È una storia da dimenticare, è una storia da non raccontare, è una storia un po’ complicata, è una storia sbagliata. È la storia tra Diego Godín e il Cagliari, un sogno di una notte di mezza estate che al passare delle stagioni sfiorisce, fino a diventare non un incubo, ma sicuramente un problema. Almeno secondo quanto dichiarato dal direttore sportivo rossoblù Stefano Capozucca, che ha più volte ribadito come dalla partenza del Faraone dipenda il mercato in entrata.
Diatriba
Presentato in pompa magna al suo arrivo in Sardegna, Godín ha attraversato una stagione complicata con la maglia del Cagliari. Il gol all’esordio a Bergamo, le difficoltà difensive con Di Francesco, la positività al Covid, la risalita fino a una salvezza che lo ha visto tra i protagonisti principali. La fine del campionato, però, ha rappresentato anche l’inizio dei problemi. Da un lato il capitano della nazionale uruguaiana che guardava già alla prossima stagione in rossoblù, ripartire dal finale strabiliante per cercare insieme il salto di qualità. Dall’altro la società che, fin dalla prima conferenza stampa di Capozucca, ha sottolineato come lo stipendio di Godín fosse diventato un problema di difficile gestione. Da quel momento in poi è iniziato il teatro delle dichiarazioni incrociate, il Cagliari a ribadire la necessità di liberarsi di un ingaggio pesante, dall’altra il Faraone fermo nella sua intenzione di rispettare il contratto da due anni più uno firmato nell’estate del 2020.
Offerte
In mezzo offerte più o meno allettanti, ma che non hanno mai soddisfatto tutte le esigenze di Godín. L’obiettivo dei Mondiali in Qatar del 2022 passa dalla permanenza in un calcio di livello, così le avances della Dinamo Mosca sono state declinate nonostante il triennale da 4 milioni a stagione offerto dai russi. Così come per il motivo opposto non si sono tramutati in realtà i sondaggi del Talleres dell’amico Medina e del Betis Siviglia, lontani dal poter soddisfare le richieste economiche del giocatore. Tra una dichiarazione e l’altra il braccio di ferro si è fatto più intenso, fino alla possibilità di un muro contro muro che, di fatto, non farebbe bene a nessuno dei protagonisti. Dietro le quinte, però, si lavora per trovare una soluzione che possa unire tutti i puntini e creare un’immagine che possa mettere tutti d’accordo.
La soluzione
Il cuore aveva portato Godín in Sardegna e il cuore potrebbe così essere la chiave per sbrogliare l’intricata matassa. Sono ancora vive le immagini del Faraone che arriva all’aeroporto di Elmas accompagnato da Pepe Herrera, icona del Cagliari dei tre uruguaiani dei primi anni ’90 e genero del capitano della Celeste. Ora Godín potrebbe ancora una volta legarsi al suo passato, questa volta più calcistico che personale. La società rossoblù starebbe infatti trattando con il Villarreal per la cessione del calciatore che, una volta risolto consensualmente il contratto con il club rossoblù, tornerebbe a vestire la maglia del sottomarino giallo. Godín si presentò al calcio europeo proprio con il club spagnolo quando nel lontano 2007 fu prelevato dal Nacional Montevideo. Dopo 116 presenza e 4 reti con il Villarreal, il Faraone potrebbe così tornare 11 anni dopo l’ultima gara in maglia gialla dopo che, nel frattempo, ha vestito anche i colori dell’Atletico Madrid, dell’Inter e del Cagliari.
Un passo che accontenterebbe tutti, la società rossoblù potrebbe liberarsi come desiderato dell’ingaggio da tre milioni e mezzo e Godín che si accaserebbe in una squadra che parteciperà alla prossima Champions grazie alla vittoria dell’ultima Europa League, restando così in un calcio di livello assoluto e tenendo vivo il sogno di partecipare al suo ultimo Mondiale in Qatar. Resta la gestione mediatica della vicenda che ha lasciato più di un dubbio, ma che potrebbe veder scritta presto la parola fine nonostante tutto. Senza muro contro muro, ma con l’amaro in bocca per una esperienza che ci si aspettava di tenore differente.
Matteo Zizola