nelle zone esterne, in quanto entrambe le squadre presentano giocatori veloci e abili nell’1c1. In avanti invece, sono contrapposte due idee diverse: il Montespaccato infatti presenta un solo attaccante con il trequartista, che può giocare tra le linee e mettere in difficoltà la squadra bianconera, che però, dal canto suo, giocando con due attaccanti centrali può mettere pressione alla coppia difensiva laziale.

LA COSTRUZIONE DEL GIOCO
Si parla sia di costruzione “statica”, ovvero con palla ferma, e di costruzione “dinamica”, con il pallone che invece è in movimento. Nella costruzione da fermo, il Montespaccato non corre particolari rischi: occupa l’area di rigore con 3 giocatori di movimento (i due difensori centrali e il terzino sinistro) mentre le ampiezze sono solitamente “fissate” dal terzino destro e dall’esterno sinistro:

La scelta è però quella di mandare palla in verticale, soprattutto se la squadra avversaria alza la pressione: i difensori non rischiano e cercano direttamente la punta di riferimento:

In costruzione dinamica il Montespaccato è invece molto paziente: la costruzione è prevalentemente a 3: ai due centrali Anello e Tamburlani si aggiunge il terzino sinistro Laurenzi, che si abbassa sulla loro linea. A questi si aggiunge uno dei due mediani, che si muove dietro la prima linea di pressione avversaria:

In questo modo si liberano gli spazi in zona laterale: il Montespaccato è solito muovere palla e cercare il lato destro, con Cervoni che ha licenza di muoversi in avanti:

LE SOVRAPPOSIZIONI
Il punto forte del Montespaccato sono le zone esterne: gli esterni offensivi giocano a piede invertito, per cui Giordano è un mancino che gioca a destra e Vitelli un destro che gioca a sinistra. In questo modo gli esterni possono sfruttare le proprie qualità e puntare la difesa avversaria. Ma i terzini sono l’ago della bilancia: sia a sinistra ma soprattutto a destra, i terzini si muovono in costante proiezione offensiva, con sovrapposizioni sia interne che esterne:

Cervoni, liberato da compiti di costruzione, è solitamente il giocatore che spinge sulla corsia di destra e crea superiorità numerica, che viene accentuata anche dal movimento dei centrocampisti e del trequartista, che in questo modo mettono pressione alla struttura difensiva avversaria:

LA FASE DIFENSIVA
Il Montespaccato è una squadra aggressiva, che con palla persa cerca subito di chiudere le giocate e fermare il tentativo di sviluppo del gioco avversario. In particolare sulle zone esterne: se si perde palla, i giocatori fanno densità attorno al portatore avversario e fermano l’azione:

Creando superiorità numerica in zona laterale, è più facile difendere e permettere ai compagni di recuperare la posizione. In questo senso, il sacrificio senza palla dei trequartisti è fondamentale: gli esterni Giordano e Vitelli si allineano ai centrocampisti, mentre Di Bari raddoppia in zona palla o in preventiva si abbassa, in particolare se i due in mezzo Putti e De Michelis partecipano all’azione offensiva:

Ma ci sono delle criticità nel gioco offensivo del Montespaccato che l’Ossese può sfruttare: all’azione offensiva, come detto, partecipano attivamente sia i due di centrocampo che i terzini, in particolare Cervoni: in area di rigore possiamo quindi vedere tanti giocatori. Ma se l’azione non viene chiusa e l’avversario ha spazio per ripartire, la squadra si ritrova scoperta:

Laurenzi diventa quindi il giocatore fondamentale nella marcatura preventiva: deve accorciare in avanti e prendere un riferimento, possibilmente fermando l’azione avversaria o ritardandola e permettere ai compagni di recuperare la posizione.

DA TENERE D’OCCHIO: ALESSIO DAMIANI
É il giocatore senza dubbio più pericoloso: il classe 94 è una prima punta capace di lavorare per la squadra, giocando palloni di scarico per i compagni e letale in area di rigore: 18 gol in questa stagione, che seguono i 45 della scorsa stagione con la W3 Maccarese (con quest’ultima in 3 anni ha segnato ben 83 reti in tutte le competizioni). Come detto, Damiani lavora sempre per la squadra, funge da riferimento avanzato e i compagni hanno sempre un appoggio in ogni situazione:

Dentro l’area è semplicemente letale e opportunista: è suo, infatti, il gol del momentaneo 2-0 nella Finale di Coppa. Da un’azione di calcio d’angolo, la palla viene rimessa in area di rigore, palla che sembra apparentemente persa: ma Damiani, sbilanciando il difensore avversario in marcatura, riesce a deviare quel tanto che basta per depositare in porta, segnando il gol poi decisivo della gara:

Stefano Piras

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